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Riccardo Boricchi, la guida di Arezzo equestrian centre

Grand Prix

Pubblicato 17/04/2020 alle 13:01 GMT+2

Riccardo Boricchi, imprenditore nato a Bettolle, è il simbolo di un passaggio generazionale all’Arezzo Equestrian Centre. Quest’anno il suo centro avrebbe ospitato la 17esima edizione di Toscana Tour, ormai rimandata al 2021.

Riccardo Boricchi, la guida di Arezzo equestrian centre

Credit Foto Eurosport

Riccardo Boricchi, patron di Arezzo Equestrian Centre, si racconta.
Come nasce la passione per i cavalli?
«Grazie a mio padre. Più di 50 anni fa costruì un bellissimo allevamento di cavalli da trotto a Trequanda, in provincia di Siena. È qui che sono cresciuto fino da piccolo, in mezzo a trottatori di altissimo livello conosciuti a livello nazionale e internazionale
Al trotto però ha preferito il salto ostacoli…
“Ho iniziato a saltare intorno ai 17 anni partendo dal piccolo maneggio vicino casa per poi arrivare a quello che era il vecchio Club Ippico Aretino”.
Che ricordo ha del vecchio “Club”?
“Quando ho iniziato a frequentarlo c’era un solo campo gara, utilizzato dai soci del centro che organizzavano piccole competizioni a carattere interregionale”
Avrà avuto di certo un cavallo del cuore?
“Ovviamente, si chiamava Elvis. Un morellone listato bianco, comprato dal mio vecchio istruttore Davide Nicita. Era un cavallo che aveva vinto la potenza indoor al Centro Affari di Arezzo, mi ha fatto fare bellissime gare nel periodo tra il 1990 e il 2000”.
Quando ha deciso di creare il suo club?
“Nel 2000 ho aperto un mio centro a Bettolle, qui ho avuto tanti cavalli in gestione. All’epoca ero affiancato da Lorenzo Attini, per otto anni la persona di riferimento che gestiva la scuderia e mi aiutava anche a livello commerciale e sportivo”.
L’Arezzo Equestrian Centre quando è entrato nella sua vita?
“Nel 2010 la Contessa Ita Marzotto mi ha proposto di prendere in gestione l’intero centro. Ho pensato subito che poteva essere una grande occasione e non me la sono lasciata scappare”
Come è cambiato il centro con Riccardo Boricchi in questi 9 anni?
“Prima di tutto ho cercato di portare avanti tutto quello che di straordinario aveva realizzato Ita, che non mi stancherò mai di ringraziare. Penso di averlo mantenuto e in certi aspetti migliorato nel tempo, a partire dai campi gara e di allenamento che avevano bisogno di un fisiologico ripristino”.
Considerando che c’era già un’ottima base, giusto?
“Ita Marzotto è stata la prima a portare la tecnologia della sabbia silicea in Italia. Gli interventi fatti negli ultimi anni dovevano essere all’altezza: non a caso abbiamo ristrutturato completamente l’Arena Dante grazie all’ausilio di un’azienda all’avanguardia come Otto Sport”
Ma non solo campi gara…
“Ci sono state delle migliorie in tutte le strutture, dalle tribune all’area vip, dalle quinte pubblicitarie alla cartellonistica, senza contare la trasformazione del villaggio commerciale. Oggi ci sono 20 aziende che possono avvalersi di strutture fisse di legno di altissima qualità. I nostri clienti, che siano cavalieri o standisti, devono avere il massimo dei servizi”.
Quanti eventi è riuscito ad organizzare nella sua carriera?
“Siamo intorno ai 120 concorsi internazionali, di cui quattro campionati europei giovanili di salto ostacoli, dressage e completo, tre CSIO, e svariati CSI4* e CSI3*. Un curriculum che in pochi possono vantare”.
L’evento che più le è rimasto nel cuore?
“Le gare dove sono protagonisti i giovani ti danno qualcosa in più, anche a livello emotivo. I campionati europei giovanili mi hanno lasciato ricordi indelebili”.
Quello più impegnativo?
“Le gare dove sono protagonisti i giovani ti danno qualcosa in più, anche a livello emotivo. I campionati europei giovanili mi hanno lasciato ricordi indelebili”.
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