Moki De Gennaro è la regina del volley mondiale: negli ultimi 556 giorni la libero dell'Imoco Conegliano ha vinto letteralmente tutto (11 trofei)
PALLAVOLO, CHAMPIONS LEAGUE - Monica De Gennaro non è soltanto una giocatrice sensazionale. Moki è la pallavolo, nella sua essenza più aulica e sublime. Negli ultimi 556 giorni la libero azzurra ha vinto tutto, letteralmente tutto: 11 trofei tra club e Nazionale, incluse 2 Champions League, 1 oro Olimpico e 1 VNL. Talento da predestinata, ma anche lavoratrice fuori dal comune e segreto dell'Imoco.
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Dal 28 ottobre 2023 al 4 maggio 2025, 11 trofei conquistati; tra club e nazionale. Ossia tutti quelli a cui ha preso parte. Questo è l'impressionante palmarès di Moki De Gennaro, fenomenale e inossidabile libero di Conegliano e dell'Italia. Per 554 giorni - e il conto è destinato ovviamente a salire - l'azzurra non ha perso nemmeno una delle competizioni disputate, portando l'Imoco sul tetto d'Europa (per due volte) e del Mondo, ma anche trascinando l'Italvolley alla conquista di uno storico oro olimpico durante i Giochi di Parigi 2024. Basterebbe questa spicciola introduzione per dare la misura del suo talento.
Eppure, a noi amanti della pallavolo piace scavare un po' più a fondo, tentando di capire cosa rende così unica l'eterna Moki. Lo avevamo già fatto dopo il trionfo in Coppa Italia dello scorso febbraio. Lo rifacciamo oggi, a distanza di due giorni dal momento in cui le Pantere hanno conquistato la terza Champions League della loro storia. E lo rifacciamo a mente più lucida, sconfessando le nostre stesse pagelle relative a quella gara. Perché riguardando la finale Conegliano-Scandicci (3-0), ci siamo resi conto che il voto dato a De Gennaro (8,5) è centrato se rapportato alla singola partita. Ma di certo non alle sue capacità.
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Moki ha vinto tutto ed è la regina di questo sport
Il 6+1 ideale delle Final Four ha destato scalpore tra appassionati e addetti ai lavori, incluso chi vi scrive. Una particolare risonanza dettata però - non in tutti i casi, sia chiaro - verosimilmente da ignoranza: in pochi avevano chiaro il criterio di votazione, che non si basava soltanto sulla due giorni di Istanbul e che prevedeva pure (leggasi "soprattutto") il voto dei tifosi. Ecco allora spiegato come Giovanni Guidetti, tecnico del VakifBank quarto classificato, possa essere stato nominato miglior allenatore della Champions, nonostante una Final Four caratterizzata da due sconfitte in due partite e un solo set vinto, a fronte di sei persi. Ribadendo il valore assoluto di un mostro sacro della panchina, è evidente che quel premio avrebbe dovuto finire nella bacheca personale di Daniele Santarelli. Tutto ciò ci serve comunque soltanto come esempio per corroborare la nostra tesi.
Sì, perché nel 6+1 ideale della Champions 2024/25 c'è anche De Gennaro. Miglior libero, come già era stata nelle edizioni 2016/17, 2020/21 e 2023/24. Nella storia recente del massimo torneo per club, nessuna ha fatto meglio di Moki. Il fatto che sia stata poi nominata in un 6+1 ideale strutturato soprattutto sui voti dei tifosi, amplia ancor più i confini del nostro ragionamento. Perché si tratta di un riconoscimento che conferma una realtà ormai evidente: il talento della libero azzurra è in grado di travalicare i confini del magico-mondo Conegliano o del Bel Paese, raccogliendo consensi in tutto il mondo. Perfino in Turchia, nazione notoriamente gelosa dei suoi giocatori e degli atleti al servizio dei suoi club, tanto da iper-valutare qualsiasi aspetto li riguardi.
