...per far pace con Fota

Alla vigilia del Consiglio mondiale della Federazione, previsto domani a Parigi, Max Mosley sta meditando di non candidarsi alla presidenza della Fia nella speranza che possa ricomporsi la frattura con la Fota. Secondo l'autorevole quotidiano inglese "The Times", il presidente della Federazione internazionale ritiene che lo scontro in atto con i team rischi di danneggiare gravemente l'autorità della Fia, oltre che minare il futuro della Formula Uno.

Una crisi che - secondo Mosley - potrebbe rientrare se l'attuale presidente non si presentasse alle prossime elezioni, in programma a ottobre. Mosley non sembra escludere questa ipotesi, ma chiede alla Fota (l'associazione che rappresenta otto degli attuali dieci team in Formula 1) la garanzia di non percorrere la strada di un nuovo mondiale, alternativo alla F1.

Sarà fondamentale la posizione che prenderà Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Fota e della Ferrari (per la prima volta direttamente rappresentante di Maranello al Consiglio): se ci sarà un'apertura allora questo scenario potrebbe diventare realtà, altrimenti Mosley continuerà a pensare ad un attacco personale e deciderà di non avere altra scelta che restare al vertice della Fia.

Nel frattempo, anche Bernie Ecclestone ha ridotto il suo appoggio a Mosley: "Penso che, forse, a lungo termine abbia ragione, ma a breve sbaglia - ha detto - Perchè se i pazzi (cioè la Fota, ndr) se ne vanno e provano a organizzare un proprio campionato, tutto questo manderà in pezzi la Formula 1 e il progetto che loro stanno tentando di realizzare".

Ma neppure la fine del regno di Mosley potrebbe bastare ai team ribelli. Nei giorni scorsi Flavio Briatore ha ribadito una volta di più che il tempo delle trattative con la Fia è definitivamente scaduto e ora le squadre devono procedere per la loro strada.