La leggenda Markus Rehm fa poker di ori consecutivi nel salto in lungo T64. Eguagliato così il record di Carl Lewis

GIOCHI PARALIMPICI PARIGI 2024 - Markus Rehm ci lascia ancora tutti senza parole! 4° oro paralimpico consecutivo nel salto in lungo T64, eguagliando così il record stabilito dal figlio del vento, Carl Lewis, da Los Angeles 1984 ad Atlanta 1996. Blade Jumper, questo il soprannome di Rehm, continua a riscrivere la storia e punta dritto verso LA 2028. Intanto, il suo dominio dura da oltre 12 anni.

Markus Rehm durante la finale di salto in lungo T64 ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024

Credit Foto Getty Images

28 anni dopo qualcuno è riuscito a eguagliare uno dei tanti record stabiliti dal figlio del vento, Carl Lewis. Non a livello olimpico, ma - e il tutto diventa ancor più incredibile - in quello paralimpico. Si tratta del leggendario Markus Rehm, lunghista tedesco capace di stravincere pure la finale di salto in lungo T64 dei Giochi Paralimpici di Parigi 2024, dopo aver conquistato il titolo di specialità a Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo 2020. Quattro trionfi consecutivi nel lungo, proprio come Lewis.
Lo statunitense ci riuscì da Los Angeles 1984 ad Atlanta 1996, volando perfino a 8,72 metri durante l'edizione di Seul 1988. Chiariamolo fin da subito: Lewis e Rehm non sono gli unici due atleti in grado di conquistare quattro ori di una singola specialità di atletica in altrettante edizioni dei Giochi. Prima di loro, ci riuscì infatti il discobolo statunitense Al Oerter, campione da Melbourne 1956 a Città del Messico 1968 e sempre migliorando il record olimpico, fino ai 64,78 metri dell'ultimo trionfo.
Il dominio di Rehm nel salto in lungo paralimpico dura però da oltre 12 anni, a qualsiasi livello. Perfino contro alcuni atleti normodotati, visto che è riuscito a battere più campioni nazionali durante eventi open e, nel 2021, a saltare 8,62 metri, misura mai raggiunta quell'anno da atleti non paralimpici. Il 25 giugno 2023 si è migliorato di 10 centimetri, portando così il record del mondo a 8,72 metri: se potesse gareggiare coi normodotati, si tratterebbe della nona misura di sempre.
Peraltro, anche a livello di atleti olimpici, era da 14 anni che qualcuno non superava gli 8,70 metri in competizioni ufficiali, ossia dall'8,71 saltato dal tedesco Sebastian Bayer a Torino nel marzo 2009. Eppure, Blade Jumper - questo il soprannome di Rehm - non può competere contro gli atleti normodotati perché World Athletics non ha ancora stabilito con certezza se la sua protesi gli garantisca (oppure no) vantaggi nei confronti degli atleti che ne sono invece privi.
Questo non gli impedisce comunque di riscrivere sempre più la storia dell'atletica paralimpica e, in particolare, dei Giochi. A 36 anni Rehm è consapevole di aver trovato avversari che ne possono raccogliere l'eredità sportiva - su tutti lo statunitense Derek Loccident, argento qui a Parigi e 10 anni più giovane del tedesco - ma non ha intenzione di lasciare il trono. Il prossimo obiettivo? Los Angeles 2028, per il pokerissimo di ori. Complesso sì, ma non impossibile per una leggenda simile.

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