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Trionfo norvegese in discesa: vince Jansrud su Svindal. Italia senza medaglie, Paris 6°

Marco Castro

Aggiornato 09/02/2019 alle 16:32 GMT+1

Nella discesa mondiale è grande festa Norvegia: Kjetil Jansrud vince per 2 centesimi su Svindal, all'ultima gara in carriera. Sul podio anche l'austriaco Kriechmayr. L'Italia non incide. Paris, sesto, è il migliore, gli altri finiscono tutti fuori dalla top 10.

Italy's Dominik Paris competes in the men's Super G event at the 2019 FIS Alpine Ski World Championships at the National Arena in Are, Sweden, on February 6, 2019.

Credit Foto Getty Images

Un trionfo norvegese. La discesa libera maschile parla forte e chiaro una sola lingua. Quella di Kjetil Jansrud, al primo oro iridato e il più vecchio di sempre a vincere ai Mondiali in questa disciplina. Ma anche quella di Aksel Lund Svindal, secondo per due soli centesimi all'ultima recita di una carriera straordinaria, eterna e decorata di quanto di meglio uno sciatore possa sognare. A chiudere un podio regale c'è l'Austria della sicurezza Kriechmayr, ancora a medaglia dopo l'argento in Super G. Non c'è gloria, invece, per l'Italia. Il migliore è ancora Dominik Paris, sesto e mai davvero in gara. Fuori dai 10 Christof Innerhofer, Matteo Marsaglia e Mattia Casse.

L'ordine d'arrivo della discesa maschile

1. Kjetil JANSRUD (NOR)1:19.98
2. Aksel Lund SVINDAL (NOR)+0.02
3. Vincent KRIECHMAYR (AUT)+0.33
4. Beat FEUZ (SUI)+0.44
5. Matthias MAYER (AUT)+0.65
6. Dominik PARIS (ITA)+0.74
7. Benjamin THOMSEN (CAN)+0.75
8. Aleksander Aamodt KILDE (NOR)+0.82
9. Bryce BENNETT (USA)+0.83
10. Mauro CAVIEZEL (SUI)+0.83

Partenza ritardata, Jansrud fa subito il vuoto

Gara travagliata, quella della discesa. Vento, neve e nebbia non danno tregua e la partenza viene rinviata più volte, fino all'ufficialità delle 13.30. Ma il via è abbassato al Super G e le condizioni non sono certo ideali. I primi a partire sono il francese Theaux e lo svizzero Caviezel, ma nessuno dei due incanta. Matthias Mayer fa il miglior tempo ma neanche lui disputa la gara perfetta, inserendo la sua prova diverse sbavature. Cosa che invece non succede a Kjetil Jansrud. Col pettorale numero 6, il norvegese sfodera la miglior discesa della sua stagione, dove non aveva mai fatto meglio di un 13esimo posto. Ma ai Mondiali è un'altra storia e con una gara in progressione, il 33enne di Stavanger si prende di prepotenza l'angolo del leader.

Ovazione per Svindal, Paris non graffia

Pochi atleti più tardi, il pubblico di Are si raccoglie in un sentimento unico di concentrazione, sostegno e malinconia. È il momento di Svindal, all'ultima gara della carriera e sulla stessa pista che l'aveva incoronato campione del mondo 12 anni fa. E sarà una grande prova. Il vecchio Aksel se la gioca col compagno di squadra in un duello virtuale alla pari e perso per due soli centesimi. Ma sorride sul traguardo, accolto in un'ovazione che solo i più grandi ricevono. Tocca a Paris. E Domme, invece, non entra mai davvero in gara. L'azzurro sbaglia nella parte alta e deve allungare un po' le linee, perdendo velocità. Chiude al quarto posto provvisorio, ma lontano dai migliori.

Kriechmayr meglio di Feuz, indietro Inner

Dopo esser stato in ombra nella gara di Super G, Beat Feuz punta in alto. Ma il leader di coppa non fa la differenza come nei giorni migliori e non impensierisce mai il duo norvegese al comando. Meglio di lui fa Vincent Kriechmayr, vicino a Jansrud per un minuto di gara prima di cedere qualcosa nel tratto finale. Poi c'è il nostro Innerhofer, che però non incide. Una brutta spigolata in alto e qualche traiettoria troppo abbondante influiscono sulla sua prova, chiusa fuori dalla top 10. Poco più indietro finiranno Matteo Marsaglia e Mattia Casse.
picture

Aksel Lund Svindal, Kjetil Jansrud, Vincent Kriechmayr

Credit Foto Getty Images

Reichelt sbaglia, il podio è ufficiale

La lista di partenza si assottiglia, ma c'è un atleta in particolare che funge da spauracchio per i migliori. È Hannes Reichelt, titolare del pettorale numero 1 ma "retrocesso" a partire dopo il numero 45 per non essersi presentato di proposito alla cerimonia della sera prima. Ma i gradi del veterano austriaco non vengono rispettati e un errore grave nella parte alta lo mette fuori gara. Non c'è più spazio per sorprese e outsider: è trionfo Norvegia, il primo ad Are 2019.
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