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Aspettando un Godot per Nadal, ecco Stefanos Tsitsipas: l’esplosione di un nuovo talento

Simone Eterno

Pubblicato 30/04/2018 alle 10:35 GMT+2

Il clamoroso cammino del 19enne greco al torneo di Barcellona segna l'esplosione di un nuovo (e atteso) talento nel mondo del tennis. Da oggi dentro i primi 50 del mondo (44), Tsitsipas prosegue una crescita graduale ma rapida. Chi è, da dove viene, come gioca e quali sono le sue caratteristiche. Nell'attesa di trovare un avversario al dittatoriale Nadal, scopriamo insieme Stefanos Tsitsipas.

Stefanos Tsitsipas e Rafael Nadal al torneo di Barcellona 2018

Credit Foto Getty Images

Il primo maggio del 2017, ovvero 364 giorni fa, era il numero 207 del mondo. Oggi, dopo la prima finale ATP della sua carriera, è il numero 44. L’obiettivo stagionale di Stefanos Tsitsipas, 19enne greco esploso definitivamente la scorsa settimana al torneo di Barcellona, è già raggiunto. “Arrivare nei primi 50 entro fine anno”. Detto, fatto.
In un quadro generale ben illustrato poche settimane fa – ovvero se Nadal sta bene, Nadal vince tutto (siamo a due tornei consecutivi senza lasciare un set, le chiacchiere stanno a zero, come direbbero a Roma) – l’attenzione si sposta su quello che con fatica sta cercando di emergere sotto il dittatoriale dominio dell’imperatore Rafa. E se Zverev è ormai noto a tutti da tempo, così come di Rublev e Shapovalov abbiamo già parlato, un altro Next-Gen dal talento cristallino si è affacciato dentro le prime 50 posizioni del mondo: Stefanos Tsitsipas. Un greco che, incredibilmente, finalmente gioca per la Grecia.
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Stefanos Tsitsipas

Credit Foto Getty Images

Già perché di ellenici più o meno dominanti la storia del tennis ne ha prodotti parecchi, senza che nessuno di questi battesse mai però la bandiera degli avi. Il più famoso di tutti è senza dubbio Pete Sampras, passando poi per l’adone australiano Mark Philippoussis, il cipriota di sangue ellenico Marcos Baghdatis fino ai più recente giovani aussie Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis. Stefanos Tsitsipas è invece greco come il sirtaki, anche se metà sangue, quello della mamma ed ex giocatrice a livello WTA Julia Salnikova, è russo. Sarà da lì che arriva quella chioma bionda destinata a fare impazzire più di qualche ragazzina. Già perché i suoi colpi, ormai, sono andati al di là del chiacchiericcio degli addetti ai lavori per palesarsi al mondo: un servizio solidissimo, un rovescio a una mano efficace e sempre attraente per gli esteti, un dritto – colpo migliore – con cui può fare i buchi in campo.

Il cammino

La scalata è stata rapida ma graduale. Nessun clamoroso exploit, ma una crescita costante. Il 2016 l’aveva visto leader del ranking under 18 grazie anche ai successi italici come il Bonfiglio o gli Internazionali d’Italia Junior. Il 2017 è stato l’anno in cui ha trovato le prime certezze a livello professionistico, con una semifinale ATP ad Anversa e la prima vittoria contro un Top-10 (Goffin), chiuso poi dentro i primi 100 del mondo (91 per la precisione). E il 2018 sta proseguendo spedito come l’anno delle conferme, con il cammino di Barcellona – terminato brutalmente di fronte all’alieno Nadal – che gli ha regalato la prima finale di sempre dopo aver messo in riga satanassi del rosso come Schwartzman, Ramos, Thiem e Carreno Busta. Non esattamente un cammino ‘casuale’, se così lo volessimo chiamare.

Lo stile

Già perché di casuale Tsistsipas nel suo tennis pare non avere nulla. Un talento decisamente più quadrato rispetto al più funambolico Shapovalov, capace di grandissimi exploit ma spesso con le idee poco chiare dal punto di vista tattico in campo. Di Tsitsipas invece impressiona la lucida nelle scelte, la solidità, le idee chiare nella costruzione del punto in relazione alle capacità e le caratteristiche dell’avversario dall’altra parte delle rete. Ed è questo il talento che fa ben sperare tutti coloro che hanno puntato le proprie fiches sul greco. Dopo una generazione persa ed una successiva che ha regalato fin qui qualche ‘cavallo pazzo’ più che una solida alternativa, Tsitsipas pare avere le caratteristiche e l’integrità psicologica del tennista. Più che un plus, forse la vera e propria discriminante del futuro per una generazione digitale di iper-distratti che certamente farà più fatica della precedente nella gestione del successo (lo stiamo già vedendo).
Questo aspetto, almeno per ora, pare poter premiare un ragazzo che dal punto di vista tennistico di talento ne ha parecchio e di cui già, da tempo, si è scritto e si continua a scrivere.

Idee chiare

Chissà se potrà essere davvero lui la rivelazione del prossimo Roland Garros, nel tentativo di completare quella lista di obiettivi di uno dei ragazzi con le idee in testa davvero più chiare di tutti quanti. A inizio anno infatti affermava: “Quest'anno ho tre obiettivi: raggiungere la seconda settimana in uno Slam, entrare tra i Top-50 ATP e qualificarmi per le Next Gen Finals. Partiamo da qui. Se le cose andranno meglio, imposterò nuovi obiettivi, ma mi piacerebbe iniziare con questi”.
Il secondo è già raggiunto, sul terzo ci sono pochissimi dubbi e sul primo, ovvero il percorso slam, le possibilità ora si presentano come concrete. Dovesse infatti riuscire a scalare un’altra decina di posizioni, A Parigi sarebbe testa di serie. Per poter partire così magari più tranquillo. O semplicemente evitare uno scontro tra talenti come quello del primo turno a Melbourne, quando fu messo in regola – in una superficie forse a lui meno congeniale – proprio dall’altra stella Shapovalov.
Nella beckettiana attesa di un Godot per i soliti Federer e Nadal, il tennis segna dunque tra i suoi pretendenti al trono del futuro anche il nome di Stefanos Tsitsipas. Nella speranza che non sia l’ennesima previsione sbagliata per una fenomenale gerontocrazia tennistica refrattaria al cambiamento.
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