Il pagellone dell'Italvolley femminile: da Egonu a Velasco, un gruppo meraviglioso per uno storico oro olimpico

PALLAVOLO, GIOCHI OLIMPICI PARIGI 2024 - Il pagellone dell'Italia femminile di Julio Velasco, in grado di conquistare uno storico oro olimpico. Precisazione importante: i voti sono tutti 10, perché la vittoria è stata da squadra vera, capace di integrare e sublimare ogni talentuosissima individualità in un gruppo impareggiabile. Le "invincibili di Parigi" hanno fatto innamorare un'intera nazione.

🥇​Dall'esordio alla finale d'oro: rivivi il cammino delle ragazze di Velasco

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Chiariamolo fin da subito, onde evitare equivoci. Dare i voti a singole atlete, anziché alla squadra nella sua totalità, ha davvero poco senso nel caso dell'Italia di Julio Velasco. Proprio perché la Nazionale ha vinto da squadra vera, capace di sublimare le individualità e porle, sempre, al servizio del bene collettivo verso un unico, strepitoso traguardo. Un oro olimpico che rappresenta, a pieno titolo, l'impresa sportiva dell'anno, anche e soprattutto per il modo in cui è stato conquistato.
Sei vittorie su altrettante partite giocate, un solo set (su 19) lasciato alle avversarie, 17 set vinti consecutivamente e soltanto successi per 3-0 nella fase a eliminazione diretta, rispettivamente contro Serbia (quarti), Turchia (semifinale) e Stati Uniti (finale). Ecco perché troverete allora solo un 10 accanto a ogni pallavolista azzurra e ogni componente dello staff. Voto motivato tuttavia diversamente, talento per talento, volto per volto, campionessa per campionessa.
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"Finalmente tocca a noi": lacrime e gioia dopo la finale dell'Italvolley

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#1 MARINA LUBIAN, 10 - L'interminabile abbraccio con Egonu al termine della finale rappresenta al meglio l'importanza anche (e soprattutto) di chi ha giocato meno in questo torneo. Gerarchie di squadra chiare fin dalla VNL, con la coppia Danesi-Fahr titolarissima e lei a partire invece dalla panchina. Ciò nonostante, un ruolo imprescindibile in squadra: sempre la prima a esultare, sempre la prima a rincuorare le compagne per un errore o una minima sbavatura. Il futuro è ovviamente dalla sua parte (è nata nel 2000) e i margini di miglioramento restano, anche per lei, ancora del tutto inesplorati. Già così, Lubian è comunque una risorsa preziosissima, rendendo ancor più fenomenale e completo il gruppo azzurro.
#3 CARLOTTA CAMBI, 10 - Immaginate di vincere la Champions League a soli 19 anni e di conquistare un argento mondiale a 22, per poi finire - non si sa bene perché - fuori dai radar della Nazionale nonostante un talento cristallino. A 28 di giocare la stagione più bella della carriera, trascinando Pinerolo ai Playoff di Serie A1, e riconquistare la maglia azzurra per diventare, secondo quelli bravi, la vice-Orro. Per noi, sinceramente, Carlotta è molto, molto di più: palleggiatrice sopraffina, capace di subentrare nell'ormai classico doppio cambio di diagonale insieme ad Antropova e di rimescolare tutte le carte già in tavola, rendendo l'Italia ancor più imprevedibile e, realisticamente, ingiocabile fino all'oro.
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Antropova, che meraviglia! Attacca una palla difficile e trova un punto pazzesco

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#5 ILARIA SPIRITO, 10 - Era la 13ª atleta e, per via di una regola un po' assurda ma anche aggirata sapientemente dalle squadre, è andata a referto soltanto nella partita dei gironi contro la Turchia. Con De Gennaro inamovibile nel ruolo di libero, Ilaria ha vissuto questa Olimpiade avendo comunque la consapevolezza di poter aiutare, in qualsiasi momento, la squadra. Già durante la VNL ha dimostrato un talento sconfinato - evidente da tempo, per chi segue le avventure della sua Chieri - e una superba capacità di guidare la seconda linea azzurra. L'oro olimpico rappresenta soltanto il coronamento di una carriera da numero uno: mai come nel caso di Spirito, guardare il palmarès non darebbe infatti minimamente la misura di che giocatrice lei sia.
#6 MONICA DE GENNARO, 10 - Eternamente strepitosa. Ed è tutto, vostro onore, perché altre parole rischierebbero soltanto di sminuirne la leggenda.
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Moki De Gennaro prende tutto, Sylla finalizza: super Italia al 1° set

