Da Ondina Valla a Federica Pellegrini, le donne italiane che hanno fatto la storia delle Olimpiadi

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Aggiornato 16/05/2017 alle 23:35 GMT+2

Dalla prima medaglia di Ondina Valla (di cui cade il centenario della nascita) fino al dominio del fioretto femminile a Londra 2012, la storia del movimento olimpico azzurro "in rosa", per arrivare alla prossima portabandiera di Rio 2016, Federica Pellegrini

Ondina Valla-Federica Pellegrini

Credit Foto Eurosport

Il 20 maggio del 1916, esattamente 100 anni fa, nasceva a Bologna Trebisonda "Ondina" Valla, la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro ai Giochi Olimpici e oggi, nel centenario della sua nascita, dedichiamo il nostro viaggio nel tempo di questa settimana allo sport olimpico al femminile.

Il soprannome, la medaglia, la rivalità

Trebisonda Valla inizia a essere chiamata Ondina a causa di un errore di battitura in un articolo di giornale e con quel nome diviene celebre negli anni ’30. All’età di vent’anni, nei Giochi di Berlino 1936, si impone nella gara degli 80 metri ostacoli stabilendo, tra l’altro, il nuovo record del mondo durante la semifinale. La vittoria olimpica, unita ai tanti risultati di rilievo raggiunti in quegli anni, la rende un idolo dell’Italia fascista e la sua rivalità con l’amica e collega Claudia Testoni divide gli appassionati di atletica italiana.

La vittoria del Setterosa e il primo oro in uno sport di squadra

Ondina Valla non è solo la prima italiana a vincere una medaglia d’oro ai Giochi Olimpici, ma fino al 2004 detiene anche il primato dell’atleta più giovane ad essersi messa al collo una medaglia d’oro. Ai Giochi di Atene la velocista azzurra lascia il posto, in questo speciale albo d’oro, a Elena Gigli, secondo portiere del Setterosa campione olimpico. La Gigli gioca solo pochi sprazzi di torneo, ma riesce comunque a dare il suo contributo a uno dei team olimpici azzurri più forti di sempre.
Lo zoccolo duro è quello dell’Orizzonte Catania, club che da anni domina in Italia e in Europa, l’avversario più accreditato gli Stati Uniti, contro cui le ragazze dell’allora ct Formiconi disputano una semifinale al cardiopalma. La finale, contro la Grecia, è già sulla carta una partita molto più semplice e così si rivela anche nella pratica. Il Setterosa sale sul gradino più alto del podio divenendo così il primo team femminile italiano a vincere un oro olimpico in uno sport di squadra.

Giuseppina Leone, l’unica donna italiana sul podio di Roma

Non ha vinto l’oro e non ha un primato, non in molti la ricordano, ma è la sola donna italiana di sempre ad aver avuto la soddisfazione di salire sul podio in un’edizione delle olimpiadi estive di casa. Giuseppina Leone ha infatti conquistato la medaglia di bronzo nei 100 metri piani ai giochi di Roma 1960 divenendo così, tra l'altro, la sola italiana ad aver vinto una medaglia olimpica in questa specialità.

Sara Simeoni, oro a Mosca e bandiera a Los Angeles

L’apogeo dell’atletica italiana al femminile arriva però nel 1980, quando a Mosca Sara Simeoni vince la medaglia d’oro nel salto in alto realizzando anche il nuovo record olimpico, 1,97 metri. La vittoria nei Giochi russi rappresenta il punto più alto della sua carriera dopo aver realizzato, due anni prima agli Europei di Praga, il record mondiale con quel simbolico 2,01 m, mentre i due argenti di Montreal 1976 e Los Angeles 1984 danno l’idea della grande continuità espressa dalla veneta, capace di rimanere ad altissimi livelli per quasi dieci anni.
La popolarità conquistata con l’oro olimpico fa sì, tra le altre cose, che il CONI la nomini portabandiera degli azzurri per i Giochi di Los Angeles 1984 rendendola così la seconda donna italiana a ricoprire questo ruolo.

