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Chris Froome da vittima a padrone del Tour de France: una (in)decisione che fa discutere

Fabio Disingrini

Aggiornato 15/07/2016 alle 15:56 GMT+2

Altro che Grandeur sul breve Mont Ventoux: Christopher Froome cade, corre verso il traguardo, perde la leadership... E guadagna sugli avversari per un veloce colpo di spugna del direttivo del Tour de France. Rivoluzione e restaurazione nel giorno della Presa della Bastiglia, ma davvero non c'era una terza soluzione? Come salvare la maglia gialla senza penalizzare i diretti concorrenti?

Chris Froome lors de la 12e étape du Tour 2016

Credit Foto AFP

In meno di un giorno, il vento della Provenza ha spazzato via il traguardo del Mont Ventoux e Une certaine forme de Jaune al Tour de France, falcidiato dagli incidenti dell'ultimo chilometro. Dall'arco gonfiabile crollato sui Pirenei, all'incidente della motocorsa sulla strada verso Le Chalet Reynard: la Flame Rouge è di un "rosso sangue" sulle vene aperte della Grande Boucle.
É successo che ieri, a poche centinaia di metri dal termine della dodicesima tappa - la più attesa, quella del Monte Ventoso nel giorno della Presa della Bastiglia - una motocorsa s'è inchiodata tra due ali di folla travolgendo dietro Richie Porte, Chris Froome e Bauke Mollema. L'olandese è il terzo coinvolto nell'incidente, ma senza conseguenze né fisiche (come Porte) né meccaniche (come Froome) riesce a guadagnare l'arrivo al decimo posto, dietro ai fuggitivi superstiti e a 5'05 da Thomas De Gendt vincitore di tappa. A 5'24 s'infila Richie Porte tra i big della generale, da Quintana a Fabio Aru, staccati prima dell'incidente dallo scatto della maglia gialla. A 6'45 arriva Chris Froome dopo aver tamponato a ruota di Porte rompendo il cerchio, corso verso il traguardo, preso una bici gialla dall'auto neutra (senza riuscire a pedalare) e finalmente inforcato quella giusta all'arrivo dell'ammiraglia Sky.
VIDEO: L'incidente della motocorsa che ha stravolto l'arrivo sul Mont Ventoux
Sulla strada, Chris Froome ha perso la leadership della corsa a favore di Adam Yates, scivolando al sesto posto della classifica generale a 53 secondi dal giovane connazionale, preceduto da Mollema, Quintana, Bardet e Valverde. Sulla carta, meno di un'ora dopo, il detentore del Tour si ritrova sul palco in maglia gialla per il quarto giorno consecutivo, con il tempo neutralizzato a quello di Mollema e Porte e un vantaggio addirittura superiore a quello di ieri sui rivali più diretti. Non era mai successo niente di simile nella storia del ciclismo (unico piccolo precedente: l'incidente di Stefano Colagè contro una moto nell'ultimo chilometro della Tirreno-Adriatico 1995, a tempo neutralizzato). Il Gigante della Provenza, mutilato dal vento, ha scelto un altro modo per riscriverne un'altra pagina.
La decisione del direttivo del Tour de France riaccende la miccia delle polemiche intorno alla maglia gialla invece che sulla sicurezza delle strade, con tutta quella folla ammassata davanti alla motocorsa come simbolo della crisi organizzativa... E intanto dovremo fare un'altra necessaria critica - ricordando che la neutralizzazione del gruppo è prevista solo nelle tappe con arrivo in volata per preservare la salute degli uomini di classifica. Non è la prima volta che un incidente stravolge un arrivo, che una motocorsa danneggia, talvolta tragicamente, certi corridori o che, come avrà pensato Froome travolto sull'asfalto, Shit Happens. É la fatalità di uno sport di strada e naturale come il ciclismo in balia dei rovesci atmosferici, degli imprevisti sul percorso (pensate solo ai passaggi a livello), delle cadute di gruppo, degli agenti esterni e dei problemi meccanici: per questo, col decreto di oggi, si sarà forse creato un pericoloso precedente.
VIDEO: I 5 momenti chiave della tappa del Mont Ventoux
Perché un'ordinanza straordinaria come questa, di cancellare il tempo di Froome riallineandolo a quello di Mollema, poteva definire quei contorni di "umanità" di cui avrebbe tanto bisogno il ciclismo solo se applicata diversamente. Il punto è che Froome, venticinquesimo al traguardo dopo i vari Yates, Quintana o Aru, ha ricavato ciononostante dei secondi in classifica generale (19" su Yates e 26" su Aru/Quintana) e questo sì che ci sembra davvero irragionevole. Perché se è vero che Froome, all'attacco del colombiano a 3 chilometri dall'arrivo, stava guadagnando circa mezzo minuto al momento dell'incidente, non si potrà certo applicare una specie di bonus "di riflesso" blindando la maglia gialla senza il verdetto del traguardo.
La nostra domanda allora è molto semplice: perché non scegliere di neutralizzare il tempo di Mollema (decimo a 5'05) per tutto il gruppo, visto che dei primi 9 (fuggitivi) dell'ordine d'arrivo nessuno ha ambizioni di classifica, con Dani Navarro ventisettesimo e "migliore" overall a 28'54 da Froome? Una decisione di questo genere da parte della giuria avrebbe sì penalizzato in ogni caso Mollema, ma almeno congelando i distacchi dei grandi pretendenti alla maglia gialla, minata anche quest'anno da cause extra-prestazionali.
Proprio ora che - dopo le minacce, gli sputi, perfino i lanci di urina o le incessanti accuse di doping - Christopher Froome si batte contro l'odiosa cultura del sospetto fra mirabolanti picchiate in discesa dai Pirenei e decisi attacchi in pianura. Per mostrare una formidabile completezza sulla strada dell'impresa più grande, quella di vincere il suo terzo Tour de France. Tutto da rifare per colpa di un incidente, di una folla senza messa in sicurezza e di una scelta fatta forse tra gli spettri di una "sudditanza gialla". Fortuna che già oggi, lanciato contro il tempo e senza resistenza aerodinamica (mai la sua assenza sarà stata così benedetta...), Froome potrebbe rivedere una luce di stima identitaria... Ovvero, citandolo, "Still Yellow Jersey" al netto degli avversi numi, delle inciviltà (di parte) del pubblico, della disorganizzazione gestionale e delle (in)decisioni degli altri.
La maglia verde e la maglia gialla: Peter Sagan e Chris Froome alla conquista del Tour de France
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La maglia gialla e quella verde all'attacco: vince Sagan, Froome è 2°

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