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Federer, una settimana oltre il risultato: il rientro è comunque positivo

Simone Eterno

Aggiornato 15/04/2016 alle 18:39 GMT+2

Il ritorno tra i professionisti dopo 11 settimane di stop ha un bilancio più che positivo per l'elvetico. Qui, dove per giunta non ha mai vinto in carriera, più che al risultato si guardava alla condizione fisica. E quella ci dice che, nonostante le quasi 35 candeline, l'operazione al menisco è felicemente riuscita. Roger Federer è pronto all'ennesimo rientro: per la gioia del pubblico, e non solo

Roger Federer

Credit Foto AFP

MONTE CARLO – Se dovessimo prenderla dal punto di vista del tabellone, allora no, la settimana di Roger Federer non è stata poi così soddisfacente. Un bye, una vittoria con Garcia Lopez, una con Bautista-Agut e il fresco ko di venerdì contro Tsonga.
Sebbene si tratti di sport professionistico, non sempre però un’analisi dev’essere figlia del mero risultato ottenuto sul campo. Specie quando l’atleta in considerazione, in fondo, non vince uno slam da quasi 4 anni e non si impone in un torneo Masters su terra battuta da altrettanto tempo.
No, nessuno si aspettava che Roger Federer arrivasse nel Principato con ambizioni di vittoria e la sconfitta con Tsonga alla fine non è nemmeno così sorprendente. Semmai, il circo mediatico che puntuale ruota intorno al fenomeno di Basilea, era molto più interessato alle condizioni cliniche del prestigioso paziente.
Dal 28 gennaio – giorno dell’ultima partita tra i professionisti – a martedì scorso, erano infatti passate la bellezza di 11 settimane. Nel mezzo un bagnetto fatale – per chi vuole credere alla versione ufficiale… – un’operazione chirurgica per una lesione al menisco, un quasi rientro a Miami e tanta inattività. Non esattamente un mix consigliabile per un tennista, che per quanto dipinto come semi-dio da addetti ai lavori e non, possiamo garantirvi resta al 100% essere umano in carne e ossa nato all’ospedale cantonale di Basilea l’8 agosto 1981. Praticamente 35 primavere fa.
Ecco perché per valutare la settimana di Roger Federer in quel di Monte Carlo, questa volta, bisogna fare un passetto oltre il quadro del tabellone e mettere il naso un po’ più in là. Il ritorno all’attività del basilese infatti è stata tutto fuorché un fiasco. Nonostante il lungo stop Federer ha dato buonissime indicazioni dal punto di vista fisico, continuando a regolare tennisti da sempre ‘scherzati’ come Garcia Lopez o Bautista-Agut – pratica non per forza scontata dopo 2 mesi di divano – e giocando una più che discreta partita contro uno che, al contrario, gli ha spesso dato fastidio in carriera.
Ma al di là del risultato, come già sottolineato, c’è la veridicità del riscontro su terra di quanto sostenuto a parole, più volte, in conferenza. Contro Tsonga si è visto un Federer tutto sommato caratterizzato da una discreta mobilità negli spostamenti laterali e da una più che dignitosa tenuta fisica. Il quadro generale, dunque, non può che dirsi positivo in ottica di un ritorno che, a quasi 35 anni, aveva posto interrogativi nonostante il nome e cognome del diretto interessato.
Sarà per questa ragione che Federer, come prime parole in conferenza stampa, se ne esce con un laconico "Good tournament, good match. I'm happy". Buon torneo, buona partita. Sono felice. E se lo è lui, potete starne certi, lo è anche l’ATP… che in questi due mesi e mezzo, senza lo svizzero, ha avuto un assaggio di cosa potrebbe esserci dopo. Ma questa è un’altra storia…
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