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De Gennaro è insomma riuscita a conquistare pure i turchi, grazie a un talento dal valore inestimabile. Abilità che la rendono una giocatrice fenomenale, in grado di guidare da sola un'intera seconda linea; di agire da palleggiatrice aggiunta negli schemi offensivi; di spezzare gli equilibri di un rally con una giocata geniale e utile a fare punto. In breve: Monica De Gennaro è la pallavolo. Nella sua declinazione più aulica. Nella sua accezione più completa. Ovunque vada, riesce a raccogliere consensi. Ovunque giochi, c'è un pubblico pronto a tributarle applausi infiniti. Ovunque scenda in campo, una medaglia o un trofeo sono pronti a finire nella sua bacheca. Che, tra club e Nazionale, consta di 30 trofei (29 vinti con Conegliano) e 5 medaglie d'oro (tutte con l'Italia).
Il tempo è tiranno, ma prima c'è da fare la storia: con l'Imoco e con l'Italia
In carriera Moki ha vinto qualsiasi competizione abbia giocato. Qualsiasi, non è un termine abusato. Le manca soltanto l'oro mondiale con l'Italia, considerando che la VNL - vinta sia nel 2022 che nel 2024 - rappresenta l'erede pallavolistica del World Gran Prix. Quest'ultimo evento mai conquistato dall'Italia femminile, che si fermò tre volte in finale inclusa l'ultima edizione (2017, ko al tie-break contro il Brasile). Insomma, manca soltanto il Mondiale. Che, guarda caso, si giocherà quest'estate, dal 22 agosto al 7 settembre 2025, in Thailandia. Per la prima fase, la Nazionale di Julio Velasco è stata inserita nel girone B e sarà chiamata ad affrontare Belgio, Cuba e Slovacchia. Avversarie temibili e da rispettare, ma con una base di talento inferiore a quella delle Azzurre.
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Il sogno è ovviamente la medaglia d'oro già sfuggita in due occasioni. La più "dolorosa" fu quella del 2018, quando le ragazze terribili vennero battute al tie-break dalla Serbia di Tijana Boskovic (MVP del torneo). Nonostante una Moki pure allora miglior libero della manifestazione, oltre alla clamorosa regia di Lia Malinov e ai punti di una debordante Paola Egonu (33 soltanto nella finale). L'oro mondiale rappresenterebbe la chiusura perfetta di un cerchio. Non è chiaro se il prossimo evento iridato equivarrà anche all'ultima competizione di Moki con la maglia azzurra. Ci piace sognare di no, per il bene della Nazionale e dell'intera pallavolo. Perché il tempo è sicuramente tiranno e primario nemico del talento ma, nel caso di atleti simili, viene contrastato da una sorta di eternità sportiva.
Un'eternità sportiva che rappresenta anche il principale segreto dell'Imoco Conegliano. Club tanto impareggiabile quanto dominante, fresco trionfatore in Champions e capace di completare il Grande Slam in un 2024/25 che sa già tanto di storia. Ai vertici del club veneto si augurano ovviamente che Moki decida di restare ancora a lungo bandiera gialloblù, conservando quel ruolo così fondamentale all'interno dello spogliatoio. Il ruolo di chi, dopo oltre 20 anni di pallavolo d'élite, ha ancora l'umiltà di lavorare come fosse un'esordiente alle prime armi. Di chi è consapevole della propria fenomenalità, ma anche di valere ben poco fuori da un contesto che deve restare di squadra. Di chi ha sempre fame di vittorie e voglia di riscrivere la storia di un intero sport.
Moki De Gennaro è un vero esempio di resilienza. Termine così abusato e inflazionato nella società contemporanea, che quasi ne abbiamo perso di vista il vero significato. Perché per restare oltre 20 anni al top di una disciplina non basta il talento dei predestinati. Serve molto di più. Occorre una maniacale cultura del lavoro; serve un'ossessiva cura del proprio fisico; è necessaria la totale consapevolezza dei propri limiti. Da oltre 20 anni, l'eterna Moki ci sta fornendo l'esempio. Di come un singolo possa essere così forte e decisivo perfino in uno sport di squadra. La speranza è che tale esempio venga raccolto dalle nuove generazioni, per essere applicato non soltanto nello sport bensì nella vita di tutti i giorni. La certezza è però che di Moki De Gennaro non ne nasceranno più.
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