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Corruzione e segnali a bordo ring: ecco come la boxe fu truccata a Rio 2016 e perché Russo chiede giustizia

Davide Bighiani

Aggiornato 01/10/2021 alle 10:22 GMT+2

BOXE - Il rapporto McLaren conferma che in occasione delle Olimpiadi del 2016 ci fu corruzione: tra gli 11 match discussi anche quello del peso massimo azzurro Clemente Russo contro Tischenko. La ricostruzione del Guardian.

Boxe a Rio 2016

Credit Foto Getty Images

Da 7 a 11 incontri di boxe furono "manipolati" ai Giochi Olimpici del 2016: è questo ciò che ha stabilito l'indagine condotta dal professor Richard McLaren sui verdetti molto controversi di Rio, in un'Olimpiade che vide uscire sconfitto per presunta corruzione arbitrale anche il nostro Clemente Russo.
“Non ho fatto una polemica strumentale, sono un campione e non un lamentoso, non un pazzo. Sapevo ciò che dicevo quel pomeriggio dopo ave buttato quattro anni di sacrifici e di speranze nel gabinetto. I fatti mi hanno dato ragione e adesso l’inchiesta per corruzione che accende i riflettori su quella storiaccia a distanza di cinque anni. (Clemente Russo al "Mattino", giugno 2021)
Secondo il Guardian, McLaren, lo stesso che aveva fatto scoppiare la bolla del doping di stato in Russia, ha scoperto che esisteva una cultura dei "favori", in particolare tra i paesi post-sovietici - con l'Azerbaigian che concedeva all'organo di governo della boxe amatoriale, l'Aiba, un prestito di investimento di 10 milioni di dollari con l'aspettativa che gli incontri sarebbero stati manipolati a loro favore per le medaglie a Londra 2012. Quattro anni dopo una tangente di 250.000 dollari è stata offerta anche dai funzionari mongoli nel tentativo di decidere il risultato di una semifinale olimpica.

Segnali a bordo ring

A Rio alcuni funzionari usavano il proprio potere per manipolare il sistema di giudizio per assicurarsi che alcuni pugili vincessero. McLaren ha affermato che una squadra selezionata di arbitri e giudici senior "a cinque stelle" ha usato segnali a bordo ring o ha istruito i colleghi la mattina dei combattimenti su chi avrebbe dovuto vincere.
Il professore ha anche affermato che le controverse sconfitte ai Giochi di Rio per il britannico Joe Joyce nella finale dei pesi massimi contro il francese Tony Yoka e l'irlandese Michael Conlan nei quarti di finale dei pesi gallo contro il russo Vladimir Nikitin erano tra gli 11 combattimenti oggetto di indagine. Per McLaren la corruzione è arrivata fino in cima con due alti funzionari dell'Aiba - Wu Ching-kuo e Karim Bouzidi, rispettivamente l'allora presidente e direttore esecutivo dell'Aiba - che sono stati "attori chiave" nel "permettere alla manipolazione di prosperare".
Ulteriori rapporti sull'indagine saranno forniti dalla McLaren a novembre e poi a marzo 2022.
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