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Dominik Fischnaller: "La schiena va molto meglio, vado alle Olimpiadi per una medaglia"

DaOAsport

Aggiornato 06/02/2018 alle 17:19 GMT+1

Dal nostro partner OAsport.it

Dominik Fischnaller

Credit Foto Getty Images

La stagione di Coppa del Mondo di slittino ha offerto più ombre che luci per Dominik Fischnaller. Tanti piazzamenti anonimi, prima del lampo della vittoria di Lillehammer al penultimo appuntamento in calendario (oltre al terzo posto nella sprint). L’azzurro è stato poi costretto a saltare l’ultima gara di Sigulda, valida anche per il Campionato Europeo, a causa di un problema alla schiena, per fortuna risolto. Insomma, il 24enne di Maranza si presenterà alle Olimpiadi di PyeongChang 2018 quasi a fari spenti: in pochi lo collocano tra i papabili per una medaglia. Eppure, sulla pista olimpica, l’altoatesino ci ha già vinto lo scorso anno, senza contare che l’intera annata è stata vissuta interamente in funzione del traguardo a Cinque Cerchi. Di sicuro Fischnaller sarà una mina vagante che nessuno potrà permettersi di sottovalutare.
Dominik, innanzitutto come stai?
"Sicuramente molto meglio. Ho svolto quattro giorni di terapie in Germania che mi hanno messo a posto. Si era infiammato un nervo tra il collo e la schiena".
Possiamo dire che l’intera stagione di Coppa del Mondo ti è servita quasi esclusivamente a preparare le Olimpiadi, senza mai cercare davvero il risultato?
“Chiaramente ho cercato di fare bene in ogni gara, ma è altrettanto vero che quasi sempre ho testato dei nuovi materiali. A Lillehammer mi sono trovato bene con i nuovi pattini e la scocca, dunque penso che li userò anche in Corea del Sud, anche se prima dovremo fare un confronto con quelli utilizzati lo scorso anno su quella pista“.
Quello coreano è un budello a te gradito. Raccontacelo.
“E’ una pista molto bella, un misto tra Sochi, Koenigssee e Igls. E’ davvero molto varia, c’è un po’ di tutto. Già la curva 1 è molto importante, ma alla 9 si decide la gara: se sbagli lì, è finita. La partenza conta meno che altrove: con una buona discesa, si può recuperare il tempo perso al via“.
Pare che in Corea dovrebbe fare freddo. Sarebbe una buona notizia per le slitte italiane…
“Certamente sì, noi abbiamo bisogno del freddo per far sì che il ghiaccio si scaldi e la pista sia molto veloce. In quelle condizioni, le nostre slitte vanno molto bene. Con caldo e umidità, invece, facciamo fatica. Comunque le gare saranno di sera e la temperatura dovrebbe essere sotto lo zero“.
L’Olimpiade è una gara a sé, da disputare nell’arco di ben quattro manche. Quanto sarà importante la gestione tattica di ogni discesa?
“Saranno molto importanti i riscontri delle prove libere dal 6 all’8 febbraio per capire che genere di approccio avere. Magari si può provare a fare le prime due manche in gestione, per poi rischiare tutto nelle ultime due. Ma è ancora presto per dirlo“.
Il grande favorito per l’oro resta il tedesco Felix Loch?
“Certo, lui forse è il più agevolato dalle quattro manche. Però può succedere davvero di tutto, è una pista che non perdona. Sono convinto che possa andare a medaglia anche qualcuno che non è mai salito sul podio nella sua vita, perché ci saranno tanti errori. Mai come stavolta, sarà una gara imprevedibile. Attenzione naturalmente ai russi, che sono fortissimi. E chissà cosa potrà fare mio cugino Kevin, potrebbe sorprendere“.
Oltre che nella gara individuale, potrai giocarti una medaglia anche nel team relay?
“Nel singolo vado per giocarmi una medaglia, sono consapevole di essere tra i pretendenti. Nel team relay siamo migliorati moltissimo nell’arco della stagione, le ragazze hanno compiuto dei grandi passi avanti. Il podio è possibile“.
La tua stagione di Coppa del Mondo, Lillehammer a parte, ha offerto risultati ben inferiori alle attese. Ritieni che i tuoi avversari, per questo motivo, non ti considerino un pericolo in ottica podio?
“Non saprei, ma può anche essere. Io però punto solo a fare la mia gara e trovare i materiali giusti. Non guardo al resto“.
Per una squadra come l’Italia, tra le poche di vertice a non poter contare su una pista tra i propri confini, che vantaggio può rappresentare giocarsi un’Olimpiade su un budello ‘neutro’, dove cioé non si allena con costanza nessuno tra i grandi avversari?
“Di sicuro è un vantaggio, perché partiamo tutti nelle stesse condizioni ed effettuiamo lo stesso numero di discese. Abbiamo visto, ad esempio, quanto sia difficile battere i tedeschi sulle loro piste: lì loro compiono centinaia di discese…Qui invece saremo tutti alla pari“.
federico.militello@oasport.it
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