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#8 ALESSIA ORRO, 10 - Due mani che scrivono poesie, non offrono soltanto alzate, e una mentalità vincente come poche altre nella storia recente del ruolo. Alessia ha gestito al meglio ogni side-out, ogni fase break e soprattutto i comunque pochi imprevisti in ricezione delle compagne. Ha velocizzato il gioco al centro quando più ce n'era bisogno; praticamente mai sovraccaricato Egonu; e spinto in posto quattro le palle più congeniali per gli attacchi del duo Bosetti-Sylla. Fattore a muro e in battuta, immensa in difesa e nelle coperture. A soli 26 anni, Orro è stabilmente tra le migliori palleggiatrici del mondo e può crescere, ancora tanto: anche e soprattutto perché, pure a livello di club, potrà giocare con tante compagne di Nazionale.
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Orro, che magia! Salva e alza a una mano sola per l'attacco di Egonu

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#9 CATERINA BOSETTI, 10 - La Comandante, come è ormai nota a Novara. Di soprannome e di fatto, visto che è spesso lei a dirigere le operazioni nella metà campo italiana, con la solita e scintillante classe. Prima di questa Olimpiade, gli esperti avevano tanti dubbi sulle potenzialità offensive delle schiacciatrici italiane e sulla potenzialità di avere due bande di equilibrio. Gli infortuni di Degradi e Pietrini hanno reso tale ipotesi una scelta obbligata, che ha pagato enormi dividendi. Bosetti ha saputo riemergere dalle difficoltà patite nella sfida contro i Paesi Bassi per arrivare, tramite un costante crescendo, a disinnecare la potenza di Boskovic, Vargas e Drews. Volerà a breve a Istanbul, sponda Vakif: consigliamo viaggio per scoprire la nuova meraviglia della città turca.
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Cos'ha fatto Bosetti! Raccoglie un pallone assurdo e lo mette giù con classe

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#11 ANNA DANESI, 10 - Cuore, marmoreo, di capitana! Per tutto il torneo olimpico e rispetto alla concorrenza, ha fatto letteralmente un altro sport a muro, permettendo così alle compagne di essere poi devastanti in transizione. Esempio della cultura del lavoro di questo gruppo, mai autrice di una dichiarazione fuori posto o sbilanciata, sempre sorridente. La mezza "spinta" rifilata a Velasco per andare a festeggiare con le compagne al termine dell'ultimo scambio con gli USA rappresenta al meglio la voglia che Anna aveva di vincere qualcosa di storico con la sua Nazionale. Ci è riuscita da protagonista, di nuovo, nonché da certezza in un ruolo che offre già un impressionante potenziale ricambio generazionale. Lei resta però la certezza.
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Muro super di Anna Danesi! Il turning-point del quarto set

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#17 MYRIAM SYLLA, 10 - Se proprio si dovesse scegliere l'MVP di questi Giochi, facendo comunque un torto a tutte le altre Azzurre, Myriam sarebbe la nostra scelta. Senza se e senza ma. Monumentale in ogni aspetto del gioco, leonina quanto a grinta ed energie profuse sul taraflex, inarrivabile per costanza di rendimento. Quando conta, Sylla è una giocatrice imprescindibile per questo gruppo e lo ha dimostrato ancora una volta. Pazzesca in seconda linea - e quanto ha inciso la conoscenza reciproca con De Gennaro - ma altrettanto strepitosa in attacco, mettendo a terra ogni pallone importante e lasciando senza speranze tutte le avversarie. Lo scambio di medaglia con Danesi durante il podio è stato il momento forse più toccante di queste Olimpiadi.
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Myriam Sylla si allunga ovunque! Punto meraviglioso con la mancina

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#18 PAOLA EGONU, 10 - Completamente maestosa. Cresciuta in ogni fondamentale, migliorata tantissimo in difesa e a muro, tornata a servire bordate sui 100 km/h dai nove metri, ma anche esiziale in attacco. Si diceva che il suo grande limite fosse quello di non saper limare gli errori: col lavoro di Velasco e grazie a una nuova mentalità di squadra, anche questo presunto ultimo limite è stato superato. MVP del torneo, autrice di 110 punti (5,9 a set!) e di nuove, leggendarie prove. Sarebbe stupido negare che Egonu rappresenta la punta di diamante di questa Italvolley. Altrettanto sciocco definirla però l'unica. Ciò che più conta, comunque, è averla rivista giocare col sorriso, con la spensieratezza di chi sa di essere la più determinante ma solo all'interno di un collettivo.
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Egonu maestosa: tutti i 22 punti nella finale per l'oro