Portabandiera azzurre

La prima donna a marciare alla testa della nostra delegazione durante una cerimonia di apertura delle Olimpiadi estive è la ginnasta Miranda Cicognani, l’edizione è quella di Helsinki 1952.
Quella finlandese è, per lei, la prima Olimpiade e non ha ancora medaglie da mettere sul piatto per giustificare la scelta di farla alfiere azzurro. Ben diverso è il discorso relativo alle colleghe che occuperanno il suo ruolo negli anni successivi.
Sara Simeoni porta la bandiera con ancora ideologicamente al collo l’oro di Mosca, Giovanna Trillini riceve l'incarico ad Atlanta 1996 come riconoscimento per i due ori conquistati a Barcellona quattro anni prima e, in ultimo, Valentina Vezzali viene insignita del ruolo di alfiere a Londra 2012 in una sorta di premio a una straordinaria carriera. La prossima sarà, come noto, ancora una donna: il ruolo è stato assegnato a Federica Pellegrini, la nuotatrice più forte della storia italiana.

La lunga tradizione nella scherma femminile

Proprio i nomi di Trillini e Vezzali ci introducono a quello che merita di essere un discorso a parte, ovvero la lunga e vittoriosa tradizione olimpica femminile nella scherma. La prima medaglia dei Giochi post bellici arriva a Helsinki 1952 e a mettersela al collo è Irene Camber, vincitrice del torneo di fioretto individuale. A raccogliere la sua eredità è la figlia d’arte Antonella Ragno, tre volte sul podio a cinque cerchi e una carriera chiusa con la medaglia d’oro di Monaco 1972. A Montreal non arriva l’oro, ma c’è l’argento di Maria Consolata Collino per poi arrivare a Dorina Vaccaroni, tre volte medagliata olimpica in tre edizioni diverse.
Una cavalcata, la sua, partita nel 1984, con il bronzo a Los Angeles e terminata con l’oro a squadre di Barcellona 1992 passando per l’argento, sempre a squadre, a Seul 1988. Con il team di Barcellona si arriva alla storia recente visto che nei primi Giochi aperti ai professionisti vediamo salire alla ribalta Giovanna Trillini, una che finirà la carriera olimpica con al collo qualcosa come quattro titoli olimpici e otto medaglie complessive, cui vanno aggiunti, solo per rendersi contro della portata dell’atleta, le 19 medaglie mondiali.
Siamo alla fine a Valentina Vezzali, ultima in ordine di tempo e la più grande di tutte dal punto di vista dei risultati. Fa il suo esordio sulla pedana a cinque cerchi nell’edizione di Atlanta 1996 dove vince l’argento individuale. Seguono a quella prima medaglia cinque ori consecutivi, il primo nella prova a squadre negli USA, l’ultimo nella gara individuale a Pechino, e un bronzo a squadre sempre in Cina.
Arriviamo a Londra e la Vezzali, forte oltre che delle medaglie olimpiche anche di 26 podi mondiali, si presenta in pedana insieme ad Arianna Errigo e Elisa Di Francisca (e Ilaria Salvatori) vincendo la gara a squadre con una facilità quasi disarmante. La prova della superiorità italiana in questa disciplina si ha poi nel torneo individuale, in cui l’Italia conquista una clamorosa tripletta. Con Errigo e Di Francisca in finale è a lei che tocca l’onere di portare a casa un bronzo pesantissimo. La sua performance è di quelle memorabili e battendo la coreana Nam completa la tripletta azzurra.

Pechino 2008, l'Olimpiade più rosa della storia azzurra

Le Olimpiadi di Londra si aprono con una grande performance della scherma femminile, ma il computo complessivo delle medaglie, almeno per quanto riguarda le donne, non riesce a superare quello di Pechino 2008. Dalla Cina l’Italia torna a casa con 27 podi, 11 dei quali provengono da quote rosa: sono gli ori di Giulia Quintavalle (judo), Valentina Vezzali, Federica Pellegrini (nuoto, 200 sl), Chiara Cainero (skeet), gli argenti di Alessia Filippi (nuoto, 800 sl), Alessandra Sensini (vela), Josefa Idem (canoa), i bronzi di Tatiana Guderzo (ciclismo su strada), Margherita Granbassi (scherma), squadra di fioretto femminile, Elisa Rigaudo (marcia).
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