Hamilton: "La Ferrari mi emoziona: è la sfida di cui avevo bisogno. Io e questa Scuderia condividiamo lo stesso sogno"

F1 - Nell'intervista ufficiale per il rilascio della sua prima Ferrari, la SF-25, Lewis Hamilton non nasconde l'entusiasmo e l'orgoglio per questa nuova avventura: "Dal primo giorno che ho conosciuto le persone che lavoravano al progetto della nuova monoposto è stato entusiasmante mi sono sentito di condividere lo stesso sogno con ciascuno di loro".

Hamilton debutta in Ferrari: rivivi i primi giri a Fiorano e la festa dei tifosi

Video credit: SNTV

Nella sua prima uscita ufficiale da pilota ufficiale dinanzi a un pubblico londinese in visibilio, Lewis Hamilton ha ammesso che l’approdo in Ferrari lo sta rigenerando, regalandogli nuove energie e tanta adrenalina ed eccitazione per essere parte della scuderia più prestigiosa e iconica dell’intero circus, un sentimento ribadito anche nell’intervista ufficiale ai canali della Scuderia di Maranello per il lancio della sua prima Ferrari, la SF-25.
"Fin dal primo giorno che ho conosciuto le persone che lavoravano al progetto della nuova monoposto è stato entusiasmante, pur non conoscendone realmente ancora i dettagli; ho visto la passione e l'impegno che mettevano, e mi sono sentito di condividere lo stesso sogno con ciascuno di essi, ora facendone parte anche io. E' unico, surreale... Sinceramente non avrei mai creduto possibile arrivare in Ferrari, ne sono grato ed orgoglioso. Questa vettura sarà la mia e di Charles, ma ho già avuto modo di guidarne un paio di quelle vecchie che erano state costruite per altri piloti. Ma questa è proprio per noi due, il che è veramente bellissimo".

"Della Ferrari mi ha colpito la passione e la dedizione di chiunque lavora a Maranello"

"Quando entri in questa squadra senti tantissimo la passione, sensazioni reali quasi quantificabili. Arrivando da un'altra azienda, è un posto dove sei felice di ritrovarti a lavorare, vedi la dedizione e non senti la voglia di tornare a casa verso sera. So che ci sarà tanto da imparare e ho già anticipato che è una sfida molto impegnativa, ma stiamo lavorando assieme con grande entusiasmo, e ogni giorno vedo che cresciamo. Sapevo di avere bisogno di qualcosa di nuovo, di un'altra sfida e quando sono arrivato qui me ne sono reso conto davvero, ma ho sempre il sorriso ed è una situazione che mi rivitalizza".
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Lewis Hamilton, Fred Vasseur e Charles Leclerc sul palco della O2 Arena di Londra

Credit Foto Getty Images

Hamilton poi si addentra sulle differenze incontrate rispetto alle sue precedenti esperienze in McLaren e Mercedes e sul rapporto col nuovo compagno Leclerc.
"Qui è tutto diverso, ho vissuto il passaggio da McLaren a Mercedes ed era già stato un bel salto, ma avevamo anche già usato quel motore quindi c'erano alcune cose simili. In Italia invece è tutto differente, dagli strumenti al linguaggio, ma per ora ognuno è stato fantastico e c'è grandissima voglia di fare, concentrazione e impegno. Personalmente ho cercato di godermi ogni test svolto provando a trovare il limite della vettura il più velocemente possibile, poiché non potevamo girare per una giornata intera, ed è stato davvero divertente e diverso, però abbiamo una strada ancora lunga davanti a noi e tante sfide. Il rapporto con Charles? Non ci sono stati problemi, anche se sono il nuovo arrivato. Abbiamo sempre parlato durante i weekend di gara nutrendo rispetto l'uno verso l'altro. Abbiamo un paio di interessi in comune, entrambi suoniamo il piano e lui forse meglio di me, e ci piace la moda, per cui al di fuori delle gare c'è sempre stato qualcosa di cui chiacchierare. Lo scorso anno in un paio di gare abbiamo combattuto in maniera ravvicinata, ma a parte questo direi che lavorare con lui è stato un piacere fino ad ora. So che quest'anno ci motiveremo l’un l’altro, cercando di fare il meglio per la squadra, combattendo per il vertice".
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Strette di mano e sorrisi: lo storico primo giorno di Hamilton in Ferrari in 80"

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Per ambientarsi al meglio, Hamilton sta anche andando a scuola d’italiano per dialogare al meglio con ingegneri e tecnici di Maranello.
"Sto prendendo lezioni. Sto imparando pian piano, ma a chi non piace l'italiano... Quando ho cominciato a correre, a 13 anni mi sono ritrovato in una squadra italiana, dal 1997 al 2001, e sono stato molto in Italia. Credo proprio sia stato il mio periodo preferito di quel momento della mia vita. Odiavo la scuola e non andavo bene, ma nel fine settimana prendevo l'aereo e venivo in Italia, potevo mangiare il gelato, la pizza, lasagne e pasta; in generale il cibo è fantastico, per cui sono veramente entusiasta di essere tornato qui e vorrei impararne meglio la cultura e visitare posti".
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