Impey, ds Israel-Premier Tech: "Siamo una squadra, continueremo fino a Madrid". Viviani: "Come corridori non possiamo schierarci contro i colleghi"
LA VUELTA - Il direttore sportivo della Israel-Premier Tech Daryl Impey ha parlato in prima persona dell'intenzione della propria squadra di proseguire la corsa nonostante alcuni corridori nei giorni scorsi chiedessero il ritiro per salvaguardare la sicurezza in corsa. "Siamo una squadra sportiva: continueremo fino a Madrid" dice Impey. Tra chi vuole la Israel fuori corsa c'è Matteo Jorgesnon.
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Video credit: Eurosport
A La Vuelta è il giorno de L'Angliru, una delle salite più impegnative e dure d'Europa che stabilirà le gerarchie rimescolando le carte in ottica classifica generale. Le sorti della maglia rossa passano dalle pendenze in doppia cifra del Mostro delle Asturie anche se il tema prettamente sportivo in questa edizione de La Vuelta deve dividere il campo con quello relativo alle proteste dei manifestanti contro la Israel-Premier Tech. Negli ultimi giorni, in seguito ai molteplici tentativo di bloccare la corsa culminati con il caos all'arrivo di Bilbao, sono state molteplici le voci dentro il gruppo che chiedevano alla squadra di Marco Frigo e compagni di abbandonare la corsa per garantire la sicurezza a tutti gli altri corridori. Suggerimento rispedito al mittente dalla squadra attraverso un comunicato ufficiale e ribadito ai microfoni del canale YouTube FloBikes da Daryl Impey, ex pro e oggi direttore sportivo della Israel.
"Semplice: ognuno può dire quello che vuole ma noi restiamo in gara fino a Madrid" ha affermato Impey "Siamo una squadra sportiva e non facciamo politica. Nelle altre squadre, alcuni corridori ci sostengono e altri no". Tra i corridori contrari alla presenza in gara della Israel-Premier Tech c'è Matteo Jorgenson "Non so chi lo abbia nominato Re della Vuelta. Nel gruppo del CPA è quello che si fa più sentire. Potreste chiedere direttamente a lui".
Detto fatto, sempre FloBikes ha messo il microfono sotto al naso del corridore della Visma | Lease a Bike. "Il gruppo del CPA è un gruppo privato su WhatsApp fra corridori e credo sia inappropriato che lui riveli i messaggi all'esterno: mi sembra che il suo punto di vista sia abbastanza chiaro" spiega Jorgenson che poi dice di non aver niente da aggiungere sull'argomento.
Sempre Impey ribadisce che ognuno ha il diritto di parlare ma che loro "sono solo persone che guidano delle biciclette, questo siamo dall'inizio alla fine della nostra giornata. Ci sono tante persone che lavorano per la nostra squadra ed è dura andare in giro e vedere che tutti ti osservano".
Anche Elia Viviani, uno dei corridori più esperti del gruppo nonchè rappresentate del CPA, si è espresso sull'argomento: "Ciò che vogliamo è una linea comune tra UCI e l'organizzazione de La Vuelta. Vogliamo essere tenuti aggiornati" afferma il velocista della Lotto "Come ho già detto, in qualità di corridori non siamo nella posizione di poter imporre alcunché alla Israel-Premier Tech. Da corridore, non possiamo andare contro i nostri colleghi. E se fossi stato io in quella squadra? Quest'anno ero senza contratto e potevo andarci". Viviani chiosa in maniera molto lucida: "La decisione di continuare o meno spetta alla Israel e ai loro corridori in base a ciò che sentono di fare".
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