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Federer: "Dopo il ritiro farò di più per la fondazione, ora la mia voce pesa"

DaOAsport

Pubblicato 06/02/2020 alle 14:07 GMT+1

Dal nostro partner OAsport.it

Federer

Credit Foto Getty Images

Una delle attività oltre il tennis più conosciute di Roger Federer, da molti anni, è la fondazione che porta il suo nome, fondata nel 2003, molto prima che il suo status passasse da top ten a numero 1 del mondo, per poi trasformarsi in un’icona del suo sport e in una leggenda in senso assoluto pur essendo ancora sui campi.
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Attraverso la fondazione, lo svizzero continua a cercare di dare una mano attiva soprattutto in materia di istruzione dei bambini, in particolare nel continente africano, dove Federer ha anche le proprie radici, dal momento che la madre è sudafricana. Di questo e altro il venti volte vincitore Slam parla con Simon Graf, giornalista del Tages Anzeiger cui ha concesso un’intervista molto lunga la cui seconda parte esce alla vigilia del settimo “Match for Africa“, in cui coinvolge anche Rafael Nadal nella giornata di venerdì a Città del Capo. Soffermandosi sul proprio ruolo oltre il tennis, Federer ha dichiarato:
Dopo il ritiro farò di più per la fondazione. Mi piace essere coinvolto, e poi avrò più tempo. Non potrò giocare per sempre nei Match for Africa quindi dovremo sforzarci anche di più per guadagnare denaro. Se fossi riconosciuto per l’impegno con la fondazione almeno tanto quanto per i risultati tennistici, sarei molto felice
La fondazione è attiva in Zambia, Malawi, Zimbabwe e Tanzania:
Ora che la mia voce pesa, posso anche decidere di essere coinvolto in altri progetti. […] Per esempio in tema di sviluppo sostenibile. Se puoi incontrare il presidente del Malawi, il vicepresidente dello Zambia o il presidente della Namibia o del Sudafrica, puoi fare la differenza. Puoi cercare di fare in modo che l’istruzione sia inserita nell’agenda di ciascun Paese
E poi un rimpianto, quello di non aver mai incontrato Nelson Mandela:
Una volta si è discusso sulla possibilità di incontrarlo, ma stava già abbastanza male. Ora penso di aver sbagliato a non andare prima in Sudafrica. Mandela è stato una figura importantissima per questo Paese
federico.rossini@oasport.it
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