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Murray, uno show da numero 1: domato Cilic, è vetta con Nishikori

Simone Eterno

Aggiornato 14/11/2016 alle 23:16 GMT+1

Lo scozzese esordisce davanti al pubblico di casa da nuovo numero 1 del mondo... e non tradisce le attese: 6-3, 6-2 a Cilic, è primo ad ugual punteggio insieme a Kei Nishikori (oggi vincitore su Wawrinka).

Andy Murray - Masters 2016

Credit Foto AFP

da LONDRA - Stesso punteggio, quanta differenza. A guardare la vetta del gruppo Lendl si trovano Andy Murray e Kei Nishikori, appaiati con lo stesso numero di set e game vinti. Nel 6-3, 6-2 con cui però si è imposto lo scozzese su Marin Cilic c’è una dimostrazione di forza che appare come il perfetto sfoggio delle gerarchie attuali: da un lato un giocatore in più che discreta forma – Cilic aveva vinto 21 delle ultime 25 partite prima di stasera ad esempio – dall’altro colui che è diventato numero 1 del mondo per una ragione ben definita: in questo momento, è il più forte.

La prova di forza di Murray

Quella tra Cilic e Murray è stata infatti una partita scontata solo nel punteggio, e se così lo è diventata il merito è tutto dell’idolo di casa. Un Murray accolto tra il boato del pubblico e che al pubblico ha lasciato una prestazione di grande sostanza e altissima solidità. Cilic ha infatti venduto cara la pelle più di quanto il punteggio non dica, soprattutto all’inizio di entrambi i set, quando è arrivato più volte a palla break senza però riuscire a piazzare la zampata giusta.
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Andy Murray - Masters 2016

Credit Foto AFP

Zampata che invece Murray ha con abilità inflitto all’avversario quando le occasioni sono arrivate, siano queste state per il 3-1 – e poi 4-1 – del primo, o per l’allungo a metà secondo, arrivato a suon di respinte a oltranza che da marchio di fabbrica sono riuscite come al solito nel mandare fuori-giri i tentativi di attacco del croato.

Per Cilic tutto aperto. Volendo...

Cilic che dalla sconfitta non esce però ridimensionato. Anzi, per quanto fatto vedere stasera, al buon Marin restano tutte le chance del caso. Il Wawrinka di oggi è stato un fantasma facilmente spazzato via da un Nishikori in ordinaria amministrazione. Volendo – verbo fondamentale – al fresco vincitore di Basilea restano tutte le carte in regola per provare a giocarsela. Tra 10 giorni però a Zagabria c’è la finale di Davis contro l’Argentina. E quella resta la discriminante. Per capirne di più però basterà attendere mercoledì, quando dall’incrocio tra lui e Wawrinka avremo ulteriori elementi di valutazione. Intorno a Murray invece nessuna incognita. Era l'uomo da battere prima di queste Finals; e dopo il primo giro di danze degli ultimi 8 ballerini, lo è probabilmente ancor di più.
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