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Sainz penalizzato e retrocesso da 4° a 12°, rabbia Ferrari: il video del caos a Melbourne e i perché della scelta

Luca Montanari

Aggiornato 02/04/2023 alle 13:11 GMT+2

FORMULA 1 - La ricostruzione e l'analisi di quanto accaduto negli ultimi rocamboleschi giri del GP d'Australia, caratterizzati dalle controverse decisioni dei commissari FIA tra cui la penalità a Sainz che ha mandato su tutte le furie il pilota. Per lo spagnolo della Ferrari anche due punti in meno sulla patente.

Sainz-Alonso

Credit Foto Eurosport

Tre bandiere rosse e altrettante partenze dalla griglia in una sola gara: il GP d'Australia 2023 entrerà di certo nella storia della Formula 1 per la sua unicità. Ma anche, e specialmente, per il caos degli ultimi due giri a Melbourne. Due giri trascorsi quasi quanto gli altri 56 precedenti. Insomma, c'è stato un Gran Premio prima della seconda bandiera rossa, e poi un altro Gran Premio da lì fino alla bandiera a scacchi, per quanto stravolgente il finale. Cerchiamo di mettere sotto la lente d'ingrandimento tutto ciò è accaduto lungo le strade dell'Albert Park e quanto deciso dai commissari di gara: dalle motivazioni delle interruzioni della corsa alla penalità di Carlos Sainz.

Bandiera rossa al 55° giro: perché si è deciso di ripartire

L'avvio del terzo round del Mondiale di Formula 1 è piuttosto frammentato, caratterizzato dalle safety car dopo la partenza per l'uscita di Leclerc e successivamente per l'incidente di Albon, con conseguente bandiera rossa qualche giro dopo per ripulire il tracciato. Una situazione analoga ha portato la giuria a interrompere la gara poco prima della fine: al 53° giro Magnussen colpisce il muro e perde la gomma posteriore destra, che rimane in pista, costringendo all'ennesimo ingresso della safety car. Come accaduto precedentemente quando era coinvolta la Williams, non bastano i giri in coda a velocità ridotta: al 55° giro dei 58 in programma ecco la bandiera rossa, la seconda di giornata. Un'aggiunta di sicurezza per trascinare la Haas fuori con la gru e ripulire con calma il tracciato dai detriti.
Nonostante si fosse raggiunto il numero minimo di giri per assegnare punteggi pieni, i commissari optano per riprendere con una partenza da fermo: si deciderà tutto in una mini-gara da due giri, come era avvenuto a Baku nel 2021. Una scelta dettata dalla voglia di aumentare lo spettacolo in pista. Prima di quel momento la classifica recita: Verstappen primo, Hamilton secondo, Alonso terzo, Sainz quarto, poi Gasly, Stroll, Perez, Norris, Hulkenberg e Ocon a completare la top-10. Alla bandiera a scacchi, dopo due giri "neutralizzati" da bandiere rosse e safety car, cambia lo spartito: Verstappen resta primo davanti a Hamilton e Alonso, ma a seguire Stroll, Perez, Norris, Hulkenberg, Piastri, Zhou, Tsunoda, con Sainz solo 12°. Una classifica finale innescata da una lunga serie di decisioni controverse.

Cosa è successo alla ripartenza

Si riparte per la terza volta a Melbourne, ma alla chicane iniziale si scatena il pandemonio: l'autoeliminazione delle Alpine e i ritiri di de Vries e Sargeant portano inevitabilmente ad esporre un'altra bandiera rossa. Una carambola generata da due fattori: l'eccessiva foga dei piloti di voler portarsi davanti a tutti i costi con due soli giri da disputare; ma soprattutto - come fatto notare da Perez nel post-gara - il sole basso che disturba la visibilità dei piloti in una delle frenate più brusche del circuito. Ricordiamo che da diversi anni si corre in Australia nel tardo pomeriggio rendere più comodo l'orario di partenza al pubblico europeo.
A volte ti va contro e altre volte ti aiuta però alla fine per me la cosa più importante è che non possiamo correre in queste condizioni con il sole in faccia. Magari si potrebbe cambiare l'orario o sennò prima o poi ci sarà un incidente brutto [Sergio Perez sulla ripartenza del GP Australia 2023]

Perché Sainz è stato penalizzato fino all'ultimo posto?

A scatenare il far west del penultimo giro il contatto tra Sainz e Alonso, con il 41enne delll'Aston Martin ad avere la peggio e andare in testacoda facendo finire sotto investigazione il pilota della Ferrari. Durante la sospensione il pilota numero 55 spagnolo viene incriminato con una penalità di cinque secondi al termine della gara. Gara che tuttavia riprende con una ripartenza lanciata al momento della bandiera a scacchi, pur di portare a termine tutti e 58 i giri e offrire una parata finale alle tribune dell'Albert Park. Dunque l'ultimo giro, di transizione dall'uscita della pit lane al traguardo, per forza di cose viene effettuato in regime di safety car, con tutte le vetture attaccate tra loro. I cinque secondi di penalità tramutano così in una retrocessione dal quarto posto all'uscita dalla zona punti, 12° e ultimo dei piloti all'arrivo, mandando su tutte le furie il ferrarista iberico.

Niente ricorso Ferrari, per Sainz anche due punti sulla licenza

Ci si attendeva una richiesta d'appello della Ferrari per rimettere in discussione la penalità di Sainz, invece ai microfoni di Sky Sport il team principal Frederic Vasseur esprime rassegnazione: "Insoddisfazione non è la parola giusta, c’è frustrazione. Sainz ha avuto tanta sfortunata a causa della bandiera rossa. Inoltre, non siamo affatto d’accordo con la decisione presa dai giudici, in quanto riteniamo che l’incidente tra Carlos e Alonso sia di gara, come quello tra Leclerc e Stroll. Avremmo preferito che ci fosse un dialogo con noi, una volta terminata la corsa, per spiegare le nostre ragioni anche perché c’è discrepanza di giudizio rispetto a quanto è accaduto in passato". Insomma, nessuna revoca da parte della FIA, anzi, oltre il danno la beffa: a Carlos verrano tolti pure due punti sulla patente, per quanto grave è stato giudicata la condotta.
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