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Intervista a Laura Pirovano: "Sto tornando al top. A Goggia e Brignone ruberei..."

Marco Castro

Aggiornato 02/02/2024 alle 14:50 GMT+1

SCI ALPINO - Intervista esclusiva a Laura Pirovano, campionessa della Nazionale italiana. L'atleta trentina parla del momento della sua carriera e dei progressi dopo l'ultimo infortunio, facendo il punto sulla stagione specialità per specialità. Tra i temi affrontati, anche il calendario di Coppa del Mondo, i Giochi olimpici di Milano-Cortina, Federica Brignone e Sofia Goggia, l'alimentazione...

Laura Pirovano (Pier Marco Tacca, Pentaphoto)

Credit Foto Eurosport

La Coppa del Mondo di sci alpino 2023/24 è giunta a un terzo del suo calendario ed è tempo di stilare i primi piccoli bilanci, per poi volgere lo sguardo alle gare che verranno da qui a marzo. Lo ha fatto anche Laura Pirovano nel corso di un'intervista rilasciata a Eurosport, in cui l'atleta trentina ha parlato di diversi temi. Dal ritorno al top dopo l'ultimo grande infortunio alle questioni di calendario, dall'analisi delle singole specialità ai "modelli" Federica Brignone e Sofia Goggia, con uno sguardo al futuro sui Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026 e un'opinione su alimentazione e integrazione, aspetti fondamentali nello sci alpino e nello sport ad alto livello in generale.
Partiamo dall’ultima gara di velocità: Super G in Val d’Isere, il tuo miglior risultato in Coppa del Mondo in questa specialità e forse anche con un piccolo rimpianto…
"Il risultato è stato super positivo. Ero anche un po’ agitata perché indossavo il numero 1 per la prima volta. In un Super G devi trovare il giusto equilibrio tra il rischio e la precisione, se fai linee troppo precise vuol dire che non stai andando abbastanza veloce. Infatti qualche errorino l’ho fatto, poi però ho visto gente del calibro di Gut e Shiffrin uscire e al traguardo ho pensato di aver fatto bene a prendermi quel margine in più. Era un Super G davvero difficile e per questo sono ancora più contenta del risultato che ho ottenuto".
Questa è la prima stagione “vera” dopo il tuo ultimo infortunio grave, che ti aveva fatto perdere l’intera stagione 2021/22. Ti senti vicina al livello che avevi prima o dove pensi di avere dei margini di miglioramento?
"Sento di essere vicina. Devo dire che anche l’anno scorso ho fatto cose abbastanza buone, ma ero un po’ discontinua. Mi mancava un po’ di fiducia. Facevo alcuni tratti bene e in altri mi perdevo. È stata una stagione un po’ altalenante. Questa, invece, speriamo continui senza troppi bassi. Anche in allenamento sto sciando bene e mi sento in fiducia".
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Laura Pirovano (Credits: Giovanni Maria Pizzato, Pentaphoto)

