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Dalla Svizzera a PyeongChang: 17.000 km in bicicletta per vedere la gara del figlio

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Aggiornato 14/02/2018 alle 10:46 GMT+1

Guido Huwier e Rita Ruttimann sono partiti dalla Svizzera la scoso marzo e sono arrivati a PyeongChang percorrendo 17.000 km in bicicletta per assistere alla gara di freestyle del figlio: un viaggio pazzesco in cui hanno attraversato 20 Paesi... e intendono proseguire visitando il mondo sulle due ruote!

Mischa Gasser impegnato durante le Olimpiadi di Sochi 2014

Credit Foto Getty Images

Alle Olimpiadi invernali di PyeongChang ci sono genitori emozionati che tifano, urlano, si commuovono e sostengono. Ma Guido Huwier e la moglie, Rita Ruttimann, hanno voluto sigillare l'evento con un'impresa che ha dell'eroico: percorrere 17.000 chilometri in bici, dalla Svizzera alla Corea del Sud, per vedere la gara del figlio. La coppia è partita da Olten il 17 marzo dell'anno scorso: hanno attraversato 20 paesi, sono stati bloccati in Kazakistan e hanno dovuto prendere due aerei per arrivare al Phoenix Snow Park, sede degli eventi di sci e snowboard freestyle dei Giochi. Il figlio infatti, Mischa Gasser, è un atleta di aerial freestyle che sabato inizia la sua Olimpiade con le qualificazioni. Ieri, dopo gli allenamenti, ha potuto riabbracciare i suoi genitori. "Sono felice di aver visto mio figlio e ce l'abbiamo fatta", ha spiegato Guido. "E' stato fantastico".

Tra Kazakistan e l'autostrada del Pamir, a 4.750 metri

Guido e Rita sono atterrati sabato in Corea del Sud dopo aver preso un aereo dalla Cina. "Dal Kazakistan non siamo riusciti ad entrare in Cina, quindi abbiamo preso un aereo per andare nel sudest asiatico", ha spiegato l'uomo, 56 anni. "Poi abbiamo preso un altro aereo verso Seul". Qui sono saliti in bicicletta verso la città di PyeongChang, nel sud-est del Paese e sede dei Giochi olimpici, un luogo noto per i venti forti e le basse temperature. "Qui fa veramente freddo", ha detto Rita, 58 anni. "Eravamo nel sud-est asiatico dove c'erano 30 gradi, ma qui ce ne sono -10 e -15, è davvero difficile".
In questi mesi la coppia ha dormito in hotel o motel lungo la strada, o persino in una tenda. Ora, soggiornano in un hotel a PyeongChang. Secondo Guido la cosa più complicata del percorso è stato viaggiare lungo l'autostrada del Pamir, una delle strade più alte del mondo, in Asia centrale. "L'autostrada ci ha portato a circa 4.750 metri sopra il livello del mare", ha raccontato spiegando che "l'aria sottile e la mancanza di buon cibo…hanno reso estenuante la situazione".

...e il viaggio continua!

Gasser sapeva che Guido e Rita ce l'avrebbero fatta. "Il loro viaggio non è normale, ma loro sono così", ha commentato Gasser. "Ero più sicuro che ce l'avrebbero fatta più di quanto sono sicuro per le Olimpiadi". Dopo aver visto le performance aeree del figlio sabato (e domenica se si qualificherà) la coppia continuerà il viaggio: vogliono andare in Giappone prima di rientrare in Svizzera e progettare il prossimo tour in bici. "Era il nostro sogno e non è ancora finito - spiega Rita - vogliamo percorrere in mondo sulle due ruote, non siamo stanchi, Anzi. Siamo felici di poter fare quello che amiamo" . Solo a piedi o in bicicletta, assicurano, si può sperimentare "quanto il mondo si fatto da montagne e vallate".
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