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Gialla, bianca, verde e a pois: la storia delle 4 maglie del Tour de France

Daniele Fantini

Pubblicato 06/07/2019 alle 11:52 GMT+2

Leader della generale, miglior giovane, miglior sprinter e miglior scalatore: ognuna delle quattro maglie del Tour de France ha una storia e un fascino tutto speciale. Le conoscete?

Tour de France 2019 jerseys

Credit Foto Eurosport

Maglia gialla

È il simbolo del primato, indossata, tappa dopo tappa, dal corridore leader della classifica generale. Nonostante la prima edizione del Tour de France risalga al 1903, la maglia gialla fu introdotta ufficialmente soltanto nel 1919: il colore è ispirato alla tinta giallastra delle pagine del quotidiano sportivo "L'Auto", organizzatore della corsa in quegli anni, un mezzo perfetto per fare pubblicità. Quest'anno si festeggia il centenario della maglia gialla e, per l'occasione, sarà realizzata una serie speciale, con un esemplare distintivo per ciascuna tappa del Tour.
Quattro corridori hanno vinto il Tour de France in cinque occasioni, un record: sono Jacques Anquetil (1957, 1961, 1962, 1963, 1964), Eddy Merckx (1969, 1970, 1971, 1972, 1974), Bernard Hinault (1978, 1979, 1981, 1982, 1985) e Miguel Indurain (1991, 1992, 1993, 1994, 1995).

Maglia bianca

Viene indossata dal miglior giovane nella classifica generale, e possiamo intenderla come una versione "young" della maglia gialla: i criteri di assegnazione sono cambiati molte volte nel corso degli anni, e attualmente è un premio ristretto ai corridori con 25 anni o meno. Fu introdotta per la prima volta nel 1975 e sono stati quattro i corridori capaci di arrivare ai Campi Elisi indossando maglia bianca e gialla in contemporanea: Laurent Fignon (1983), Jan Ullrich (1997), Alberto Contador (2007) e Andy Schleck, vincitore del Tour de France del 2010 dopo la squalifica di Alberto Contador. In realtà, il campione più giovane della storia della Grande Boucle fu Henri Cornet, che trionfò nel 1904 a soli 19 anni, ma a quell'epoca la maglia bianca non veniva ancora assegnata...

Maglia verde

Indica il leader della classifica a punti, basata sui piazzamenti ottenuti nelle singole tappe. Il sistema di attribuzione del punteggio è stato modificato in diverse occasioni e premia in misura maggiore gli arrivi sui traguardi in pianura: in questo senso, chi indossa la maglia verde è tendenzialmente il miglior sprinter del Tour de France.
Perché il verde? Il colore fu scelto in riferimento al primo sponsor, À la Belle Jardinière, che lanciò la maglia per la prima volta nel 1953: a differenza di quanto si può pensare, non si trattava di un'azienda di articoli di giardinaggio, ma di una sartoria per abiti su misura che aveva adottato il verde come colore sociale. Fu cambiata soltanto una volta, nel 1968, diventando rossa per ragioni di sponsor.
Nella scorsa edizione del Tour de France, Peter Sagan ha eguagliato il record di Erik Zabel arrivando a Parigi in maglia verde per la sesta volta in carriera: lo slovacco è stato il miglior velocista della Grande Boucle nel 2012, 2013, 2014, 2015, 2016 e 2018.

Maglia a pois

È la maglia più affascinante, quella che colpisce l'immaginario collettivo forse fin più della maglia gialla: viene assegnata al leader della classifica scalatori, soprannominato anche "King of the mountains". Ogni gpm del Tour de France mette in palio punti che variano a seconda della lunghezza e della difficoltà della salita: si va dai gpm di 4^ categoria (i più facili) fino alle vette Hors-Catégorie (HC), le scalate più dure.
Sono tante le montagne che hanno scritto la storia del Tour de France: il Col du Tourmalet (2115 metri) e il Col d'Aubisque (1709 m) sui Pirenei, il Col d'Izoard (2360 m) e il Col du Galibier (2642 m) sulle Alpi, ma anche il Mont Ventoux (1912 m) e l'Alpe d'Huez (1860 m). Lo scalatore francese Richard Virenque detiene il primato per maglie a pois tenute fino a Parigi, ben 7 in carriera (1994, 1995, 1996, 1997, 1999, 2003, 2004).
Perché il disegno a pois? Una teoria racconta che sia derivato dal packaging del Chocolat Poulain, il primo sponsor del 1975, anno di introduzione ufficiale, ma in realtà si tratta di un omaggio che il direttore di corsa dell'epoca, Félix Lévitan, tributò al suo idolo di gioventù, il fortissimo pistard francese Henri Lemoine, che era solito correre nei velodromi parigini indossando proprio una maglia bianca a pois rossi.
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