Le pagelle di Perugia-Zawiercie 3-2, finale di Champions: Ben Tara mattatore, che duo Ishikawa-Plotnytskyi e super Russell. Giannelli votato MVP

PALLAVOLO, CHAMPIONS LEAGUE - I voti della finale europea, vinta al tie-break (15-10) da Perugia contro lo Zawiercie. Se Giannelli è riconosciuto MVP ufficiale delle Final Four, il nostro 10 in pagella va a Ben Tara e coach Lorenzetti, ma tanti sono i protagonisti tra le file dei Block Devils. Per la squadra polacca, spettacolare il duo Perry-Russell. Ecco allora le pagelle di Perugia-Zawiercie.

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Video credit: SNTV

Finalmente! Parola che tutta la Perugia della pallavolo ha quasi certamente esclamato al punto con cui Oleh Plotnytskyi ha chiuso sul 15-10 il tie-break della finale di CEV Champions League 2024/25, permettendo alla Sir Sicoma Monini di coronare il suo lungo sogno europeo. Battuto in finale un grande Aluron CMC Warta Zawiercie, club polacco trascinato dalle giocatone di Aaron Russell e dal magnifico lavoro in seconda linea di Luke Perry. I Block Devils hanno dimostrato però di avere maggiore qualità: sia in termini individuali che, soprattutto, nelle logiche di squadra.
Con Simone Giannelli riconosciuto MVP delle Final Four - giocate sul taraflex dell'Atlas Arena di Lodz (Polonia) - e la coppia Ishikawa-Plotnytskyi a fare la differenza in posto quattro, decidiamo però di premiare con un 10 in pagella la prestazione di Wassim Ben Tara, considerando il dominio offensivo dell'opposto. Così come un 10 se lo merita pure coach Angelo Lorenzetti, scoppiato in lacrime appena dopo l'ultimo scambio per aver agguantato la Champions al quinto tentativo in carriera (e dopo quattro finali perse). Andiamo allora a scoprire tutti i voti della finale europea.

Le pagelle di Perugia

Simone GIANNELLI 9 - Votato MVP di queste Final Four, mette in bacheca il trofeo più importante a livello di club - seconda coppa europea, dopo la CEV Cup 2018/19 vinta con Trento - e si conferma talento generazionale. La ricezione dei compagni lo assiste poco e lui non può spingere coi centrali come forse vorrebbe, ma nella distribuzione non pecca mai di lucidità. Si fa spesso "usare" a muro da Russell, però in difesa è il solito gatto e nel tie-break piazza comunque 2 punti di una pesantezza assoluta: sono quelli che spingono Perugia dal 2-1 al 4-1 e indirizzano definitivamente la finale.
Augustin LOSER 8,5 - Parte sornione, lasciando la scena agli altri nel set iniziale. Poi sale in cattedra in quello successivo, in cui realizza 4 punti, e si conferma pure nel terzo. Il vero capolavoro lo compie però a inizio tie-break, perché quando i Block Devils sono avanti 6-2 lui ha già contribuito con 3 punti personali (due primi tempi e un murone). Incide a 360°, sicuramente più del compagno di reparto, e conferma di avere un talento che può fare la differenza anche ai massimi livelli mondiali per quanto riguarda i club. E dall'altra parte della rete c'era un certo Bieniek, è bene non scordarlo...
Wassim BEN TARA 10 - Semplicemente ingiocabile. Domina i primi due set con una semplicità a tratti imbarazzante; cala un po' alla distanza e inizia a litigare col servizio - come tutta la Sir, del resto - ma nel tie-break torna sui binari più congeniali e, almeno per noi, è MVP di questa finale. 22 punti col 44% abbondante di efficienza offensiva; attaccando soltanto 36 palloni (plauso a Giannelli qui) e confermandosi opposto di altissimo livello. In parallela è inarrestabile, perfino per un Perry in stato di grazia a livello difensivo. In battuta commette 7 errori, ma firma anche 3 ace. Devastante.
Sebastian SOLÉ 6,5 - Numeri alla mano, non è proprio un protagonista di questa finale: 20% di efficienza in primo tempo (2/10), soltanto due murate - "soltanto" per i suoi eccelsi standard - e qualche sbavatura. Con la sua salto-float manda però spesso e volentieri in tilt la ricezione avversaria e non smette mai di accettare le sfide sottorete coi pari-ruolo avversari, incluso un Bieniek molto spavaldo. Non è la miglior prestazione individuale della sua carriera, ma non stecca nella partita più importante e riesce finalmente a laurearsi campione d'Europa dopo due finali perse con Trento.
Massimo COLACI 8 - C'è un doppio Colaci in questa finale di Champions. Quello un po' balbettante in ricezione. E quello che domina tra difese e alzate in emergenza. A 40 anni mette in bacheca la seconda Champions personale, riassaporando il gusto del trionfo 14 anni dopo la prima volta. 26° trofeo in carriera, ennesima grande prestazione e una certezza: il tempo passa per tutti, ma forse non per Max Colaci. La sfida a distanza con Perry impreziosisce questa partita di un aspetto tecnico che fa godere tutti, dal semplice appassionato al tifoso di una delle due squadre.
Yuki ISHIKAWA 9 - Almeno secondo noi, si gioca l'MVP di queste Final Four alla pari con un super Giannelli. In ricezione è indubbiamente altalenante, ma in attacco risulta - per lunghi tratti della finale - principesco. Uno di quei giocatori che vale il prezzo del biglietto, a prescindere dal risultato che otterrà poi la sua squadra. Fondamentali così puliti e precisi che fanno impressione, uniti a una mentalità da assoluto campione. Oltre a numeri comunque ottimali: come il 34% di efficienza pur essendo il giocatore maggiormente chiamato ad attaccare (47 volte) in questo match.
Oleh PLOTNYTSKYI 9 - Metronomo quasi assoluto della Perugia 2024/25. Quando il martello ucraino è in temperatura, la Sir è una squadra molto complessa da battere. Lo dimostra anche stasera, crescendo scambio dopo scambio per arrivare a firmare il trionfo con due bordate che chiudono il tie-break. Meno devastante del solito in battuta (0 ace, a fronte di 6 errori su 14 servizi) ma esiziale con mani-out e diagonali profonde. Miglior schiacciatore del torneo, a quasi 28 anni Plotnytskyi è nel pieno della maturità agonistica e si candida a un'estate 2025 da grande, grandissimo protagonista.
All. Angelo LORENZETTI 10 - Sognata e sfiorata per ben quattro volte; conquistata alla quinta occasione. Il voto deriva anzitutto da questo, ma non solo. Bisogna infatti considerare pure la capacità di tenere unito il gruppo dopo l'inatteso scivolone di gara-5 delle semifinali Scudetto e una stagione a elevato rischio "zeru tituli", considerando che lo Zawiercie era imbattuto prima di oggi. Predica calma e lucidità in ogni timeout, scoppia in lacrime quando Plotnytskyi fa 15-10 al tie-break. Forse non c'era altro allenatore che meritasse più di lui questa Champions League.

