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De Marchi, Aru sfida Purito e Dumoulin: il diario della 2a settimana di Vuelta

Luca Stamerra

Aggiornato 09/09/2015 alle 16:17 GMT+2

Tornano alla vittoria De Marchi e Fränk Schleck, Degenkolb sparisce dai radar, Aru sfida Joaquim Rodriguez, Dumoulin e Majka per la maglia Roja: tutto quello che è successo nella seconda settimana di Vuelta.

Joaquim Rodriguez (Katusha) finit devant Fabio Aru (Astana), lors de la 16e étape de la Vuelta 2015.

Credit Foto AFP

LA PROVA DI MATURITA' DI ARU - Il corridore dell'Astana aveva dimostrato di esserci già nelle prime tappe di montagna ma ha dato il colpo di grazia subito dopo il primo giorno di riposo con un'azione devastante nella frazione di Cortals d'Encamp. Il sardo ci aveva abituato a scatti di pochi km, tendenzialmente partiva sempre ai -2 o -3, ma questa volta ha fatto vedere di cosa è veramente capace staccando i più incalliti degli avversari a molti km dal traguardo. Ora ci si aspetta una prova di maturità da Fabio Aru, che dopo due podi al Giro d'Italia e un ottimo 5° posto alla Vuelta dello scorso anno cerca la vera affermazione personale. Ci si attendeva un salto di qualità ma Aru, in realtà, è vicinissimo al successo a soli 25 anni, come capitò - per esempio - a un certo Contador...
QUINTANA-VALVERDE: LA COPPIA CHE SCOPPIA - Un epilogo che temevamo. Vado io, vai tu, alla fine non è partito nessuno. Senza un'accurata strategia la Movistar è saltata con Valverde e Quintana lontanissimi dalla possibilità di vincere la Vuelta. A Cortals d'Encamp, una volta andato in crisi Quintana, Valverde ha tirato dritto senza aspettare il compagno, nelle tappe successive è stato il murciano ad andare in crisi, mentre il compagno di squadra provava ad attaccare e a recuperar terreno. Il risultato? La doppietta a podio è saltata e il terreno di scontro si è ridotto notevolmente con probabilità bassissime di scalare la classifica negli ultimi 3 giorni a disposizione.
LO STOICO DUMOULIN - Sembrava quell'outsider della prima settimana, quello che porta la maglia Roja per qualche giorno giusto il tempo di lasciare fare ai veri grandi. Lui la maglia di leader l'ha effettivamente persa, ma non ha mollato tenendo (pur perdendo qualche secondo) nelle montagne della seconda settimana. L'olandese ha fatto addirittura meglio di gente come Valverde, Quintana, Chaves o Pozzovivo, non proprio uno scherzo. Il corridore della Giant si trova ora a 1'51'' dal leader, ma con la lunga crono di Burgos da disputare tutto è ancora possibile e rivedere Dumoulin in rosso non è proprio fantascienza. Conoscendo le doti del classe '90 (medaglia di bronzo ai Mondiali di Ponferrada) e quelle di Rodríguez e Aru a crono, il colpaccio lo si può fare, ma bisognerà considerare quante energie sono realmente rimaste a Dumoulin. L'impegno profuso in queste due settimane è stato tanto, e anche uno specialista delle corse contro il tempo potrebbe pagare oggi le fatiche dei giorni precedenti.
L'altimetria della decisiva tappa a crono di Burgos...
RODRIGUEZ-MAJKA: GLI AVVERSARI CHE NON TI ASPETTI - Joaquim Rodríguez è un combattente, lo sapevamo, ci era però sfuggita la possibilità di rivederlo in corsa per un Grande Giro. L'ultima volta che il catalano è salito a podio è stata a Parigi 2013 quando in quel Tour si posizionò alle spalle dell'imprendibile Froome e della sorpresa Quintana anche se in quel caso il risultato di Purito era dettato maggiormente dalla debacle di Contador che negli ultimi giorni andò fuori giri. L'ultima volta che Rodríguez ha lottato per vincerlo, invece, un Grande Giro dobbiamo tornare al 2012 quando perse la maglia Rosa del Giro d'Italia all'ultima giornata (nella crono di Milano dove perse 47'' da Hesjedal) o quando perse la Vuelta 2012: dopo un dominio durato una settimana, le sue certezze vennero meno a seguito di una crono (da Cambados a Pontevedra dove perse 59'' da Contador). Anche lui è atteso ad una prova di maturità, il corridore della Katusha riuscirà a risolvere i suoi problemi e a scacciare i fantasmi nella crono di Burgos? Attenzione però a Majka, l'altro che non ti aspetti. Anche lui ha fatto il Tour e anche lui ha impiegato tante energie. Non ha raggiunto il podio come Quintana e Valverde ma ha fatto un gran lavoro per Alberto Contador nelle strade francesi, dove ha più volte condotto l'andatura dell'intero gruppo maglia gialla. Il polacco voleva riprovare l'ebrezza di essere capitano (dopo il 6° posto al Giro 2014) e per ora ha tenuto bene sulle salite, occhio alla crono visto che Majka è sicuramente uno dei migliori tra i big, nella corsa contro il tempo.
A VOLTE RITORNANO...C'E' ANCHE SCHLECK - Come ha detto il Magrini, il lussemburghese era vicino al premio “non sono interessato”. Fränk non voleva chiudere però la sua carriera in maniera anonima e ha ritrovato un successo in un Grande Giro che mancava ormai da 6 anni. L'ultimo guizzo di Schleck, il più anziano dei due fratelli, era stato al Tour del 2009 quando vinse la 17a tappa, frazione da Bourg-Saint-Maurice a Le Grand-Bornand. In quel Tour Schleck arrivò 6° nella generale e ci si aspettava che la coppia di lussemburghesi potesse dominare da lì a poco i Grandi Giri. Non è successo, e anche Fränk è caduto nella trappola del doping. Lui è rientrato, e dopo qualche anno ai margini del gruppo dei big è tornato a vincere una corsa. Per uno che combatte contro il suo stesso passato, questa è forse la vittoria più bella.
DEGENKOLB DISPERSO, DE MARCHI TORNA - Poche volate in questa seconda settimana, ma non abbiamo traccia di Degenkolb. Qualche piazzamento per il tedesco che anche nella classifica per la maglia verde risulta essere parecchie posizioni indietro. In realtà solo una volata è stata fatta in questa fase di mezzo della Vuelta, con il successo di van Poppel a Lleida. Ci sono state invece due spettacolari fughe, andate in porto, con la vittoria di Nélson Oliveira che fa festeggiare la Lampre a Tarazona, mentre il giorno successivo si è imposto De Marchi che con una fuga incredibile è tornato a vincere una tappa di un Grande Giro ad un anno di distanza. Il corridore della BMC lancia anche un segnale a Cassani in ottica Mondiale: il c.t. della Nazionale italiana raccoglierà il segnale?
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