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Nuova Zelanda-Australia, ovvero la finale più attesa di sempre

Davide Bighiani

Pubblicato 30/10/2015 alle 12:52 GMT+1

Sabato a Twickenham le due super-potenze dell'Emisfero Sud si affrontano per la prima volta in una finale mondiale. Chi vincerà questo scontro titanico potrà alzare la Web Ellis Cup per la terza volta: nessuno finora ci è mai riuscito

Nuova Zelanda vs Australia - 2015

Credit Foto Imago

Sono le due squadre più forti del mondo, hanno vinto due coppe del mondo a testa e ora hanno la possibilità di confrontarsi sul palcoscenico più importante, l'una di fronta all'altra. Chi alzerà la Web Ellis Cup lo farà per la terza volta e nessuno in passato ci è mai riuscito. Chi sarà all'altezza di questo onore?

Nuova Zelanda per il primo back-to-back

Nessuna squadra in passato è riuscita a confermare il titolo mondiale di quattro anni prima: questa la sfida più grande per una squadra, quella di Steve Hansen, che ha dimostrato ampiamente di essere quella da battere sin dal 1' di coppa del mondo. Chiedere alla Francia, totalmente distrutta con nove mete a referto nella notte di Cardiff, e poi ancora al Sudafrica, avanti per un tempo in semifinale ma poi piegato dalle magie di Carter e compagni. Da otto anni ormai gli All Blacks, proprio da Cardiff 2007 contro i francesi, non conoscono la sconfitta al Mondiale: 13 partite e 13 vittorie, incluso l'8-7 che valse il titolo 4 anni fa in patria. Stiamo parlando di una squadra che sotto la gestione Hansen ha perso tre partite e che a Twickenham vuole dimostrare di saper vincere la Web Ellis Cup anche lontano dalle proprie latitudini. Questa volta, rispetto all'ultima c'è anche un carichissimo Dan Carter, infortunato nel mondiale neozelandese; Richie McCaw è pronto a lasciare la maglia nera, ma non prima aver sollevato l'ennesimo trofeo; e, perché no, Julian Savea vuole continuare a segnare mete, così come ha fatto fino a questo momento.

Australia, una cavalcata da coronare

Chi aveva visto l'Australia claudicante dopo la vittoria risicata contro la Scozia nei quarti di finale, sarà rimasto deluso: contro l'Argentina la squadra di Heyneke Meyer ha dimostrato ampiamente di che pasta è fatta, con un 29-15 che corrisponde al risultato più rotondo di sempre in una semifinale mondiale per i Wallabies. Una vittoria che ha spazzato i dubbi sia degli osservatori ma soprattutto dei giocatori stessi. Perché la voglia di giocare contro gli All Blacks ce l'hanno tutti, ma chi ha le competenze per poterlo fare? Ecco, i Wallabies visti quest'anno sono forse l'unica formazione in grado di poter opporsi all'armata Tuttanera senza dover per forza abbassare la testa: unica squadra ad aver battuto la Nuova Zelanda quest'anno, l'Australia ha poi fatto un percorso netto al Mondiale, sconfiggendo nell'ordine Fiji , Uruguay, Inghilterra, Galles, Scozia e Argentina. In più la cabala sta dalla parte dei gialloverdi, vincitori addirittura di 22 dei 23 match disputati nell'Emisfero Nord: dopotutto le due coppe del mondo vinte dall'Australia sono arrivate proprio in terra britannica: proprio a Twickenham il 2 novembre 1991 contro l'Inghilterra (12-6) e al Millenium Stadium di Cardiff il 6 novembre 1999 contro la Francia (35-12).

Un primo posto che sa di storia

Chi vince la finale si assicura il primo posto nel ranking mondiale: non una novità per la Nuova Zelanda, al top dal 16 novembre 2009 e n.1 al mondo per l'86% del tempo da quando la classifica fu introdotta, dall'ottobre 2003. Per l'Australia invece si tratterebbe di una "prima": i Wallabies non hanno mai guardato tutti dall'alto in basso: vincendo sabato potrebbe diventare la quarta nazione ad occupare il n.1, dopo Inghilterra, Nuova Zelanda e Sudafrica.

La legge del più giovane

La storia delle finaliste della Coppa del mondo è molto chiara: solitamente vince la squadra più giovane. A parte i casi dell'Inghilterra nel 2003 e del Sudafrica nel 1995, sono state le squadre con l'età media più bassa tra le due a portarsi a casa la Web Ellis Cup. Solo un caso? La Nuova Zelanda, con un'età media di 29 anni e 130 giorni a giocatore è la quarta squadra più anziana della storia delle finaliste: se vincesse sarebbe la squadra più vecchia di sempre (6 mesi in più rispetto agli inglesi del 2003). I (più) giovani australiani possono aggrapparsi anche a questa statistica..

Le formazioni iniziali

Australia: Israel Folau, Adam Ashley-Cooper, Tevita Kuridrani, Matt Giteau, Drew Mitchell, Bernard Foley, Will Genia; David Pocock, Michael Hooper, Scott Fardy, Rob Simmons, Kane Douglas, Sekope Kepu, Stephen Moore, Scott Sio
Nuova Zelanda: Ben Smith; Nehe Milner-Skudder, Conrad Smith, Ma'a Nonu, Julian Savea; Dan Carter, Aaron Smith; Joe Moody, Dane Coles, Owen Franks, Brodie Retallick, Sam Whitelock, Jerome Kaino, Richie McCaw, Kieran Read
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