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Il talento puro di Shapovalov, il ragionier Chung e l'allievo Quinzi: Next Gen Finals in pillole

Eurosport
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Pubblicato 09/11/2017 alle 07:25 GMT+1

Il canadese ha impressionato per la ricchezza e la bellezza del suo repertorio mentre il sudcoreano ha evidenziato la solidità e la tenuta mentale di chi sa sempre cosa fare in campo. Il marchigiano ha l'occasione di misurarsi con giocatori più forti e deve assorbire come una spugna i preziosi insegnamenti del torneo milanese.

Next Gen ATP Finals 2017 - Gianluigi Quinzi

Credit Foto Getty Images

Il futuro è adesso. Le Next Gen ATP Finals entrano nel vivo e possiamo cogliere delle indicazioni in attesa che i protagonisti si confermino o meno sui palcoscenici più ambiti. La possibilità di vederli dal vivo ha risvegliato la voglia di tennis che a Milano è sempre presente: la prima di queste cinque edizioni previste nel capoluogo lombardo rimarrà comunque unica poiché collocata nel padiglione 1 di Rho Fiera, sede dell'Expo nel 2015 e pronta a passare il testimone al Palalido.

Il ragionier Chung

Procediamo con ordine. Il pomeriggio della seconda giornata si è aperto con l'agevole vittoria di Khachanov su Donaldson, uno "spareggio" che ha dato al russo la speranza di poter ambire ancora alla semifinale. Una differenza che il lungagnone (198 cm) ha costruito sull'asse servizio-dritto, salvo poi regalare le primizie del suo repertorio su quel rovescio lungolinea foriero di passanti. La rimonta da 0-3 a 3-3 nel secondo set con tie-break condotto autorevolmente da Khachanov ha sancito la resa dell'americano: 4-1, 4-3(3), 4-2 in meno di un'ora. Il piatto forte del pomeriggio, però, era il confronto tra Chung e Rublev, entrambi vincitori dei loro match d'esordio: non c'è stata partita. Il sudcoreano, solidissimo e fisicamente molto preparato, ha attirato nella ragnatela il russo che, eccetto qualche accelerazione di dritto e qualche contropiede, ha mostrato un tennis prevedibile e monocorde.
Con questo particolare format, il giocatore capace di approdare ai quarti agli ultimi US Open ha ammesso di non trovarsi a suo agio e, in effetti, si è presto disunito elargendo gratuiti e portando a casa il suo primo turno di battuta a inizio terzo set, un dato piuttosto emblematico. D'altra parte vanno fatti i complimenti al ragioner Chung, un tennista timido (ma solo fuori dal campo) che dopo Shapovalov ha messo in fila un altro esponente più quotato della Next Gen: è un atleta che si muove alla perfezione, che fa sempre la cosa giusta senza esagerare e che non regala un 15. Non è spettacolare? Obiezione accolta, ma il suo dritto in cross ha meritato gli applausi della platea e quella tenuta mentale a 21 anni fa la differenza rispetto ai più imprevedibili pari età. Per onor di cronaca il finale è stato 4-0, 4-1, 4-3(1) in un'ora e 8 minuti che valgono la semifinale.

Shapovalov, una gioia per gli occhi

A rubare gli occhi dei milanesi – è inutile nasconderlo – è stato il giustiziere di Gianluigi Quinzi, quel Denis Shapovalov che è anche il più giovane della compagnia. Classe 1999, nato a Tel Aviv da genitori russi, nazionale canadese, residente a Nassau Bahamas e figlio di un’ex tennista, Tessa Shapovalova. Si è presentato a New York con appena quattro tornei pro (Marsiglia, Queens, Wimbledon e Montreal, impreziositi in casa dai successi su Del Potro e Nadal) per poi aggiungere al suo bagaglio Shanghai, Basilea e Parigi-Bercy. Un’esplosione figlia di un talento cristallino con quel rovescio a una mano che in un mancino fa vibrare corde e cuori. I primi due set con l’azzurro non sono esistiti: un doppio 4-1 tanto rapido quanto logico perché il canadese ha sempre cercato il dritto di Quinzi, il colpo meno naturale e incisivo del marchigiano. Una naturalezza che Shapovalov sa sprigionare grazie a istinto, variazioni, gioco d’attacco, colpi di volo, profondità e tocco. Un repertorio molto raro ad appena 18 anni, una speranza per il futuro, come quel passante lungolinea o quel rovescio a tutto braccio che l’hanno eletto promessa tra le nuove leve.
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Next Gen ATP Finals 2017 - Denis Shapovalov

Credit Foto Getty Images

Quinzi, una carriera che deve ripartire da qui

Questo torneo deve, invece, essere un punto di ri-partenza per Quinzi che, già eliminato, sfiderà Chung in una riedizione di quella finale di Wimbledon junior che evoca dolci ricordi. Il 21enne è a scuola e sta cercando di imparare da studenti molto più avanti di lui nel percorso: deve lavorare sodo con Fabio Gorietti, il suo coach, e non può prescindere da una crescita considerevole nel dritto e nel servizio. Va, però, riconosciuta una dote a Quinzi: in questi due incontri ha dimostrato di essere un combattente.
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Next Gen ATP Finals 2017 - Gianluigi Quinzi

Credit Foto Getty Images

È rimasto attaccato a un match che sembrava chiuso, ha vinto il terzo parziale al tie-break, ha sfruttato qualche passaggio a vuoto di Shapovalov e ha trovato il ritmo per poter lottare fino al tie-break del quarto set. La partita è terminata 4-1, 4-1, 3-4(5), 4-3(5) in un'ora e mezza, ma se saprà assorbire questi insegnamenti l'allievo potrà ricostruirsi un ranking e una carriera rimasti congelati in potenza senza passare all'atto. "Diventerà un grande giocatore, ne sono certo" tuona Shapovalov. Una carezza mancina che, come un rovescio plastico, regala un'altra pillola di una ricca giornata milanese, completata da Borna Coric, giovane ma esperto, che ha battuto 4-3(5), 2-4, 4-1, 4-2 Medvedev.
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