Credit Foto Eurosport

Fiducia che può essere consolidata nelle prossime gare, in particolare a febbraio, quando ci saranno gli appuntamenti in Val di Fassa e a Crans Montana. Dove in passato hai ottenuto ottimi risultati.
"Speriamo! I miei risultati migliori, prima di farmi male, li avevo ottenuti in discesa. Questo 7° posto è arrivato in Super G e questa è una cosa positiva per me perché vuol dire che tecnicamente sono migliorata. Io sono nel circuito da tanto tempo, non sembra ma per me alcune piste sono ancora “nuove”. Non vedo l’ora di andare a San Pellegrino e Crans, che oltre a essere piste dove ho ottenuto buoni risultati sento di conoscere e che dunque affronto con molta più voglia di fare e consapevolezza. Non vedo l’ora".
Rispetto alla velocità, in gigante stai faticando di più. Parliamo della specialità in cui hai esordito in Coppa del Mondo, nella quale hai ottenuto i tuoi primi punti e in cui sei stata campionessa del mondo juniores.
"La sto vivendo bene nel senso che ho voluto riprendere in mano il gigante soprattutto perché tecnicamente è importantissimo per quanto riguarda Super G e discesa. Poter fare un buon lavoro in gigante serve sempre. Io sono partita da gigantista e i due infortuni che ho avuto mi hanno un po’ stoppata. Al mio rientro, in velocità mi veniva tutto un po’ più facile, più naturale. Ero già riuscita a conquistarmi dei pettorali di partenza un po’ più bassi e quindi il rientro è stato più agevole. Invece in gigante il contrario. Stando ferma mi si sono alzati i punti, tornando ripartivo con numeri più alti. Serviva più fiducia, cosa che mi è mancata un pochino. Anche tecnicamente, in Super G e discesa se manca qualcosa è meno grave rispetto al gigante. È una disciplina che sto riscostruendo, perché è più difficile rispetto alla velocità. Ma non voglio assolutamente abbandonarla, perché ci tengo tantissimo e soprattutto ci credo. Spero che i frutti del lavoro che sto facendo prima o poi vengano fuori".
Spostiamoci su un’altra disciplina, che al momento non è in calendario…la combinata. Cosa ne pensi di questa nuova esclusione e del format che era stato ideato?
"La combinata a me piaceva, era molto stimolante. Poi posso capire che nelle ultime gare disputate, in cui in slalom si partiva nell’ordine d‘arrivo della discesa, da spettatore era un po’ noioso. In Coppa del Mondo ne ho fatta solo una purtroppo, arrivando decima. Per quanto riguarda il nuovo format, io non ero assolutamente d’accordo, ma per un semplice motivo. Il bello dello sci (e il brutto a volte!) è che tutto quello che conquisti è per meriti tuoi e tutto ciò che perdi è per colpa tua. Il fatto di avere una disciplina dove io posso ottenere un risultato che dipende anche da qualcun altro non mi piace e non lo trovo giusto. Penso anche a Nazioni più piccole, come la Slovacchia di Petra Vlhova. Che magari si gioca la Coppa generale e può perdere punti importantissimi in una gara dove le sue avversarie ne possono guadagnare grazie al contributo di altre ragazze, perché gareggiano in Nazioni più grandi e con più atlete competitive. Vale anche per un discorso di Coppa di specialità. Penso anche all’Italia se deve confrontarsi con Svizzera o Austria, che in assoluto hanno più slalomiste e che sarebbe dunque penalizzata con questo format. Riassumendo: non trovo giusto che vengano attribuiti dei punti individualmente per un risultato di squadra".
In questa prima parte di stagione, numerose gare sono state cancellate, soprattutto in ambito maschile. Ci sono state discussioni e c'è chi ha proposto di traslare il calendario in avanti o di lasciare alcuni weekend liberi per permettere di recuperare le gare annullate più agevolmente. Anche perchè quest’anno, pur in assenza di grandi eventi, il programma è piuttosto fitto.
"Sicuramente è fittissimo, ma dal mio punto di vista, non facendo lo slalom, riesco ancora a gestire abbastanza bene la situazione. Il problema grosso è per chi, ad esempio un Odermatt, fa quasi tutte le gare. Poco tempo fa hanno avuto cinque giorni di gare di fila tra Gardena e Badia. Così è massacrante. Le mie compagne di squadra che sono nel circuito da più tempo di me dicono che una volta c’erano meno gare e si era meno in giro. Il calendario effettivamente è molto fitto, ma a me non dispiace. Ogni volta arrivo a fine stagione e penso che vorrei fare altre dieci gare".
