Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Evgeny Donskoy che batte Roger Federer? Tutto regolare

Simone Eterno

Aggiornato 02/03/2017 alle 15:40 GMT+1

Il campione uscente dell'ultimo Australian Open che viene beffato dal numero 116 del mondo? Ecco perché la sconfitta di Federer non è così sorprendente ed ecco perché all'imprevedibilità dei risultati, in positivo o negativo, toccherà farci l'abitudine.

Roger Federer of Switzerland celebrates after winning against France's Benoit Paire at the end of their ATP tennis match during the Dubai Duty Free Championships on February 27, 2017

Credit Foto AFP

Mettiamo le cose in chiaro fin da subito: il titolo vuole essere una chiara provocazione. No, nessuno all’interno della nostra redazione è impazzito, e se il numero 116 del mondo se ne esce fuori in rimonta contro l’ultimo vincitore di una prova slam, seppur in un torneo considerato minore, di regolare – quanto meno in termini della notizia – c’è poco e niente.
Regolare vuole essere più che altro l’approccio alla sconfitta di Roger Federer, incappato in un pomeriggio no, falloso, distratto da luci, praticamente al rientro ufficiale post-bagordi australiani, alle prese con un avversario bravissimo a giocarsi tutte le sue carte e chi più ne ha più ne metta. Tutte scusanti valide, ma che non devono distrarci dalla più grossa realtà portata alla luce dall’impresa del classe ’90 russo: non illudersi.
Chi segue con costanza il circuito maschile durante tutto il corso dell’anno al di là delle prove slam, sa già dove stiamo andando a parare e probabilmente ci saluiterà dopo queste righe. Chi invece è meno assiduo e di Federer conversa l’aura di mito frescamente rivitalizzata dall’exploit aussie, allora farebbe meglio a seguirci.
Sostenere infatti che il successo australiano dello svizzero sia come per magia intervenuto a spazzar via oltre che la polvere della bacheca, anche i numeri scritti a inchiostro sulla carta d’identità, è operazione mentale che si discosta parecchio dalla realtà dei fatti.
Da questo punto di vista dunque sorprendono alcune parole lette qua e là tra ieri e oggi, come la reazione incredula di tanti tifosi convinti di essersi ripalesati di fronte a una terza – ma anche quarta, via – giovinezza dello svizzero.
No, non è così. Il Federer falloso, distratto e giustamente sconfitto da Donskoy in quel di Dubai è una versione che non deve sorprendere, e con cui bisognerà in un certo qual modo – per chi ancora non si fosse fatto l’abitudine – continuare a convivere. Un atleta a cui molto semplicemente non si può più chiedere continuità su tutti i fronti. Non ora. Non a 5 mesi e qualche giorno dalle 36 candeline.
Questa è la realtà odierna, questa è l’ottica su cui si basa la provocazione del ‘tutto regolare’; consapevoli che di fronte a uno con un talento del genere – e perché no con quel pizzico di fortuna giusta, come successo in gennaio a Melborune – in tanti potranno ancora divertirsi. Magari a partire già dal cemento americano. O perché no sugli amati prati verdi di giugno e luglio.
Con un solo credo ben stampato in testa però: non sorprendersi di nulla. Siano queste scintillinati vittorie o anonime sconfitte.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità