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Costanza, talento e i consigli di Vale Rossi: così Franco Morbidelli è diventato un big della Moto2

Stefano Dolci

Aggiornato 10/04/2017 alle 23:04 GMT+2

Il motociclismo italiano in Qatar ed Argentina ha scoperto le potenzialità di Franco Morbidelli, 22enne pilota italo-brasiliano che è diventato il primo rider a vincere le prime due gare della stagione con una Moto2. Romano ma di sangue brasiliano da 11 anni vive a Tavullia e si allena con Valentino Rossi che da idolo è diventato il suo amico, mentore e capo dell'Academy.

2017, Franco Morbidelli, GP Argentina, Moto2, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Franco Morbidelli, in Qatar e a Termas de Rio Hondo, ha scritto una piccola pagina della storia del motociclismo. Da quando nel 2010 nome e regolamento della classe intermedia sono radicalmente cambiati (si corre con motori unici 600 cc 4 tempi e non più con propulsori da 250 cc due tempi) nessun pilota era riuscito a vincere le prime due gare dell’anno. Morbidelli è riuscito dove Marquez, Zarco, Vinales, Rabat, Pol Espargaro e diversi altri piloti attualmente protagonisti della MotoGP avevano fallito.
Basterebbe questo per montarsi la testa, far bisboccia per qualche giorno e reclamare un po’ più d’attenzione su di sé dai media del settore. Chi conosce e lavora o ha lavorato a stretto contatto con il Morbido però sa che non bastano due vittorie per far perdere il lume della ragione e l’equilibrio a questo talento di 22 anni che ha avuto un percorso di crescita anomalo, rispetto a molti suoi colleghi, ma non ha mai mollato, lavorando in maniera quasi maniacale, al fianco di un idolo diventato col tempo amico e mentore: Valentino Rossi. Lavorando a stretto giro di posta col Dottore ha migliorare il proprio stile di guida e carpito i segreti per diventare un pilota vincente, il rider da battere nella corsa al titolo iridato della classe Moto2.
I piloti che hanno vinto le prime due gare dell'anno nella classe 250/Moto2
1950Dario Ambrosini (ITA)Titolo vinto
1952Fergus Anderson (GBR) -
1954Werner Haas (GER)Titolo vinto
1956Carlo Ubbiali (ITA)Titolo vinto
1957 Tarquinio Provini (ITA)Titolo vinto
1962Jim Redman (GBR)Titolo vinto
1965 Phil Read (GBR)Titolo vinto
1966Mike Hailwood (GBR)Titolo vinto
1972-1973Jarno Saarinen (FIN)1 Titolo vinto
1976Walter Villa (ITA)Titolo vinto
1991-1992Luca Cadalora (ITA)2 Titoli vinti
1994Max Biaggi (ITA)Titolo vinto
2000Shin'ya Nakano (JAP) -
2001Daijiro Kato (JAP)Titolo vinto
2003Manuel Poggiali (RSM)Titolo vinto
2006-2007Jorge Lorenzo (SPA)2 Titoli vinti
2017 Franco Morbidelli (ITA)?
Franco Morbidelli è diventato il settimo italiano a vincere le due gare inaugurali di un mondiale della classe intermedia. Prima di Morbidelli, l'ultimo a riuscirci fu in assoluto Jorge Lorenzo nel 2007 mentre fra i piloti di casa nostra bisogna risalire al 1994 quando ci riuscì Max Biaggi. Statistica alla mano ben 14 dei 16 piloti che sono riusciti a realizzare tale impresa a fine anno si sono laureati campioni del mondo.

