Jannik Sinner, non è (ancora) necessario uscire dalla comfort zone per battere Carlos Alcaraz

SINNER-ALCARAZ - Un'analisi sulle parole di Jannik Sinner dopo lo US Open e sull'idea di apportare modifiche al proprio gioco per ottenere risultati migliori contro Carlos Alcaraz. Prima di stavolgere, Jannik, può provare a migliorare ulteriormente ciò che di estremamente buono c'è già.

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Video credit: Eurosport

"Oggi sono stato molto prevedibile, in campo Carlos ha fatto molte cose, ha cambiato il gioco. Ora starà a me decidere se apportare cambiamenti o meno. Sicuramente ci lavoreremo. Sto cercando di essere più preparato per la prossima partita che giocherò contro di lui. Credo anche che dipenda da come si arrivi a giocare contro Carlos. Una cosa è quando le partite precedenti sono comode ma fai sempre le stesse cose, come ho fatto io, per esempio, durante questo torneo: non ho fatto un solo serve and volley, non ho usato molte palle corte, e poi arrivi a giocare contro Carlos e devi uscire dalla tua zona di comfort. Quindi punterò magari anche a perdere qualche partita d'ora in poi, ma cercando di apportare alcuni cambiamenti, cercando di essere un po' più imprevedibile come giocatore perché penso che sia quello che devo fare, cercare di diventare un tennista migliore. Alla fine, questo è il mio obiettivo principale".
Ripartire da qui è necessario. Perché queste dichiarazioni di Jannik Sinner, rilasciate in conferenza stampa dopo la finale persa contro Carlos Alcaraz all'ultimo US Open, hanno fatto un po' il giro del mondo. Lodato da molti per la lucidità dell'analisi a caldo nonostante il peso della sconfitta, Sinner ha dato la sensazione - almeno stando alle sue parole - di avere le idee chiare: per vincere, contro Carlitos, sarà necessario cambiare qualcosa.
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Sinner: "Sono stato prevedibile: devo cambiare qualcosa, uscire dalla mia comfort zone"

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Sì, ma cosa?

Il "sì, ma cosa?" fa però tutta la differenza del mondo. Perché se è vero che è sintomo di grande umiltà riconoscere la necessità di intervenire per migliorare, il momento in cui queste dichiarazioni sono arrivate ci impone un'ulteriore riflessione. Una riflessione che deve necessariamente partire da questi dati:
  • Record contro Alcaraz da inizio 2024 a oggi: 1-7
  • Record contro tutti gli altri da inizio 2024 a oggi: 109-4
I numeri dicono sostanzialmente che Sinner, questo Sinner, non perde mai. Lo fa solo da Carlos Alcaraz. E questo, di per sé, è qualcosa in più di un discreto ruolino di marcia. Per un'intera carriera ad esempio, Roger Federer, ha dovuto aver a che fare con qualcosa di molto simile. Quando per il fenomeno svizzero era iniziato ad apparire molto chiaro che contro Rafael Nadal la sua tipologia di gioco non era sufficiente a contrastare ciò che lo spagnolo lo obbligava a fare in campo, la filosofia di Federer è più o meno sempre rimasta fedele a questo concetto: "Perché devo cambiare quando il mio gioco è sufficiente per battere tutti quanti gli altri?". Le modifiche sostanziali, Federer, le avrebbe portate solo dall'arrivo di Ivan Ljubicic nella parte finale della propria carriera. Modifiche funzionali alla necessità di rendere più rapidi gli scambi per l'inevitabile sopraggiungere dell'età. Modifiche in funzione di se stesso che, unite anche alla stessa inevitabile legge cui fu sottoposto anche Nadal - lo scorrere del tempo - permisero allo svizzero di ottenere i risultati migliori contro un Rafa, dal 2017 in poi, sicuramente meno 'intenso' che nei suoi picchi di gioventù.
L'esempio è funzionale in quanto sottolinea come di fronte a un pattern piuttosto chiaro, uno dei giocatori più forti della storia del gioco - per molti quello tecnicamente più forte e dunque potenzialmente più aperto a trovare nuove soluzioni ai problemi - abbia deciso nonostante tutto di non stravolgere mai la sua natura in funzione di un singolo problema. O almeno fin quando non gliel'ha imposto il fisico.
Tornando alla contemporaneità, il discorso di Sinner è sicuramente interessante, ma a nostro parere un po' prematuro. Per quanto l'1-7 degli ultimi due anni sia un dato che dal punto di vista numerico inizi ad apparire come pesante, le partite disputate tra Sinner e Alcaraz hanno parlato spesso di incroci molto vicini. I match point di Parigi restano un ricordo freschissimo, ma anche il tie-break del set decisivo lo scorso anno a Pechino o lo stesso match giocato al Roland Garros 2024; tre partite che sarebbero tranquillamente potute finire dall'altra parte, e che ci avrebbero dato oggi un decisamente più equilibrato 4-4. Con i 'se' e con i 'ma', certo, si fa poco nel tennis - e nello sport più in generale. Ma anche questa è una riflessione necessaria di fronte alla 'minaccia' di una rivoluzione del Sinner fin qui conosciuto.
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Jannik Sinner durante una seduta d'allenamento insieme a Simone Vagnozzi e Darren Cahill