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#19 SARAH FAHR, 10 - Abbiamo sempre sostenuto che la centrale rappresentasse l'ago della bilancia per questa Italia: non ci ha affatto smentiti. Pur iniziando questo torneo un po' in sordina, quando ha deciso di cambiare marcia nessuna avversaria ha potuto tenerne il passo. A soli 22 anni e con due infortuni importanti alle ginocchia, Sarah è una delle centrali più complete e decisive in tutto il panorama mondiale. Se il muro-difesa azzurro è stato così letale per ogni squadra battuta dall'Italia, è anche e soprattutto per la presenza a rete di Fahr (e Danesi). Il 60% di efficienza offensiva tenuto nella finale contro gli States è poi soltanto la ciliegina sulla torta, per una giocatrice già consacratasi da tempo e ora pronta a scrivere altre pagine di storia.
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L'Italia è sul tetto del mondo olimpico! Rivivi la premiazione delle Azzurre

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#21 LOVETH OMORUYI, 10 - Chiamata praticamente in extremis per completare il reparto di schiacciatrici dopo l'infortunio occorso a Degradi, Omoruyi ha giocato poco ma - come già scritto per le altre compagne meno coinvolte durante le partite - lavorato molto e bene. Anzitutto perché c'era il rischio che avesse già staccato la spina a livello mentale dopo la VNL, per godersi giustamente un po' di meritato riposo dagli impegni pallavolistici. Si è fatta invece trovare pronta, per supportare la causa azzurra e interiorizzare anche lei al meglio il mantra del "qui e ora". Per potenzialità offensive e carta d'identità (2002, 22 anni tra pochi giorni), Loveth è una banda su cui l'Italvolley potrà puntare ancora per diverso tempo.
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Italia, il sogno è realtà! Rivivi gli highlights dell'oro olimpico

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#24 EKATERINA ANTROPOVA, 10 - I 33 punti in tre set contro i Paesi Bassi hanno rappresentato la prestazione individuale più incredibile del torneo, ma nella sua Olimpiade c'è davvero molto altro. Kate è già nell'Olimpo delle opposte, garantendo alla Nazionale una soluzione impressionante nel doppio cambio di diagonale palleggiatrice-opposta. Ciò che colpisce maggiormente è la maturità con cui ha approcciato questo ruolo, dopo aver giocato da titolare gli Europei 2023. Il lungo abbraccio con Egonu dopo la semifinale vinta 3-0 contro la Turchia è emblematico: il gruppo prima delle individualità. Per tempo c'è chi ha voluto crearne una rivalità con la stessa Egonu, ma lei ha spento quasi sul nascere queste stupide dietrologie. Immensa, a soli 21 anni.
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Antropova incontenibile, diagonale stretta di poesia purissima

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#27 GAIA GIOVANNINI, 10 - La sorpresa tra le convocate, ma soltanto per coloro che non l'avevano mai vista prima in azione. Da San Giovanni in Persiceto a Parigi, passando per Montale, Cuneo, Novara e Vallefoglia. Carriera giovanissima, margini di miglioramento assoluti, eppure Velasco le ha affidato un ruolo fondamentale: migliorare la qualità di ricezione e difesa nei momenti più complessi. Tanti in VNL, pochi - per sua fortuna - qui ai Giochi Olimpici. Lei ha svolto comunque al meglio il compito assegnatole, riuscendo peraltro a incidere pure in attacco contro Rep. Dominicana e soprattutto Paesi Bassi (7 punti a referto, col 31% di efficienza). Per lo sport di squadra italiano, Giovannini ha rappresentato la scoperta più bella del 2024.
All. JULIO VELASCO, 10 - Il Maestro. Ha ereditato sportivamente un gruppo "creato" da altri, arrivando all'impresa di portarlo dove nessuno era mai riuscito prima. Sempre seguendo i suoi mantra, sempre senza alibi e con chiarezza comunicativa. Ha fatto innamorare un'intera nazione della pallavolo, per la seconda volta in carriera. Durante la prima forgiò la "generazione di fenomeni", qui ha invece guidato le invincibili di Parigi. Lasciando sempre alle giocatrici la possibilità e la libertà di esprimere il loro talento senza divenire schiave del risultato. Insegnandoci che la vita è dura, certo, ma anche tremendamente meravigliosa se si è in grado di godersi il viaggio e non soltanto la meta. Come sempre in cattedra, Velasco è un patrimonio che non può restare confinato allo sport.
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Velasco: "Non è un lungo sogno, è la vittoria della pallavolo italiana"

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