Olimpiadi, Mila, Mimì, Holly e Benji e tutti i cartoni animati sugli sport a cinque cerchi

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Aggiornato 16/05/2017 alle 23:31 GMT+2

A ogni sport il suo cartone. Non è proprio così per quanto riguarda le Olimpiadi, ma fra gli anni '70 e gli anni '90 i cartoni animati a tema sportivo hanno spopolato nei pomeriggi televisivi nostrani. Nel nostro approfondimento olimpico andiamo a rivedere gli anime e le produzioni che ci hanno fatto conoscere meglio le diverse sfumature dello sport.

Come ogni quattro anni l’avvento dei Giochi Olimpici riporta alla mente i ricordi d'infanzia e i cartoni animati che all’età della scuola elementare spesso sostituivano gli eroi sportivi in carne ed ossa. Non tutti i protagonisti degli anime sportivi più famosi sono arrivati al traguardo dei Giochi, alcuni nemmeno ci hanno provato, ma nel nostro approfondimento olimpico di questa settimana andiamo a conoscere meglio alcuni di questi cartoni, alcuni dei quali entrati di diritto nella memoria comune.

Pallavolo

Almeno per quanto riguarda l’Italia è lo sport che, tra i cartoni animati, ha avuto in assoluto il maggior successo. A partire dagli anni ‘70 sono infatti sbarcati nel nostro paese gli anime Mimì e la nazionale di pallavolo e Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo.
Impossibile dimenticare, di queste due serie, i colpi improbabili e i salti delle protagoniste, che rimanevano in elevazione per diverse puntate; quello che invece non tutti sanno è che per alcuni aspetti i doppiaggi italiani hanno reso i due cartoni leggermente diversi dagli originali. Invenzioni tutte nostrane sono, infatti, la parentela fra le due protagoniste, che in Mila e Shiro ci vengono vendute come cugine, e il ruolo di primo piano dato a Shiro, che in effetti nel cartone si vede ben poco, prova ne sia che il titolo originale del manga è ..Attack!, l’urlo di Mila quando va a rete a saltare.
In entrambe le serie l’obiettivo delle protagoniste sono le Olimpiadi, quelle di Monaco ‘72 per Mimì, quelle di Seul ‘88 per Mila.
Produzione tutta italiana è invece Spike Team, un cartone animato sempre sulla pallavolo, ideato e doppiato, tra gli altri, da Andrea Lucchetta.

Calcio

Se si parla di situazioni di gioco improbabili non si può non fare nemmeno un accenno a Holly e Benji, due fuoriclasse il cartone simbolo del calcio dove il campo era talmente lungo da permettere di vedere la curvatura della terra e la palla si infuocava due tiri su tre. Le serie famose, le prime, mostrano i protagonisti alle prese con i campionati fra scuole, ma il manga è proseguito parecchio e ha portato i nostri eroi in giro per tutti i continenti. Tra le prime squadre europee a far mercato in Giappone ricordiamo l’Amburgo, che per difendere la sua porta aveva selezionato l’imbattibile Benji Price, mentre l’attaccante Holly (Oliver) Hutton aveva raggiunto il suo allenatore-mentore Roberto Sedinho in Brasile per poi arrivare in Europa al Barcellona.
Anche qui, come nel caso di Mila e Shiro, il titolo originale del manga fa riferimento a un solo protagonista, Holly, che nella versione giapponese si chiama Capitan Tsubasa. Il fumetto, che ha notevolmente contribuito a diffondere il calcio in Giappone, è andato avanti per diverse serie portando i giocatori, nella serie Rising Sun, a delle fantomatiche Olimpiadi di Madrid.
A seguito del grande successo Holly e Benji è arrivato in Italia nel 1986 Palla al centro per Rudy, un altro anime incentrato sul calcio, in cui, come per Mila e Shiro, i doppiatori italiani hanno cercato di costruire legami in realtà inesistenti con il più fortunato predecessore, facendo provenire Rudy dalla St. Francis, la prima squadra del portiere Benji Price.

Golf

Non poteva sognare i Giochi perché il golf è tornato ad essere sport olimpico solo di recente, ma questo fattore non diminuì il successo di un anime famosissimo negli anni ‘80, Tutti in campo con Lotti. Chi ha visto anche solo qualche puntata ricorderà senza dubbio la parola portafortuna del protagonista, quello Spaghetti sillabato prima di ogni lancio.
Iniziato come la storia piena di peripezie di un ragazzino sfortunato, Tutti in campo con Lotti ci ha portato a seguire la cavalcata trionfante del protagonista a partire da un campo di allenamento per uomini d’affari di Tokio fino agli US Open. Alle Olimpiadi, come abbiamo detto, non poteva ambire, ma siamo certi, vista la rapida carriera, che se la decisione del CIO fosse arrivata qualche decennio prima l’oro a cinque cerchi sarebbe stato alla sua portata.

Ginnastica ritmica

Una serie sullo sport poco fortunata è quella che racconta le vicende della giovane Hilary, Hikari nella versione originale, talento giapponese della ginnastica ritmica che come per molti altri casi parte dalla squadra delle scuole medie e arriva dove? Esatto, alle Olimpiadi. L’edizione, come per Mila, è quella di Seul 1988, ma non ci è dato sapere se le due si siano incontrate o meno.

Basket

Nessuno dei protagonisti di questi due anime è arrivato alle Olimpiadi e se solo avete visto qualche puntata non è difficile capire il motivo. Stiamo parlando di Gigi la Trottola e Slam Dunk, le serie di cartoni animati che narrano le avventure di due, all’inizio improbabili, atleti nel campo da basket. Ben lontane dalla tensione emotivo-agonistica degli altri cartoni animati a tema sportivo, queste due serie ci presentano protagonisti che si avvicinano allo sport per secondi motivi e il susseguirsi delle puntate fa da sfondo alle loro rocambolesche avventure dentro e fuori dal campo.
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slam dunk

Credit Foto Eurosport

Tennis

Dobbiamo andare un po’ più indietro nel tempo, fino agli anni’70, per trovare un cartone che ci racconti delle vicende di una giovane tennista intenta a diventare una professionista, Jenny la tennista. Jenny, la protagonista della serie, guarda caso parte dai tornei scolastici per arrivare alla ribalta mondiale nel giro di una manciata d’anni. Il tutto condito da disgrazie varie, amici, rivali, fidanzati veri e presunti e tutto quello che abbiamo visto negli anime del decennio successivo.

Pugilato

Stando ai pareri di alcuni la decisione di ammettere i professionisti della boxe ai Giochi Olimpici sarebbe da attribuire alla volontà di attirare maggiore attenzione sul torneo visto che i pugili più famosi non sono quasi mai i dilettanti. A dimostrarci che spesso quando si pensa alla boxe si fa riferimento a quella professionistica è il cartone animato Rocky Joe, anime risalente agli inizi degli anni ’70 e arrivato in Italia una decina di anni dopo.
Nella storia la boxe è vista come una forma di redenzione per un ragazzo che viene dalla periferia di Tokio e che nel corso delle due serie si trova ad affrontare situazioni difficili come il riformatorio e la morte di un amico alla fine di un incontro.

Judo

E' arrivato in Italia nel 1980, ma sia qui che in Giappone il successo di Judo Boy è stato decisamente contenuto. Abbiamo deciso di lasciarlo per ultimo perché un po’ si differenzia rispetto agli altri visto che il protagonista non pratica il judo in un contesto prettamente sportivo, ma lo utilizza come tecnica di combattimento nei vari scontri che affronta durante la ricerca dell’uomo che, anni prima, aveva assassinato il padre. Non sappiamo però se la ricerca sia andata a buon fine visto che il cartone animato è stato interrotto prima della fine della storia.
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