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Berdych è più forte: Fognini si ferma agli ottavi di finale

Simone Eterno

Aggiornato 22/01/2018 alle 07:42 GMT+1

Il ceco, testa di serie numero 19, si conferma superiore su questa superficie: Fabio non entra mai realmente in partita e nei momenti chiave Berdych gioca meglio i punti più importanti. Finisce 6-1, 6-4, 6-4 in poco più di due ore. L'Italia dunque non riesce ad agganciare i quarti di finale, restando ferma al torneo di Caratti nel 1991.

Fabio Fognini lors de l'Open d'Australie 2018

Credit Foto Getty Images

dall'inviato a MELBOURNE - C’è una ragione se per anni Thomas Berdych è rimasto ai vertici del tennis dell’epoca dei fenomeni. Una regola, naturalmente non scritta, più o meno riassumibile così: ha sempre perso con quelli sopra, così come ha sempre vinto con quelli sotto.
Regola palesatasi puntualissima anche oggi, sulla Margaret Court Arena, quando il tennis ceco testa di serie n°19, ha regolato senza troppi indugi il nostro Fabio Fognini.
In una partita che, tale, è stata solo a tratti; ed in cui Berdych – nei momenti chiave – si è sempre dimostrato superiore, vincendo tutti i quindici più importanti o rispedendo al mittente i tentativi dell’avversario di entrare in partita.
In due parole: Thomas Berdych è più forte di Fabio Fognini. O Almeno, palesemente, lo è stato oggi su questa superficie.
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Gran passante in corsa di Fognini, nonostante il dolore

Ci ha provato Fognini, giusto dirlo, ma solo a tratti, non regalando mai la reale impressione che potesse nascere qualcosa di pericoloso per il ceco. Vuoi per la partenza ha handicap – esattamente come con Donskoy e Benneteau; vuoi perché a differenza del russo e del francese, il buon Berdych, non è avversario semplice da contro-breakkare.
Lo sa bene il buon Fabio, che immediatamente sotto di un break, ha avuto un totale di 4 chance nei due turni di servizio successivi del ceco per provare a rimettersi in battaglia; ma è stato spazzato via dallo schema servizio-dritto. Spallate che poi sono costate a Fognini un successivo break e un primo set perso per 6-1.
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Fognini si difende, ma Berdych attacca bene a rete

Stesso discorso per secondo e terzo set, dove la partita è stata più tirata nel punteggio; e dove due volte sotto di un break Fabio è riuscito a rimettersi per un paio di game in carreggiata, salvo poi trovare nelle accelerazioni del ceco e in qualche incertezza al servizio, una nuova ragione per fermarsi.
E’ dunque maturato così il 6-1, 6-4, 6-4 che in poco più di due ore è costato a Fognini il sogno di cancellare anche il record australiano di Cristiano Caratti, arrivato qui nel 1991 fino ai quarti di finale. Un tabù che né Seppi né appunto Fognini sono riusciti a sfatare, lasciando al tennis italiano la certezza di sempre: ovvero quella di possedere due validissimi giocatori, ma nessun autentico fuoriclasse. Un'epoca giunta ai suoi sgoccioli e che, nel futuro a breve termine, potremo anche trovarci presto a rimpiangere.
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