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Tappa e maglia a Nibali, si ritira Contador

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DaEurosport

Pubblicato 05/07/2017 alle 16:15 GMT+2

Tour Revolution e Restaurazione nel giorno della Presa della Bastiglia perché la decima tappa della Grande Boucle (7 Gran premi di montagna, 4 di prima categoria) non tradisce le attese. Alberto Contador cade a meno cento e si ritira a 77 chilometri dall'arrivo; Vincenzo Nibali rimonta Rodriguez, scatta e trionfa sul traguardo di Planche des Belles Filles tornando in maglia gialla.

Deux jours après son mémorable vent sur le podium, Vincenzo Nibali a cette fois-ci reçu la bise de l'hôtesse à sa gauche

Credit Foto AFP

La noblesse oblige dell’arte del ciclismo ha voluto che Tony Gallopin, ultimo lignaggio di una famiglia di corridori da nozze d’oro, vestisse la maglia gialla nel giorno della Presa della Bastiglia, ma la decima frazione di questa Grande Boucle è l’Inferno dei Vosgi. “La tappa di mezza montagna più dura nella storia del Tour de France” (cit. Prudhomme) con i suoi sette Gran premi di montagna (quattro di prima categoria) in 161 chilometri fra Mulhouse e La planche des Belles Filles, il traguardo che nel 2012 svelò al mondo la possanza di Christopher Froome. Fuori allora, tra croci e delizie, tutti i grandi nomi della corsa.
Da Sheffield ai Vosgi sul primo grande arrivo in salita della Grande Boucle: Vincenzo Nibali sigilla con due capolavori un Tour fin qui dominato. Oggi una parte di conserva su Michal Kwiatkowski - uomo classifica dell’Omega Pharma, all’attacco dalla prima ora di corsa - e un’altra impresa straordinaria sulla Planche des Belles Filles quando, a duemila metri dal traguardo, Nibali sale in piedi sui pedali, semina con uno scatto bellissimo gli ultimi reduci del gruppo maglia gialla (Gallopin non c'è più), rimonta Joaquim Rodriguez nell'ultimo chilometro e scarica la flame rouge sulle durissime pendenze finali al 20%. Nibali è un uomo solo al comando con 2’23” di vantaggio su Richie Porte in classifica generale, +2’47” su Alejandro Valverde e tutti gli altri, a partire da Romain Bardet, oltre i 3 minuti di ritardo. "Il Tour non è finito" dovrà essere il suo leit-motiv, ma fin qui è stato uno strepitoso no-contest.
Alberto Contador cade in falsopiano verso il Gran premio di montagna di Col du Platzerwasel (prima categoria, terzo di tappa) a meno cento e si ritira a 77 chilometri dal traguardo. Medicato a bordo strada con un ginocchio sanguinante e la divisa strappata da questa strana scivolata senza immagini televisive, El Campeon ci ha provato ripartendo con 4 minuti di ritardo dal gruppo maglia gialla di Tony Gallopin (con Nibali) e tre compagni di squadra ad attenderlo e scortarlo verso un recupero fin da subito disperato. La posizione in sella infatti è precaria, la bici è rotta e l'andatura incerta: a 77 chilometri Planche des Belles Filles, Contador rallenta, abbraccia Michael Rogers, si ferma e sale in ammiraglia. Il suo Tour finisce qui e dopo Chris Froome la Grande Boucle perde un altro primattore.
Joaquim Rodriguez è tornato Purito perché ha scacciato gli spettri delle Ardenne e di un altro Giro d’Italia maledetto: certo però che la frazione di oggi - dominata dal capitano Katusha fino a duemila metri dall’arrivo, ma chiusa al nono posto - conferma una sua certa attitudine all'incompiutezza nonostante una carriera comunque straordinaria. Oggi Rodriguez, in fuga dal chilometro zero, ha regolato il povero Voeckler e tutto il suo repertorio di smorfie su cinque dei sette Gpm di tappa (Petit Ballon, Col du Platzerwasel, Col d'Oderen, Col des Croix e Col des Chevrères; al francese il solo Col du Firstplan iniziale) con quegli scatti puri che da sempre lo rendono uno dei corridori più spettacolari del World Tour: la maglia a pois è per Purito un premio tanto consolatorio quanto meritatissimo.
Michal Kwiatkowski ci ha provato perché, classe 1990, ha un avvenire da campione. L’uomo di classifica della Omega Pharma ha iniziato il suo attacco sulla salita del Petit Ballon e ripreso presto con Tony Martin le ruote dei battistrada: un’azione decisa da maglia gialla, ma soltanto virtuale, fino alle ultime severe pendenze del Col des Chevrères (3,5 km. 9.5% con picchi al 18%) e della Planche. Paradossalmente, Kwiatkowski (già terzo alla Doyenne e alla Flèche) ha perso la maglia bianca chiudendo stremato a quasi 2 minuti da Romain Bardet nuovo leader della classifica giovani, ma la decima tappa, come d’attesa, è stata la più bella della prima tranche e ha avuto il polacco fra i suoi migliori protagonisti.
Fra Rivoluzione e Restaurazione, L'Enfer des Vosges che precede il primo giorno di riposo (e verosimilmente la prima giornata di sole sul Tour!) ha cambiato tutti i leader di classifica - Nibali in maglia gialla, Rodriguez a pois, Bardet in bianca - eccetto quello della classifica a punti consolidata da Peter Sagan, tra i fuggitivi del chilometro zero per il tesoretto sul Traguardo Volante di Muhlele. Ultima standing ovation per Tony Martin: iridato a cronometro, ieri una fuga di 150 chilometri (ultimi 60 in solitaria) per la sua prima vittoria in linea al Tour, oggi straordinario in andatura al servizio di Kwiatkowski fino al gancio inesorabile dei meno venti sulle pendenze più dure dei Chevrères. Un cronoman in maglia a pois fra le guest star di una frazione senza un metro di pianura: succede anche questo in una delle tappe più memorabili nella storia recente della Grande Boucle.
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