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La BMC, una certezza nelle cronometro: un successo quasi tutto Made in Italy

Luca Stamerra

Aggiornato 20/08/2017 alle 18:15 GMT+2

Solo la BMC è riuscita ad andare sotto i 16 minuti nella cronosquadre di Nîmes, con il team statunitense che si conferma essere la migliore compagine per le corse contro il tempo. Squadra che annovera Daniel Oss, Alessandro De Marchi e Damiano Caruso e soprattutto Marco Pinotti che in questa società si muove come ds e come membro della divisione di ricerca di sport e scienza.

Rohan Dennis (BMC), premier leader de la Vuelta 2017.

Credit Foto Getty Images

La BMC non è nuova a queste prestazioni, e non è un caso che il team statunitense fosse l'assoluto favorito per la vittoria delle cronosquadre di Nîmes. Un successo importante, perché pone Rohan Dennis, Tejay van Garderen e Damiano Caruso nella migliore posizione possibile per affrontare le prime salite di questa Vuelta con la difficile prova di lunedì tra Col de la Perche e Coll de la Rabassa.

Che crono di Daniel Oss e la BMC vince ancora

Un successo che potremmo definire (quasi) tutto italiano se andiamo a vedere i componenti della BMC. Oltre allo specialista Dennis e all'ottimo cronoman van Garderen, Roche, Ventoso, Vliegen e Frankiny, nella formazione statunitense troviamo anche i tre italiani Alessandro De Marchi, Damiano Caruso e soprattutto Daniel Oss. Il trentino è uno degli specialisti maggiori nelle cronometro a squadre, virtù che lo vedeva protagonista già ai tempi della Liquigas. Dal 2010 ad oggi (cioè da quando la BMC ha la licenza World Tour), sono tre le cronosquadre vinte dalla BMC: nel 2015 al Tour de France con Daniel Oss protagonista, alla Vuelta 2015 con Alessandro De Marchi in squadra, e a Nîmes dove è stato proprio Oss a tirare la volata finale a Dennis per prendere la prima maglia roja di questa Vuelta. Il classe '87 è sempre presente a questi appuntamenti, non a casa dal 2013 fino allo scorso anno è stato sempre convocato per la prova mondiale della cronosquadre che due successi su 4 per la BMC.
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BMC celebrate winning the opening team time trial in stage 1 of the 2017 Vuelta a Espana

Credit Foto Getty Images

L'importanza di avere uno come Marco Pinotti in squadra

A proposito di italiani, non dimentichiamoci di Marco Pinotti. L'ex corridore di Osio Sotto è stato uno dei migliori italiani a cronometro in questi anni, forse il migliore insieme ad Adriano Malori e non è un caso che i due siano stati gli unici azzurri a vincere delle cronometro in Grandi Giri negli ultimi 7 anni. Pinotti, dopo aver concluso la carriera proprio alla BMC, è diventato direttore sportivo dei rossoneri, dove funge anche da membro della divisione scienze e sport del team. Uno studioso delle corse contro il tempo, che sta portando grossi risultati alla sua squadra con tre cronometro a squadre vinte nei Grandi Giri negli ultimi 3 anni e tre Mondiali vinti negli ultimi 3 anni.
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Cronosquadre: la tattica giusta per gestire cambi e aerodinamica

Negli ultimi 5 mondiali, 4 podi (e 2 vittorie)

Appunto, non solo Grandi Giri. La BMC è riconosciuta come la miglior formazione, rispetto a questo esercizio, al mondo. Da quando è stata reintrodotto la cronosquadre come prova Mondiale, la BMC è andata 4 volte a podio su 5, vince inoltre due Mondiali. Nel 2012 la BMC giunse al 2° posto (c'erano Ballan, Quinziato e Pinotti), alle spalle dell'Omega Pharma Quick Step di Tony Martin. L'anno successivo un 4° posto che lascia ancora l'amaro in bocca, ma poi arrivarono due vittorie consecutive tra 2014 e 2015 (con Oss e Quinziato a prendersi la medaglia d'oro). La scorsa stagione, è tornata alla vittoria la Quick Step con la BMC seconda, ma quest'anno si profila un'unica favorita, anche e soprattutto per la partenza di Tony Martin che non fa più parte del team belga.

La crono e uno stile di vita: la vittoria di Cadel Evans

La BMC ha anche vinto un Tour de France grazie ad una cronometro. Correva l'anno 2011, quando Cadel Evans scavalcò nella generale Andry Schleck nella crono di Grenoble, nonostante il lussemburghese sembrava aver messo le mani sul Tour visto i 57'' di vantaggio sull'australiano. In quella crono, oltre alla vittoria di Tony Martin ci fu proprio la grande prestazione di Evans che dette addirittura 2'33'' al rivale della classifica generale. Un epilogo assurdo, che confermò le qualità a crono di Evans e della BMC, ma anche dell'inconsistenza del lussemburghese nelle corse contro il tempo.
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