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Dalla MTB alla Vuelta 2015: il percorso di crescita di Fabio Aru, nuovo eroe del ciclismo italiano

Luca Stamerra

Aggiornato 15/09/2015 alle 14:32 GMT+2

Andiamo a scoprire alcuni dei particolari della breve carriera di Fabio Aru che a soli 25 anni vince il suo primo Grande Giro, conquistando la maglia Roja a Madrid davanti a Joaquim Rodriguez e Majka. Dagli inizi in mountain bike al ruolo di gregario per Nibali nel Giro 2013, dal podio nel Giro 2014 alle battaglie con Froome e Contador.

Fabio Aru, Joaquim "Purito" Rodríguez y Rafal Majka

Credit Foto EFE

E' tutto vero, non è un sogno. Fabio Aru vince la Vuelta mettendo in fila avversari ostici, da Quintana a Valverde, da Purito a Dumoulin. Il corridore sardo esegue finalmente il salto di qualità decisivo, iscrivendosi al club dei campioni. Alla corsa spagnola solo 5 furono gli italiani ad imporsi (Conterno nel '56, Gimondi nel 68', Battaglin nell'81', Giovannetti nel '90 e Nibali nel 2010) e questa vittoria regala ad Aru una svolta importante nella propria carriera. Nibali prima di conquistare la sua Tripla Corona, passò dalla Vuelta, chissà se Aru potrà avere lo stesso futuro ed essere protagonista anche nei prossimi Grandi Giri. Noi lo aspetteremo al Tour de France 2016, ansiosi di vedere il suo percorso di crescita e pronti a gridare ancora una volta, tutti insieme, Ajò-Ajò-Ajò.
GLI INIZI IN MTB E IL PASSAGGIO AI DILETTANTI - Fabio Aru comincia a muovere i primi passi nella Ozierese Carrera ma nel contempo continua a praticare altri sport come tennis e calcio. Nel 2008 si dedica interamente alla bicicletta ed è inizialmente specialista nella mountain bike, partecipando come riserva Juniores ai campionati Mondiali del 2008, in Val di Sole, dove la Nazionale italiana conquisterà la medaglia di bronzo nella staffetta mista del Team Relay (la squadra azzurra era composta da Marco Fontana, Gerhard Kerschbaumer, Cristian Cominelli ed Eva Lechner). Dalla MTB passa al ciclocross dove corre i campionati Nazionali, europei e Juniores ma il passo decisivo lo farà nel 2009 quando si trasferisce a Bergamo per approdare alla Palazzago-Elledent-RAD Logistica diretta dal ds Olivano Locatelli dove comincerà la sua carriera da dilettante. Tra gli Under 23 Fabio Aru si fa subito notare con diversi piazzamenti, ci sono infatti il quinto posto al Giro del Belvedere, il secondo posto nel Trofeo Gianfranco Bianchin e il quarto posto al Giro della Valle d'Aosta. Nel 2011 arrivano ben 7 vittorie con la classifica generale del Giro delle Valli Cuneesi (più la 4a tappa a La Morra), la classifica generale del Giro della Valle d'Aosta 2011 (più la cronoscalata di Champdepraz), la Bassano-Monte Grappa e il Trofeo Salvatore Morucci senza dimenticare il 2° posto nei campionati nazionali in linea Under-23 dietro a Matteo Trentin. Tutti questi successi e piazzamenti portano Aru agli onori della cronaca tanto da far interessare l'Astana che gli farà firmare un contratto valido a partire dal 1° Agosto 2012. Chiuderà la carriera da dilettante con i successi alla 'Toscana-Terra di ciclismo' e con la classifica generale del Giro della Valle d'Aosta 2012 (più la tappa da Quincinetto a Tavagnasco).
IL DEBUTTO ALL'ASTANA E IL LAVORO PER NIBALI - Il team kazako non perde tempo e fa subito debuttare Aru nell'USA Pro Cycling Challenge in Colorado. Il corridore sardo riuscirà a trovare anche un piazzamento con il secondo posto nella seconda tappa alle spalle del più esperto Rory Sutherland (facendo meglio di corridori del calibro di Levi Leipheimer, Christian Vande Velde, Andreas Klöden e Vincenzo Nibali). Nel 2013 diventerà gregario di Vincenzo Nibali, che nel frattempo firma per l'Astana, e Aru dimostra subito di che pasta è fatto raggiungendo un ottimo 4° posto nella generale del Giro del Trentino 2013 (vinto proprio da Nibali) dove il sardo conquisterà anche la maglia bianca di miglior giovane. Questo risultato lo porterà ad essere chiamato al Giro d'Italia 2013 dove risulterà essere un prezioso alleato per Vincenzo Nibali; concluderà al 43esimo posto nella generale e si piazzerà al 5° posto nella tappa delle Tre cime di Lavaredo riuscendo a staccare Michele Scarponi e Cadel Evans.
IL PODIO AL GIRO 2014 E LA VUELTA CONTRO I CAMPIONI - Partecipa al Giro d'Italia anche nel 2014 quando parte come gregario di Michele Scarponi. Il corridore marchigiano sarà però costretto al ritiro a seguito di una caduta e l'Astana assegnerà così i gradi di capitano a Fabio Aru. Il sardo risponde con performance d'autore, piazzando anche la stoccata vincente alla 15a tappa dove si impone a Plan di Montecampione staccando tutti i big con un'azione ai -3 km dall'arrivo. Nella cronoscalata da Bassano del Grappa a Cima Grappa, del giorno successivo, conferma il suo stato di forma conquistando il podio e riducendo al lumicino le velleità di Pierre Rolland e Rafal Majka. Dopo un podio di altissimo livello al Giro (alle spalle di Quintana e Uran) Aru corre da capitano anche alla Vuelta. Qui la concorrenza è serratissima visto la presenza di corridori come Contador, Froome, Valverde e Joaquim Rodríguez. L'obiettivo podio resta proibitivo ma Aru fa la voce grossa e conquista ben due tappe, la prima a San Miguel de Aralar dove beffa nel finale Valverde, Purito e Contador, poi a Monte Castrove/Meis qualche giorno dopo dove accende, e vince, un'intensa sfida con Chris Froome. Aru fa un'ulteriore passo di qualità e si issa al 5° posto della generale, tanto da convincere il c.t. Cassani a chiamarlo in Nazionale. Il sardo chiuderà 23° nella prova in linea dei Mondiali di Ponferrada e concluderà la sua stagione con il 4° posto della Milano-Torino e il 9° posto al Giro di Lombardia.
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Aru Froome Vuelta - EFE

Credit Foto EFE

UN ALTRO GIRO: 2° DIETRO AL SUO IDOLO CONTADOR - IL 2015 è l'anno della consacrazione per Fabio Aru che comincia la propria stagione cercando di preparare al meglio il Giro d'Italia che punta a vincere. Si piazza egregiamente nella Parigi-Nizza e nella Volta Ciclista a Catalunya ma salta il Giro del Trentino a causa di un virus. Resta comunque uno dei favoriti della corsa rosa e dà subito battaglia a Contador con il 3° posto sull'Abetone e il 4° posto a Campitello Matese riuscendo a rimanere in scia del campione spagnolo con un ritardo inferiore ai 5'' nella classifica generale. Indossa anche la maglia rosa a Jesolo, sfruttando una caduta di Contador, ma il corridore della Tinkoff-Saxo ritorna leader nella giornata successiva dando più di 2 minuti ad Aru nella crono di Valdobbiadene. Aru non si dà per vinto e chiude il Giro in crescendo con due vittorie prestigiosissime nel finale della manifestazione, con il primo posto a Cervinia e con la vittoria sul Sestrière il giorno successivo. Contador resta leader e vince il Giro ma Aru dimostra di poter, ancora una volta, combattere con i migliori.
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Alberto Contador y Fabio Aru

Credit Foto EFE

UNA VUELTA DA PROTAGONISTA, UNA VUELTA DA PADRONE - Forte del risultato al Giro d'Italia, Fabio Aru si presenta alla Vuelta cercando un altro risultato di qualità. La concorrenza nella corsa spagnola è più agguerrita, tanto da avere potenziali avversari anche in casa visto le speranze di Nibali e Landa concentrati nel fare classifica per conto loro. Aru si prende comunque la leadership, a dettare le gerarchie è la strada visto che Nibali si farà squalificare già dopo due tappe e Landa dimostrerà un pessimo stato di forma nella prima settimana di corsa. Il sardo resterà nelle prime posizioni e darà l'attacco decisivo nel giorno successivo al riposo, andandosi a prendere la maglia Roja a Cortals d'Encamp con un'azione solitaria che fa fuori nell'ordine Froome, Quintana, Valverde, Dumoulin, Chaves Rubio e per finire Rodríguez, l'ultimo a mollare. Aru indosserà la maglia Roja per cinque giorni ma Purito gliela sfilerà con una grande azione nel finale della 16esima tappa a Quirós. La cronometro di Burgos non cambierà gli obiettivi di Aru che resta secondo, ma questa volta a duellare non è più Purito ma l'olandese Tom Dumoulin, grande sopresa della Vuelta 2015. Nelle tappe successive il corridore della Giant riuscirà a resistere agli attacchi di Aru, ma ammainerà bandiera bianca sul Puerto de la Morcuera, alla penultima tappa, dove il corridore dell'Astana riuscirà a riprendersi la maglia di leader grazie ad un'ottima strategia di tutta la sua squadra con i forcing di Cataldo, Landa, Zeits e Luis León Sánchez che demoliscono Dumoulin e tutto il resto della concorrenza.
VILLACIDRO E QUELLA CITAZIONE DI D'ANNUNZIO - Sul podio di Madrid è Fabio Aru a festeggiare, il corridore sardo sale sul gradino più alto conquistando il suo primo Grande Giro a soli 25 anni. Il “cavaliere dei quattro mori”, così ribattezzato dalla coppia di commentatori di Eurosport, ha stupito tutti andandosi a prendere una maglia Roja impensabile ad inizio manifestazione. I margini di miglioramento sono ancora altissimi e ci aspettiamo di vedere un Aru competitivo anche al Tour de France nelle prossime stagioni. I mezzi ci sono tutti e l'aver vinto in questo modo a 25 anni dà solo ottime speranze per il futuro, del resto abbiamo ancora sotto mano la carriera di Alberto Contador, un altro che ha vinto il suo primo Grande Giro a 25 anni... A festeggiare è anche tutta Villacidro che nei prossimi giorni riabbraccerà il suo Campione. Aru aveva già segnato un record essendo stato il primo corridore sardo a vestire la maglia rosa del Giro d'Italia, ora è riuscito a superarsi con la vittoria della Vuelta. Una volta fu addirittura Gabriele D'Annunzio a citare Villacidro in una sua poesia, La Spendula, pubblicata nel Capitan Fracassa del 21 maggio 1882, paragonando con una similitudine le rocce della cascata Sa Spendula ad uno strano popolo di atleti.
La prima quartina della poesia:
Dense di celidonie e di spineti
le rocce mi si drizzano davanti
come uno strano popolo d'atleti
pietrificato per virtù d'incanti.
Il Vate ci aveva visto giusto e da quella terra è spuntato un atleta, vero, capace di riunire l'Italia intera, darci un'emozione così grande e d'incantarci davanti alla televisione nella speranza di vedere un suo successo.
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