Cosa vuol dire gareggiare in squadra con due atlete che stanno facendo la storia dello sci alpino italiano come Goggia e Brignone? Cosa ruberesti all'una e all’altra?
"È un'opportunità veramente fantastica per me. Oltre al fatto di viverle in allenamento e di potermi confrontare con due delle più forti sciatrici del mondo, ci vivo anche all’interno della squadra, dall’albergo alla preparazione atletica e non solo. A Brignone ruberei la sua energia, è sempre piena di voglia di fare, di migliorarsi, di voglia di vincere qualsiasi cosa si faccia, dalle carte alla pallavolo. Trasmette sempre questa voglia di vincere che è sicuramente una delle sue armi migliori. A Goggia ruberei la sua consapevolezza, la sicurezza in sè stessa. È incredibile come da ogni cosa che le capiti lei riesca sempre a tornare a vincere ai massimi livelli come se niente fosse. Parte come un bulldozer, è molto sicura delle sue capacità. Oltre a loro, in squadra ci sono anche atlete del calibro di Bassino e Curtoni e questo dà la possibilità di stimolarsi a vicenda, è una fortuna enorme".
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Tra poco più di due anni ci saranno le Olimpiadi di Milano-Cortina. Ci pensi già o per il momento vivi alla giornata, gara per gara?
"Sicuramente a me piace vivere gara per gara, giorno per giorno, senza pormi obiettivi lontani. Già mi è difficile per la stagione in corso, figuriamoci per il 2026. Però sicuramente ogni tanto ci penso. Quale atleta non ci penserebbe? Già a partecipare, intendo. Era il mio sogno da bambina…Casualmente mi sono fatta male due volte poco prima delle Olimpiadi. Vedremo, ma ovviamente quando se ne parla un pensierino lo fai sempre".
Quando eri bambina c’era qualche atleta a cui ti ispiravi e che avresti voluto emulare da grande?
"I miei ricordi più nitidi da questo punto di vista sono su…Lara Gut! Sembra incredibile, ma quando ero categoria Ragazzi, eravamo in Val Senales e in pausa pranzo tutti ad accendere la tv per guardare Sölden. Mi ricordo di questa Lara Gut…per me guardarla sciare era bellissimo. Se ci ripenso oggi e poi mi trovo in partenza vicino a lei penso a come è strana la vita. Voglio aspettare a dire che sia il mio idolo sportivo perché ci sto ancora gareggiando insieme, però se c’è un modello a cui mi piace ispirarmi - e sicuramente continuerò a farlo - è lei. Proprio un’atleta con la A maiuscola. Quando ho fatto la mia prima top 5 a Sankt Anton, leggere la classifica e vedere il mio nome prima del suo è stata quasi un’allucinazione.
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Nello sport ad alto livello la tecnologia e la preparazione hanno fatto passi da gigante, si lavora ormai sui dettagli. Tra gli ambiti più curati adesso c’è anche l’alimentazione. Quanto è importante per te e nello sci alpino in generale?
"È veramente un aspetto fondamentale, perché alzandosi il livello si alza sempre di più anche lo stress fisico e mentale che un atleta deve sopportare. Al di là della preparazione atletica, dove una corretta integrazione può sicuramente fare la differenza, bisogna fare anche i conti con la stagione. Che è lunga, ricca di pressioni e impegni e bisogna riuscire a tenere da novembre a marzo. Anche dal punto di vista del recupero, è un aspetto da curare molto bene. Io sono seguita da una nutrizionista da tanti anni. Una corretta alimentazione e nutrizione possono fare la differenza. Io sono seguita anche da Enervit come sponsor e ne sono molto fiera perché è una realtà in cui credo moltissimo.
Cosa prevede la tua alimentazione prima di una gara?
Già dalla sera prima cerco di fare un carico di carboidrati, a differenza delle altre cene in cui prediligo solo un secondo, quindi proteine. Cerco già di dare un apporto più energetico al mio fisico. Prendo degli amminoacidi sia la sera prima che la mattina della gara. Prendo dei carboidrati anche un’ora prima e infine dei gel venti minuti prima, per avere quel boost finale. Poi, come ho detto, curo molto bene il recupero che per me è importante quanto l’integrazione del pre-gara.
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