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Tennis, Masters 1000 Madrid: Alcaraz batte anche Djokovic dopo 3 ore e mezza, è finale

Simone Eterno

Aggiornato 07/05/2022 alle 20:31 GMT+2

TENNIS - Carlos Alcaraz supera Novak Djokovic al termine di un match epico: oltre 3 ore e mezza di battaglia che lo spagnolo ha chiuso per 6-7 7-5 7-6. E' il primo sulla terra rossa ad aver battuto prima Nadal e poi Djokovic in due match consecutivi! Finale con Zverev o Tsitsipas.

Carlos Alcaraz celebra un punto en la semifinal frente a Novak Djokovic en el Mutua Madrid Open

Credit Foto Getty Images

Paura, questa sconosciuta. Chi ancora stava aspettando qualche prova in più per incoronare Carlos Alcaraz come stella assoluta del presente – ma soprattutto del futuro – del tennis, è stato accontentato. Dopo Rafael Nadal, anche Novak Djokovic. Uno dopo l’altro. Sulla terra, non c’era mai riuscito nessuno.
Ce l’ha fatta questo ragazzino dal talento apparentemente sconfinato, dalla testa freddissima e dagli attributi di ferro. E ce l’ha fatta dopo 3 ore e 35 minuti di battaglia, rimontando il n°1 del mondo Djokovic con una prestazione totale. Alcaraz ha convinto sotto ogni punto di vista, dimostrando – contro i più forti – di saper già fare tutto. Dritto, soprattutto. Ma anche rovescio e servizio. Velocità di piedi, elevatissima. Ed estro. Già perché dietro il 6-7 7-5 7-6 con cui Alcaraz ha rimontato il n°1 del mondo c’è anche un’infinità di palle corte, soluzione ‘sensibile’ su cui lo spagnolo ha dimostarto di avere una mano fatata. Insomma, per un ragazzo che da 2 giorni estatti ha compiuto 19 anni, il bagaglio complessivo del tennista è qualcosa di impressionante.
Madrid, certo, ci ha messo del suo. Aiutando Alcaraz lungo tutto il corso del pomeriggio al ritmo di “sì, se puede”. Un coro emblematico anche per la descrizione della partita. Fin dall’inizio, infatti, Alcaraz aveva dimostrato di poter fare match alla pari. Il break in apertura infatti aveva fatto subito scattare l’allarme di Djokovic, capace da quel momento e lungo tutto l’arco del primo set di tirare fuori una prestazione dominante al servizio, autentica chiave per girare il primo parziale. Dopo essere andato subito sotto, infatti, Nole ha concesso un totale di 2 punti nei propri turni di battuta da lì al tie-break chiuso per 7 punti a 5 che gli consegnava il primo set. Una bella mazzata per le ambizioni di tanti. Probabilmente quasi tutti. Ma non di Carlos Alcaraz.
Il ragazzino ha reagito col piglio del fenomeno, ricominciando, fin da inizio secondo set, a rispondere meglio e a giocare il proprio tennis. Da lì né è venuta fuori una battaglia punto a punto di grandissima qualità tennistica. Una lotta senza quartiere a colpi di accelerazioni di dritto per Alcaraz e di belle risposte per Djokovic, di palle corte per lo spagnolo e di abili transizioni per il serbo. Un match tirato, equilibrato, bellissimo; prolungato da uno splendido dodicesimo game di Alcaraz nel secondo set e portato, tale e quale, fino al tie-break del terzo set. E’ nel finale di partita però che lo spagnolo, se possibile, ha ancor di più impressionato. Quando i punti di sono fatti ancora più pesanti, quando la pressione di dover giocare con un mito come Djokovic, specie in queste situazioni, l’aveva sulle spalle tutta il 19enne di Murcia. Persino quando Nole, sul 4-5 e servizio, annullava il primo match point di Alcaraz con un implacabile ace. E’ proprio lì che è venuta fuori la qualità principale di Alcaraz, che ha giocato quei punti esattamente come aveva affrontato tutti gli altri: senza alcuna paura.
Si è così imposto con enorme merito al tie-break decisivo Alcaraz, chiudendo, questa volta lui, per 7 punti a 5. E regalandosi le seconda finale 1000 della stagione su 4 Masters fin qui disputati. Già campione a Miami, Alcaraz attende ora uno tra Tsitsipas e Zverev. Per un altro match che promette spettacolo.

E Djokovic?

Beh, Djokovic è tornato. Tutte le incognite sono cadute anche qui. Il serbo può ancora crescere dal punto di vista della condizione fisica – nel finale su qualche palla corta ha un po’ boccheggiato – e nel rendimento in risposta. Ma di certo ha ripreso la strada maestra che lo condurrà al primo vero obiettivo del 2022: Parigi. Consapevole che, al Roland Garros, oltre a Nadal, avrà un altro spagnolo da cui guardarsi. Forse, in questo momento, ancor più pericoloso: Carlitos Alcaraz. Il nuovo fenomeno della racchetta mondiale.
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Nadal critico: "Alcaraz? Inarrestabile, ma quel secondo set..."

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