Filippo Macchi argento nel fioretto maschile: 14-15 per Cheung Ka Long tra le polemiche

Il sogno di Filippo Macchi alla sua prima partecipazione ai Giochi Olimpici tramuta in un argento nel fioretto maschile che bisognerebbe definire splendido se non fosse per i grandi rimpianti e soprattutto le furiose contestazioni per un oro perso all'ultimo punto fatto ripetere tre volte. Dopo aver dominato il numero tre del tabellone e piegato il vicecampione del mondo in carica, il sorprendente 22enne di Pontedera si arrende in una finalissima equilibrata e da brividi solamente all'ultimo respiro, all'ultimissima stoccata, a una decisione più volte rimandata, contro il neo bicampione olimpico in carica Cheung Ka Long: finisce 14-15 dopo che l'azzurro si trovava davanti 14-12. Ma quella che poteva essere raccontata come una finale epica termina tra le accesissime proteste da parte dello schermidore toscano e del ct Stefano Cerioni contro i giudici in un Grand Palais infuocato come non mai in questi giorni.

Strascichi a parte, resta comunque da favola la medaglia di Filippo Macchi: pochi mesi prima dell’inizio delle Olimpiadi aveva ricevuto il pesante testimone del fuoriclasse Daniele Garozzo, a Parigi ha portato l’Italia in finale in questa specialità per la terza edizione consecutiva, così come ci era riuscito il suo connazionale a Rio (oro) e Tokyo (argento). Il più giovane dei tre azzurri in gara, un uomo in missione nella capitale francese, arrivato letteralmente a un soffio dallo spezzare il tabù del 50° oro olimpico in questa disciplina che per l'Italia si sta trasformando in una tremenda maledizione. Aveva fatto saltare il banco ai quarti di finale contro l'egiziano Hamza (15-9) e in semifinale contro Itkin (15-11, con lo statunitense poi bronzo).

Nella finale per l'oro Macchi si scrolla in fretta dalle spalle l'emozione e getta il cuore oltre l'ostacolo. È un assalto equilibratissimo, 10-10 al termine della prima frazione. Alla ripresa dopo il minuto di riposo l'azzurro prova a spostare l'inerzia, e sembra riuscirci: torna in vantaggio sul 13-12 e poi arriva a una stoccata dal titolo. Cheung non vuole adbicare e ha una grande reazione d'orgoglio, 14-14 e a questo punto l'oro si decide alla successiva stoccata. E alla successiva ancora. E ancora. I giudici prendono una decisione sulla terza ripetizione del punto: per l'ennesima volta si illuminano entrambe le luci, ma a differenza di prima viene valutata parata e risposta a segno dell'honkonghese. Doveva essere un argento luccicante, e invece resta un argento che lascia enormi strascichi sulla scia di quanto accaduto nelle ultime giornate. Lo schermidore azzurro se ne va scurissimo in volto, il ct Cerioni sbraita sotto la pedana. Un risultato che viene accettato dopo aver deglutito un boccone durissimo e su cui la Federscherma ha deciso di fare protesta formale.

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