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Benedetta Pilato, quattordicenne d'oro: più precoce della Pellegrini, insegue le più grandi

Marco Castro

Aggiornato 05/12/2019 alle 16:57 GMT+1

La nuotatrice tarantina ha vinto l'oro nei 50 rana agli Europei in vasca corta di Glasgow a 14 anni, 10 mesi e 16 giorni. Un fenomeno di precocità, meglio della Divina e sognando i risultati delle più grandi interpreti di questo sport.

Katie Ledecky, Benedetta Pilato, Federica Pellegrini copertina

Credit Foto Eurosport

Meravigliosa Benedetta Pilato. L'inno di Mameli risuona forte e chiaro nell'aria di Glasgow e la tarantina lo scandisce tra commozione e orgoglio. A 14 anni, 10 mesi e 16 giorni, ha vinto da predestinata i 50 rana agli Europei in vasca corta, primooro tra i grandi dopo aver spadroneggiato sulla distanza a livello giovanile. Una splendida prima volta, per lei e per l'Italia su questa distanza, che elegge la classe 2005 tra le atlete più interessanti della prossima Era del nuoto.
No, l'argento ai Mondiali di Gwangju non era stato un fuoco di paglia. Quattro mesi dopo, Benedetta ha realizzato un ulteriore step in una carriera fresca e che fa parlare sempre di più. Ed è naturale, senza volerle mettere addosso nessuna dannosa pressione, che i paragoni di precocità con le più grandi del nuoto si sprechino. Prendiamo Federica Pellegrini, ad esempio. Che proprio a Glasgow vinceva nel 2003 la medaglia d'argento nei 100 stile agli Europei juniores. L'anno successivo la Divina conquistava lo storico argento olimpico di Atene, ma per il primo titolo in un grande evento bisognava attendere il 2005, con Federica prima agli Europei in vasca corta di Trieste a 17 anni e 4 mesi. Certo, la Pilato metterebbe la firma ovunque per vincere un terzo di quanto fatto dalla campionessa veneta, ma intanto ha raggiunto un piccolo grande traguardo prima di lei.
Non so cosa dire, davvero. Mi viene da piangere. Rispetto alla Corea ero più tesa, perché pensavo di dover dimostrare qualcosa. E invece no, non dovevo dimostrare niente, anzi dovevo dimostrare qualcosa a me stessa, e quindi sono contentissima. Ho preso l'oro con la grinta e la determinazione. Questa medaglia d'oro è la prima e speriamo ce ne siano tante altre [Benedetta Pilato]
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14 anni e non sentirli: la favola di Benedetta Pilato, medaglia mondiale azzurra più precoce

Un'atleta in grado di precedere Benedetta di un'incollatura per precocità è stata la grande Franziska Van Almsick. 42 medaglie tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei, la prima gioia per la tedesca arrivò ai campionati continentali in vasca corta di Espoo 1992: prima nei 50 stile a 14 anni e 8 mesi. A livello olimpico nessuno ha fatto meglio della giapponese Kyoko Iwasaki, oro nei 200 rana a Barcelona 1992 a 14 anni e 6 giorni. Qualcosa meglio dell'ungherese Krisztina Egerszegi, vincitrice dei 200 dorso a Seoul 1988 un mese dopo il suo quattordicesimo compleanno.
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Katie Ledecky con Michael Phelps.

Credit Foto Eurosport

E le grandi del nuoto contemporaneo? Missy Franklin, ritiratasi lo scorso anno, sfiorò la qualificazione a Pechino a 2008 quando aveva tredici anni. Tre estati dopo, a Shanghai, vinse tre ori, tra cui quello nei 200 dorso a 16 anni e due mesi. Katie Ledecky fu la più giovane convocata nella spedizione americana a Londra 2012 e incantò negli 800 stile libero con un oro clamoroso, segnato dal secondo miglior crono di sempre nel contesto a cinque cerchi. Età al momento dell'impresa? 15 anni, 4 mesi e 17 giorni. Numeri incredibili, come quelli di Sarah Sjöström. La svedese, regina dello sprint, ricoprì d'orgoglio il suo Paese già agli Europei di Eindhoven 2008. A 14 anni e 7 mesi arraffò l'oro nei 100 farfalla, primo grande successo in una carriera da sogno. Più "tardiva" Katinka Hosszu, che iniziò a vincere (senza più smettere) nei 400 misti di Roma 2009, a vent'anni compiuti.
Katie Ledecky, Benedetta Pilato, Federica Pellegrini
Grandissimi nomi, come i sogni di Benedetta Pilato. Che nel breve termine sogna una doppietta con i 100 rana, sfidando ancora Martina Carraro. Con vista su Tokyo 2020, dove però i 50 non ci saranno. Lei dovrà essere brava a qualificarsi sulla doppia distanza e ritrovare le sensazioni vincenti anche in vasca lunga. Con questo talento e questa fiducia, non ci stupiremmo di ritrovarla in Giappone tra sette mesi.
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