Luigi Mazzone tra i candidati alla presidenza della Federazione: nel progetto Generazione Scherma Garozzo e Bebe Vio

Il 12 settembre 2024, presso l’Hotel Eden a Roma, è stato presentato il progetto Generazione Scherma, contestualmente alla candidatura di Luigi Mazzone alla Presidenza della Federazione Italiana Scherma. Nel progetto sono coinvolti alcuni tra i nomi più prestigiosi della scherma internazionale: Bebe Vio e Daniele Garozzo, icone e campioni olimpici, al fianco di Federico Vismara, Cristiana Cascioli, Sissi Albini, Andrea Sirena, Paolo Menis, Marcello Scisciolo, Daria Marchetti, e Francesco Montini. Il gruppo ha come obiettivo un rinnovamento della Federazione, all'insegna di inclusività, modernità, ampliamento delle relazioni e sostegno alle realtà locali, con attenzione decisa e particolare anche allo sviluppo del movimento paralimpico.

A spiegare nel dettaglio il progetto è stato proprio il professor Luigi Mazzone: “La nostra voglia di confronto nasce da una riflessione culturale e sportiva: non si può non prendere atto dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, che si ripercuotono sullo sport e sulla scherma. La nostra visione abbraccia le generazioni che approcciano al mondo sportivo e arriva fino ai più alti livelli. Chiaramente in tutto questo è incluso anche il settore paralimpico, tra quelli che vorremmo maggiormente sviluppare. Possiamo portare risorse che implementino il nostro mondo e che possano aumentare la base dei nostri tesserati olimpici e paralimpici. E ancora, fondamentale per noi resta il benessere fisico e mentale da cui questa federazione deve ripartire: è importante dare attenzione al futuro atleta, ma soprattutto bambino, ragazzo e uomo”.

Ha poi preso la parola Daniele Garozzo, oro olimpico nel fioretto individuale a Rio 2016: “Dalla scherma abbiamo ricevuto tanto e ora vogliamo restituire noi qualcosa: il nostro lavoro sarà basato sui contenuti. Lo stato di salute ai vertici del nostro sport è buono anche se le Olimpiadi non sono andate come speravamo, forse anche per qualche arbitraggio non andato a nostro favore e in questo senso forse anche come federazione avremmo dovuto lavorare in maniera diversa. Sulla base del movimento, in particolare, c’è tanto da fare: siamo pochi, i numeri sono bassissimi e continuiamo a decrescere. Sarà sempre più difficile, in un contesto come questo, mantenere lo stesso numero di medaglie tra 20 anni”.

Ha detto la sua anche Federico Vismara, fresco di partecipazione alle ultime Olimpiadi di Parigi dopo le quali ha annunciato il ritiro dalle competizioni: “Mi piacerebbe rappresentare tutti gli atleti. Il percorso per diventare campioni è lungo, tutto parte dal basso. L’intenzione è concentrarsi sugli atleti piccoli, sul percorso e ciò che c’è dopo la carriera sportiva. Serve allargare la base degli iscritti, svilupparci come movimento in questo senso per poi concentrarsi sul trattenere le persone: troppi smettono all’età liceale e questo non va bene. Il campione va messo nelle migliori condizioni possibili per performare attraverso una comunicazione chiara, in un sistema che garantisca anche più meritocrazia nelle categorie giovanili”.