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Fernando Alonso: "Se torno è perchè sono convinto di poter vincere, sarà una sfida davvero

DaOAsport

Pubblicato 03/11/2020 alle 15:12 GMT+1

Dal nostro partner OAsport.it

Fernando Alonso

Credit Foto Eurosport

Fernando Alonso sta letteralmente mordendo i freni in vista del suo ritorno in Formula Uno. Il pilota spagnolo è pronto a fare il suo grande rientro nella massima categoria del motorsport con la Renault e non sta trascurando nessun dettaglio, come suo solito, né dal punto di vista fisico, né tecnico. L’asturiano non vuole lasciare nessun aspetto intentato per farsi trovare prontissimo al ritorno nel Circus. Per fare un esempio ha visitato la fabbrica che produce i telai della scuderia francese a Enstone, quindi è stato anche nella fabbrica di Viry-Châtillon. Il due volte campione del mondo parla in maniera assidua con gli ingegneri e ha già effettuato circa 100 chilometri in pista con la RS20, per togliersi la ruggine di dosso.
Una cura quasi maniacale per il suo ritorno, che Fernando Alonso racconta in questo modo: Non sono ancora pronto a livello di collo, ma sto facendo molto nastro elastico per allenarmi – spiega a Marca – Purtroppo nulla può sostituire il movimento che ti dà la vettura, per cui ho solo bisogno di macinare chilometri, proprio per questo motivo andremo in Bahrein per girare. Più guidi una F1 meglio ti senti”.
Gli obiettivi dello spagnolo sono chiari: Voglio vincere, senza dubbio. In vista del prossimo campionato i test saranno limitati per cui si tratterà di una sfida per tutti, ma ancor di più per il sottoscritto. Appena un giorno e mezzo di lavoro prima del via della stagione non sono sufficienti. Se sono troppo ottimista per la competitività della nostra macchina? Assolutamente no. Se lo dico è perché lo penso. Ho avuto modo di provare la monoposto di quest’anno e sono rimasto colpito in maniera favorevole”.
Un grande ritorno in F1, come accadde a Michael Schumacher quando, dopo l’epopea con la Ferrari, si ripresentò a bordo della Mercedes. La differenza è che lui aveva sempre avuto grandi macchine nel corso della carriera, e quando è tornato a 40 anni ne aveva una solamente normale. Nel mio caso, invece, potrebbe essere il contrario, dopo un finale di prima parte di carriera davvero complicato con monoposto non certo competitive. Michael e Lewis Hamilton invece hanno avuto la fortuna di avere sempre tra le mani grandi vetture ma, ovviamente, c’hanno messo anche tanto del loro, non sbagliando mai. Ognuno ha punti deboli, ma sono state eccezioni”.
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