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Verstappen imbattibile, ma ora la Red Bull è una polveriera. E può andare in frantumi

Paolo Sala

Pubblicato 10/03/2024 alle 09:41 GMT+1

GP ARABIA SAUDITA - La RB20 mantiene il mezzo secondo di vantaggio che aveva la sua progenitrice ad Abu Dhabi, ma ora a inseguirla c'è una Ferrari che denota una crescita incoraggiante. Soprattutto se il caso Horner, allargatosi a Helmut Marko e al clan Verstappen, dovesse destabilizzare la Red Bull con conseguenze sul prosieguo dell'anno.

Un drone veloce come la RB20 di Verstappen: l'ultima impresa Red Bull

La Red Bull 2024 è un'altra astronave, e riguarda la magica penna di Adrian Newey e il modo in cui l'ha cucita addosso a un Max Verstappen sempre più robot. Ma è anche un'autentica polveriera, nelle figure di Chris Horner, Helmut Marko e ancora Max Verstappen, o quanto meno il padre-mentore Jos. Se la macchina è l'ennesimo orologio perfetto, in grado di sviluppare un grip e imporre un passo gara inavvicinabili per chiunque, il team di Milton Keynes vive giorni di tensione come mai prima nella sua storia.
E chissà che la recente dipartita di Mateschitz non abbia avuto un ruolo in questo 'Horner gate' che ha finito per far emergere una guerra interna che riguarda anche Helmut Marko e le due anime della proprietà, quella austriaca e quella asiatica. Una guerra in cui il clan Verstappen ha decisamente preso posizione, con conseguenze difficili da ipotizzare di qui ai prossimi giorni, o settimane. La storia è più che sufficiente a squassare il team che ha dominato e sta dominando la più recente era turbo-ibrida, perché la spaccatura può riguardare a cascata diversi comparti tecnici, e perché la posizione all'interno della squadra di parecchi ingegneri, oltre che dello stesso Max, potrebbe non essere più così salda. Magari non sarà sufficiente a compromettere un 2024 in buona parte già impostato, ma certo l'orizzonte si fa cupo per la squadra nata dalle ceneri della Jaguar.

RISCHIO IMPLOSIONE

Nessuno dotato di buon senso può pensare che la situazione interna l team possa seriamente minare le possibilità della RB20 di portarsi a casa i titoli 2024. Il progetto è una volta di più vincente, gli sviluppi sono già stati impostati da qui alla fine dell'estate, il mezzo secondo di vantaggio medio sul giro in gara evidenziato sulla Ferrari non lascia troppo margine a velleità di rimonta altrui. Ma lo sconquasso creato a Milton Keynes dal caso Horner è pesante e pericoloso, perché spacca in due il team e rischia seriamente di avere impatti sul medio termine. E rendere meno compatto un gruppo di lavoro in cui, non a caso, qualcuno si è già insinuato a caccia dei tecnici che da anni lavorano fianco a fianco con Newey. Se ne capirà di più a breve, certo quello che sembrava un caso di molestie si è trasformato in una sorta di guerra industriale.
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Christian Horner e Max Verstappen

Credit Foto Getty Images

HORNER LE DUE ANIME RED BULL

La famigerata mail anonima distribuita durante le libere in Arabia è stata la scintilla. Chi non accettava l'assoluzione "interna" di Horner ha squadernato i messaggi intimi, ributtando la palla nel campo del team principal e rimettendo sostanzialmente tutto in discussione. Qualcuno che ha evidentemente accesso ai documenti più riservati del caso. La sparata di Jos Verstappen contro Chris Horner e poi la sospensione di Helmut Marko hanno portato a galla quella che è la questione portante dietro il caso della dipendente molestata (e nel frattempo sospesa): una guerra fra Horner e Marko che probabilmente è anche quella fra la metà asiatica e quella austriaca che rappresentano la proprietà. Una contesa difficile da comprendere, proprio perché ai livelli più alti, che non può non avere ricadute sui livelli inferiori.

LA MOSSA DI VERSTAPPEN

In tutto ciò, non senza sorpresa, c'è stata la netta presa di posizione del clan Verstappen, e quindi di Max. Il papà Jos ha attaccato frontalmente Horner intimandogli di andarsene, e trovando nel frattempo il modo di non essere presente in Arabia (e forse anche al prossimo appuntamento in Australia). Max, da parte sua, ha reagito con vigore alla sospensione inflitta ad Helmut Marko, peraltro stranamente anticipata ai media unicamente dallo stesso Marko. Ma soprattutto il campione del Mondo olandese ha messo per la prima volta in dubbio il suo futuro in Red Bull, legandolo saldamente alle sorti del manager austriaco. Un bel garbuglio, in grado di cambiare gli eventi interni al team.
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Max Verstappen - Red Bull

Credit Foto Getty Images

CACCIA AI TECNICI

Come riportato negli ultimi giorni, la Ferrari sembra essersi già mossa sulle traccie di alcuni dei tecnici - una sorta di cerchio magico - del gruppo di Newey. Tecnici che vantano conoscenze dell'aerodinamica e dell'effetto suolo che gli altri team evidentemente non hanno, e che potrebbero spostare gli equilibri in vista delle macchine 2026. Maranello si è già aggiudicata Loic Serra, specialista dell'interazione fra gomme e sospensioni di provenienza Mercedes, qualche altro tecnico di Brackley seguirà Lewis Hamilton e il lavoro di tutti costoro convergerà sulla monoposto 2025. Ma ora tutti guardano in direzione Red Bull per il 2026, anche la Mercedes. Che del resto è la prima indiziata ad accogliere, eventualmente, Verstappen.

FERRARI, COSA C'È E COSA MANCA

A proposito di Ferrari, il Bahrain e l'Arabia - tracciati con caratteristiche quasi opposte - hanno certificato la gerarchia in pista: dietro l'imprendibile Red Bull ci sono le rosse, poi McLaren, Mercedes e Aston Martin. La SF-24 si conferma macchina bilanciata e consistente, che forse può ancora trovare qualcosa sul passo gara già prima del primo pacchetto di sviluppi. Se la SF-23 degradava enormemente le gomme, la macchina di quest'anno sembra al contrario faticare un po' ad accendere le coperture (come con le morbide in qualifica, dove servivano due giri di preparazione a Leclerc, e con le dure in gara dopo la safety car), ma in compenso riesce ad andare piuttosto lunga coi suoi stint, come dimostra il giro veloce del monegasco all'ultima tornata. Il vantaggio su chi segue è fondamentale per potersi concentrare solo sulla Red Bull, la base è solida per accogliere il programma di sviluppi previsto. C'è da capire meglio le gomme e ottimizzare di conseguenza i setup, ma la Ferrari è dove sperava di essere, il cammino verso la risalita al vertice è iniziato. E molto, soprattutto nelle tempistiche, dipenderà da quello che succederà in seno alla Red Bull.
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