Il romano di Tavullia con sangue brasiliano

Figlio di Livio Morbidelli, ex vicecampione italiano della classe 80 e 125 scomparso 4 anni fa, e di mamma Cristina, originaria di Recife, dalla quale ha ereditato il sangue brasiliano: Franco Morbidelli è nato a Roma e ci ha messo poco a farsi stregare dal sacro demone della velocità. Cresciuto nell’officina del padre fra motori, carburatori e chiavi inglesi: Franco ha quasi imparato prima ad andare in moto che a camminare, visto che a nove mesi è salito per la prima volta su una minimoto con le rotelline e a un anno e mezzo già scorazzava in pista sotto l’occhio vigile del padre, che lo lasciava libero di spingere e divertirsi non appena le gare dei ragazzini più grandi erano terminate. Franco cresce in fretta e fra i sette e dieci anni vince tutto quello che c’è da vincere nelle minimoto. Nel 2005 il padre Livio, per agevolare la crescita del figlio, sceglie di lasciare la Capitale e trasferirsi in provincia di Pesaro, a due passi dal circuito di Misano e da quella Romagna che tanti piloti ha svezzato e consegnato alla storia del motomondiale. La famiglia Morbidelli prende casa a Tavulllia e Franco inizia ben presto a stringere amicizia con Valentino e a trascorrere i suoi pomeriggi alla ‘Cava’, la pista sterrata dove Rossi e tanti altri piloti del mondiale (e non) si tenevano allenati, affinando le tecniche di guida in sella alla moto da cross.
Il rapporto con Valentino è nato quando avevo 13-14 anni. Mio padre era amico di Graziano, il padre di Rossi, e grazie al suo aiuto sono riuscito ad allenarmi alla Cava, la pista dove prima della nascita del Ranch Vale era solito allenarsi. La prima volta che mi sono allenato con Rossi avevo 14 anni da quel giorno ho trascorso tanto tempo insieme a lui cercando di carpire i segreti e di mettere a frutto i tanti consigli che ogni volta lui dispensa ai piloti più giovani che sognano di provare a diventare campioni come lui… (Franco Morbidelli, 19/8/2015 gpone.com)
Mentre il rapporto d’amicizia con Vale si consolida, Morbidelli continua il suo percorso di crescita in pista disputando il Cev 125 con uno dei team più quotati. Il mondo delle moto però è crudele, avere talento non sempre basta, avere l’aiuto di qualche sponsor può aiutare ma soprattutto è necessario avere qualcuno disposto a garantirti una chance, anche quando tutti sembrano essersi dimenticati di te. Nel momento più buio a credere nelle qualità di Morbidelli è stato Stefano Morri, team manager del team Bike Service di Rimini insieme a cui Morbidelli ha corso il primo Europeo Superstock 600 nel 2012.
Franco e suo padre li ho conosciuti grazie a un amico comune, Damiano Evangelisti della Andreani Group. L’anno prima aveva disputato il Civ con il Forward Racing nella categoria Stock 600 non ottenendo risultati eclatanti ed era rimasto a piedi. Gli ho organizzato un test e mi ci è voluto poco per capire che aveva la stoffa e il talento per diventare in futuro un pilota importante. Di Franco mi colpì la capacità di essere riflessivo e rigoroso nella ricerca della perfezione della moto. Quante volte mi capitava vederlo alle 10 di sera nel box a parlare coi meccanici e a chiedere a tutti come avrebbe potuto impostare meglio quella curva… A 17 anni non è semplice essere già così inquadrati. In quell’anno con noi ottenne il primo podio e chiuse al 5° posto la stagione crescendo costantemente e meritandosi la chiamata del Team Italia con cui l’anno seguente vinse il titolo Europeo Stock 600.

Deganello: Umiltà e costanza, il futuro del motociclismo italiano è in buone mani

Proprio l’exploit nell’Europeo Superstock 2013 regala a Morbidelli la chance di debuttare nel mondiale Moto2 come wild card nel team Gresini. In sella a una Suter e alla prima esperienza con un prototipo, il Morbido disputa tre GP sfiorando la zona punti a Valencia. Proprio quel 17esimo posto convinse l’allora team manager del team Italtrans Gigi Pansera ad offrire a Franco un test nel periodo natalizio per convincerlo a regalargli una moto nella stagione seguente. Il provino andò bene e Morbidelli festeggiò il Natale con la certezza di essere finalmente un pilota del motomondiale oltre che una delle punte di diamante dell’Accademia di giovani piloti di Valentino: “La trattativa del mio contratto fu gestita direttamente da Valentino, Uccio e i ragazzi della VR46 Academy – ha raccontato in una recente intervista a corsedimoto.com - Per la mia carriera Vale è stato fondamentale, ovvero una fortuna nella fortuna. Con Valentino impari milioni di cose al giorno, anche solo standogli vicino in silenzio. Ti guarda, ti consiglia e poi attorno a se ha una energia positiva che ti da una grande forza”.
Nel team Italtrans la crescita di Morbidelli resta costante, dopo un 2014 di rodaggio ed apprendistato l’anno seguente con un capotenico di grande esperienza come Aligi Deganello (attuale capotecnico di Melandri nel team Ducati Aruba SBK e storico capotecnico di Simoncelli e Biaggi in MotoGP e Sbk) al proprio fianco il rider italo-brasiliano coglie il primo podio nel mondiale (Indianapolis) e si guadagna le attenzioni di Michael Bartholemy, responsabile del team belga Marc Vds (uno dei più competitivi del mondiale Moto2), che lo sceglie per sostituire lo spagnolo Tito Rabat e non se ne pente visto che dopo gli otto podi ottenuti nelle ultime 10 gare della stagione, quest’anno con le due vittorie di prepotenza in Qatar ed Argentina, il Morbido appare il favorito numero uno per il titolo Moto2…
Queste due vittorie non mi sorprendono, anzi semmai pensavo arrivassero prima. Ho sempre saputo che Franco aveva tutto per diventare un pilota vincente – ci racconta Deganello – nell’anno in cui abbiamo diviso il box, si ruppe tibia e perone in una caduta in allenamento, ma senza quel problema avrebbe potuto ottenere altri podi. Le sue qualità migliori sono la determinazione feroce, l’umiltà e la durezza mentale. E’ uno che sta sempre sul pezzo che raramente cade ed oltrepassa il limite, che insegue la costanza e non si sente mai arrivato. A chi assomiglia dei piloti che ho avuto? Fare paragoni è sempre complicata. Non ha l’esuberanza e il genio del Sic è più simile a Biaggi anche per la pulizia della guida e la maniacalità nella cura del dettaglio. E’ certamente il talento più luminoso del motociclismo italiano e ha tutte le carte in regola per vincere il titolo ed essere protagonista anche in MotoGP.
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