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La dedica di Petacchi

DaItalpress

Aggiornato 25/07/2010 alle 19:25 GMT+2

Alessandro Petacchi si gode la storica vittoria della maglia verde dedicandola al figlio ma senza dedicare anche tutte le altre persone che gli sono sempre state vicine

2010 Tour de France Alessandro Petacchi Green Jersey

Credit Foto AFP

La felicita' e' verde. E ha il volto, sorridente e commosso, di Alessandro Petacchi, che sale sul podio di Parigi orgoglioso e con al collo le prime scarpette del figlio. "Ciao amore, papà e' tutto verde", è lo splendido messaggio lanciato attraverso le tv da AleJet, che indossa fiero la sua maglia verde e la riporta in Italia, 42 anni dopo Franco Bitossi. "Più stavo sopra il podio e più me la gustavo - dice lo spezzino - E' stata una bella emozione. Sono arrivato quinto nel 2001, mi ero ripromesso di tornare e di fare un grande Tour. Ci sono riuscito. All'inizio non pensavo alla maglia verde ma alla tappa, poi ci sono riuscito e va benissimo". Petacchi ha centrato l'obiettivo che per uno sprinter vale esattamente come una maglia gialla: lo sa bene Eric Zabel, che la mitica "verde", simbolo della classifica a punti, l'ha vinta per sei volte (record); lo sa bene anche Mark Cavendish, che a Parigi ha calato il pokerissimo ma che - complice un avvio di Tour così così - alla maglia non ha potuto pensare mai seriamente.
Sorride Petacchi, e rende omaggio anche al suo "predecessore", a Bitossi che ha vissuto la sua stessa emozione nel 1968. "Conosco Franco da qualche anno, è stato un grande campione. Per me - assicura - è un onore indossarla dopo di lui. Penso sia un altro record che si aggiunge alla mia carriera". Una carriera che negli ultimi anni ha vissuto dei momenti complicati; l'ultimo, l'indagine della Procura di Padova, nella quale Petacchi è sospettato di uso di Pfc (perfluorocarbon) e albumina umana. "Ma dal 2006, dopo che mi sono rotto il ginocchio, mi e' successo un po' di tutto - ricorda lo spezzino della Lampre - Le ho passate tutte, superero' anche questa".
Lo farà "grazie alla famiglia", ma anche grazie alla squadra, che pure oggi l'ha aiutato in tutti i modi a coronare il suo sogno. "Danilo (Hondo, ndr) nel finale mi ha levato da un bel casino, è stato bravo - afferma Petacchi - E' stato un Tour duro, non vedo l'ora di abbracciare i miei compagni". E pazienza se Cavendish gli ha tolto la soddisfazione di alzare le braccia al cielo di Parigi subito dopo il traguardo: "Pensavo di poterlo battere, mi spiace, sarebbe stato bello vincere a Parigi ma Cavendish è molto forte e io sono contento per questa maglia verde. Ho vinto, e la dedico a mio figlio".
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