Le pagelle dello Zawiercie

Bartosz KWOLEK 7 - Se nella pallavolo fossero importanti soltanto i punti o le percentuali d'attacco, la sua finale sarebbe da 5,5 massimo. Per fortuna che il volley non si riduce soltanto a ciò, anzi. Siamo tutti d'accordo che non risulti dominante come invece avvenuto nella semifinale, ma è comunque solido in ricezione e a tratti tarantolato in difesa, oltre a fungere da terminale offensivo di riferimento prima che Russell inizi il suo show. Senza dimenticare che, proprio sui suoi turni in battuta, lo Zawiercie costruisce la rimonta e forza il tie-break. Non ingannino allora gli 0 ace a fronte di 3 errori (su 21 servizi).
Aaron RUSSELL 9 - Monumentale, a lungo in questa partita. Sul suo tempo d'attacco, il muro di Perugia non ci capisce davvero niente; tanto che, delle tre murate subite, tutte arrivano nel tie-break. Situazione che dovrebbe allora portarci ad abbassare il nostro voto: cosa che avviene, perché senza quelle sbavature nella fase clou, gli avremmo dato 10. In ricezione è sistematicamente bersagliato dai Block Devils ma non deraglia. Offensivamente è il go-to-guy per uno Zawiercie privo di alternative di peso. 25 punti col 39% di efficienza. Se tutto ciò non bastasse, siete pregati di rivedere la sua finale.
Luke PERRY 9 - Se Colaci è eterno, il libero australiano conferma una crescita continua che lo ha ormai portato stabilmente tra i migliori al mondo. Forse meno "noto" di tanti altri fenomeni della seconda linea - anche perché nelle estati delle nazionali non lo vediamo mai ad alti livelli - a quasi 30 anni gioca alla pari con una vera e propria leggenda del ruolo. Riuscendo anzi a fare meglio sia in difesa che in ricezione, grazie a uno show individuale secondo (forse eh) soltanto a quello messo in piedi da Russell, tra le file del club polacco. Uno show che va ben oltre a statistiche comunque impressionanti.
Milosz ZNISZCZOL 6 - Il giocatore meno appariscente dell'Aluron CMC Warta e, in alcuni frangenti, anche quello meno efficiente a 360°. A differenza di quella di Solé, la sua battuta salto-float crea raramente scompiglio nella metà campo avversaria; così come il lavoro a muro non risulta costante e preciso per tutto l'arco di questa finale. A ben guardare, i suoi numeri personali sono pure meglio rispetto a quelli messi insieme nella semifinale: eppure ci rimane l'impressione che Zniszczol sia stato pìù decisivo contro lo Jastrzebski che non contro la Sir.
Miguel TAVARES 7 - Il ventaglio di opzioni a sua disposizione si restringe nel momento in cui Butryn capisce di non poter forzare come vorrebbe, poiché la caviglia lo limita evidentemente. Il palleggiatore portoghese perde riferimenti ma mai la bussola, riuscendo a tenere in ritmo qualsiasi compagno e sfruttando comunque bene una ricezione spesso tanto competente quanto precisa. Non ha l'estro né la classe di Giannelli, eppure ha la sostanza per giocare una finale di Champions League senza farsi sopraffare dalla pressione. Sfrutta forse troppo poco l'exploit di un Ensing ispirato.
Mateusz BIENIEK 7,5 - Resta, sempre e comunque, uno dei centrali più dominanti della storia pallavolistica recente, anche se oggi non risulta debordante. Né con la battuta, fondamentale in cui sbaglia comunque pochissimo (1 errore su 19 tentativi); né a muro, prendendo molto raramente le misure di qualsiasi avversario. Ci mette comunque un onestissimo 60% di efficienza in primo tempo, riuscendo a correggere anche combinazioni un po' troppo visionarie di Tavares, E soprattutto non smette praticamente mai di essere l'anima in campo di uno Zawiercie che sogna, sempre e comunque.
Karol BUTRYN 6 - Stoico nello restare in campo seppur evidentemente non al meglio, prende decisamente male il cambio impostogli da coach Winiarski a inizio terzo set. Fino a quel punto della finale, combina per 9 punti (1 ace, 2 muri) e lo 0% di efficienza offensiva, non potendo reggere il confronto col pari-ruolo avversario. L'attenuante del problema fisico è comunque troppo preponderante e non si può allora affibbiargli una bocciatura. Coi "se" e coi "ma" non si è mai fatta la storia - figurarsi la pallavolo - eppure allo Zawiercie resterà il rimpianto di una finale senza opposto titolare. O quasi.
Kyle ENSING 7,5 - Il suo ingresso sul taraflex a inizio terzo set rianima indiscutibilmente l'attacco della formazione polacca, che ritrova così certezze e solidità anche negli altri fondamentali. Sagace dai nove metri, con variazioni molto intelligenti; perfetto anche a livello offensivo, come testimoniato dal suo 47% di efficienza offensiva. Tavares ha la colpa di non aprire quasi mai abbastanza il gioco verso posto due. L'opposto statunitense l'enorme merito di sfruttare invece appieno l'occasione, mostrando comunque buona base di talento e potenza per giocare pure contro un dream team.
All. Michal WINIARSKI 7 - In stagione diventano tre le finali perse, su altrettante giocate. Ci sarebbe abbastanza materiale per definirlo il perdente di lusso del 2024/25, eppure nella pallavolo "andarci vicino" in certi casi conta. Eccome se conta. Anche perché sfidiamo chiunque a dire che, nel leggere il roster dello Zawiercie a inizio stagione, avrebbe ipotizzato un'annata simile. Il capolavoro in rimonta nella semifinale contro lo Jastrzebski resta perla di questa Champions. In finale sogna il bis, ma Perugia ne ha di più e non lascia spazio.
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Video credit: Eurosport


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