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Vettel e affidabilità: la Ferrari e Leclerc ci sono, ma i problemi sono tutti lì

Paolo Sala

Pubblicato 01/04/2019 alle 08:29 GMT+2

La SF90 ritrova le prestazioni ma riscopre i problemi di affidabilità con cui aveva chiuso i test. E Sebastian Vettel, ancora una volta sconfitto da Hamilton e con un Leclerc che scalpita, è l'altro grosso problema di Maranello. Va recuperato, e in fretta.

Sebastian Vettel, focus, GP Bahrain

Credit Foto Getty Images

Se quella di Melbourne era troppo brutta per essere vera, la SF90 vista in Bahrain ha rimesso le cose a posto; veloce, stabile, dominatrice dal venerdì mattina a tre quarti di gara e con tutte le certezze tecniche dei test ritrovate in pieno. Ma se il valore aggiunto alla ritrovata competitività è un Charles Leclerc perfetto e sfortunato, i problemi sul tavolo non mancano: la Mercedes macina punti, l'affidabilità della rossa torna a preoccupare e soprattutto c'è il concreto rischio di 'perdere' un Sebastian Vettel sempre più preda dei suoi stessi fantasmi.

Melbourne archiviata, ma va trovata l'affidabilità

Sul piano delle prestazioni gli uomini di Maranello lasciano il Bahrain con l'animo certamente rinfrancato: la SF90 ha dominato in lungo e in largo il week end, ritrovando tutte quelle peculiarità che a Montmelò l'avevano fatta eleggere macchina da battere, e lo stesso Hamilton, tagliato il traguardo, ha lanciato un messaggio ai suoi lasciando intendere che ci sarà da lavorare parecchio per star davanti alle rosse. In Spagna, tuttavia, Mattia Binotto non mancò di sottolineare come avrebbe preferito una maggiore affidabilità dopo le noie degli ultimi due giorni di test, e il problema alla parte di ibrida che ha tagliato le gambe a Charles Leclerc ricorda come sia fondamentale trovare il più presto possibile la totale affidabilità della macchina.

Charles Leclerc è pronto

Se qualcuno avesse avuto dei dubbi, il week end di Sakhir conferma come Charles Leclercsia più che pronto non solo per guidare una Ferrari, ma anche per iniziare a mettere a fuoco degli obiettivi concreti. Naturalmente alla sua età va verificato soprattutto in termini di costanza di rendimento, ma è evidente come velocità, approccio al lavoro e lucidità mentale siano quelli del predestinato. Tanto da rendere necessaria in seno al team un'approfondita valutazione sulla scelta fatta a inizio anno di avere in Sebastian Vettel la teorica prima guida. Perché un Leclerc a questi livelli rischia seriamente di creare ulteriori problemi ad un Vettel in bambola.
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Dopo aver conquistato la prima pole position in carriera, Charles Leclerc è rimasto in testa fino a 8 giri dalla fine del GP del Bahrain.

Credit Foto Getty Images

Sebastian Vettel preda dei fantasmi

E qui torniamo al problema maggiore che ad oggi in Ferrari sono chiamati a risolvere: se un guasto come quello occorso alla power unit di Leclerc non è con tutta probabilità di carattere strutturale, la crisi tecnica di Sebastian Vettel sembra invece diventarlo ogni giorno di più. Battuto in qualifica dal giovane compagno (anche in virtù di una non perfetta gestione della Q2) e superato di forza in pista, Seb è uscito ancora una volta con le ossa a pezzi dal confronto corpo a corpo con Lewis Hamilton. Corpo a corpo peraltro reso possibile dall'incapacità di mettere un gap rassicurante fra sé e la Mercedes. E come alla Roggia l'anno scorso, Vettel è mancato di lucidità, non ha 'accettato' il sorpasso di Lewis ed ha gettato al vento un secondo posto ancora possibile girandosi malamente. I baffi anni '70 da fratello maggiore non sembrano funzionare, la pressione di Leclerc è un ulteriore problema.

Shanghai sarà un bivio per Vettel

La squadra ha scelto, assennatamente, di proteggerlo dall'inizio affidandogli il ruolo di prima guida e tenendolo davanti a Leclerc in Australia. Con 19 Gp da disputare la linea può continuare ad essere questa, ma se Leclerc continuerà a dimostrarsi più veloce occorrerà ovviamente cambiare paradigma. In questo senso il prossimo Gp, fra due settimane in Cina, diventa un vero snodo stagionale per il tedesco: vincere e riprendersi con la forza il ruolo di leader sarebbe un toccasana, altrimenti i fantasmi rischiano davvero di moltiplicarsi.

Flash sparsi

In miglioramento l'Alfa Romeo, con un grande Kimi Raikkonen e un Antonio Giovinazzi invece impalpabile. Incredibile il doppio guasto nella stessa staccata per le due Renault, fin lì saldamente a punti. Non male anche la McLaren, con Fernando Alonso al muretto. Così così la Red Bull, col motore Honda un po' ridimensionato rispetto alla scintillante gara d'esordio. Male Gasly, con Helmut Marko segnalato già in fibrillazione. E male le Haas, scomparse rispetto a Melbourne ed alle qualifiche. Infine le gommePirelli: per dare l'idea di quanto anomala sia la pista di Melbourne, nel Gp d'Australia l'undercut era praticamente inutile e qualcuno ipotizzava dipendesse dalla caratteristiche delle nuove coperture 2019, qui assicurava due/tre secondi di guadagno.
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