Credit Foto Getty Images

Anche perché appare lecita un'altra domanda: è questo il massimo, la versione migliore di Sinner che abbiamo visto?
Per chi vi scrive queste righe, no. Nell'ultima sfida contro Carlos Alcaraz abbiamo visto un Sinner decisamente poco incisivo al servizio. Dettaglio da non far passare in cavalleria. Ci sono infatti almeno tre aspetti che Sinner e il suo team dovrebbero considerare prima di darsi alle soluzioni creative.
  • 1. Migliorare la prima di servizio, aumentando di certo la percentuale in campo rispetto alla finale di New York ad esempio. Dal rientro post squalifica Sinner non ha più servito come aveva fatto prima.
  • 2. Migliorare la seconda di servizio, aumentandone se possibile un pizzico la velocità, variandola maggiormente e cercando un po' più di profondità.
  • 3. Migliorare ulteriormente la risposta sulla seconda di Alcaraz, facendosi ancor più incisivo e pressante col primo colpo e indirizzando di conseguenza subito lo scambio.
Tre miglioramenti che non imporrebbero alcuno stravolgimento della propria natura e che restituirebbero sicuramente un Sinner più competitivo anche contro lo stesso Alcaraz.
Poi, se anche tutti questi accorgimenti non fossero sufficienti, allora - e solo a quel punto - 'snaturare' se stesso cercando alternative.
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Jannik Sinner bei den US Open

Credit Foto Getty Images

Alternative che Sinner sembra voler indicare probabilmente in qualche serve and volley in più, in qualche palla corta in più, in qualche variazione in più con il back di rovescio. Un gioco che effettivamente non abbiamo mai visto in sostanza allo US Open. Perché mai è stato necessario. Ma anche quanto poi in realtà tutto questo si possa applicare con successo in una partita con Carlos Alcaraz, è tutto da vedere. Un Sinner "più vario" non significherebbe in automatico un Sinner più vincente e in grado di mettere difficoltà uno come Carlitos; giocatore per altro che quando si fa gara 'di tocco' sa esaltarsi più di chiunque altro. Ma soprattutto: queste variazioni cui Sinner fa riferimento, in un match contro Alcaraz, quanti punti possono effettivamente portare all'interno della partita? 10? 15?
Oltre a essere un terreno impervio, è soprattutto una pura questione matematica perché si potrebbero sicuramente portare questi cambiamenti ma...
1. Quanto effettivamente porterebbero più punti contro Carlitos?
2. Quanto effettivamente sarebbero una miglioria rispetto al 'Sinner attuale' ma semplicemente più incisivo col proprio servizio e in risposta sulla seconda?
Anche qui torna la matematica. Perché i tre punti da noi sopracitati - più incisività sul proprio servizio e in risposta - sarebbero concetti applicabili in sostanza quasi su ogni singolo scambio della partita: e dunque migliorare quanto sottolineato significherebbe migliorare lungo tutto l'arco del match.
E invece un Sinner "più imprevedibile" che cosa significa esattamente? Un Sinner snaturato? Un Sinner che proverebbe a vincere 'alla Alcaraz' contro lo stesso Alcaraz? Per giunta per quali fasi della partita e con quale continuità? Terreni su cui francamente ci sono assai più dubbi che certezze, a differenza dei primi.
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Jannik Sinner durante las semifinales del US Open 2025

Credit Foto Getty Images

Sinner, non è ancora il momento di farne un dramma

Insomma, a parere di chi ha piacere di scrivervi queste righe, per Sinner non è ancora arrivato il momento di farne un dramma o di snaturare se stessi. Perché se è vero che i numeri della rivalità sono sicuramente più sbilanciati dal lato Carlitos, altrettanto vero è che margine per migliorare l'attuale versione di Jannik ce n'è ancora parecchio e che tanti dei match in carriera tra i due si sono conclusi al fotofinish. E soprattutto il tipo di giocatore che abbiamo visto fin qui e che lo stesso Sinner è sembrato mettere in discussione con quelle parole in sala stampa, batte - e anche piuttosto agevolmente - tutti quanti gli altri.
E' davvero già arrivato il momento di stravolgere tutto questo in funzione di un singolo avversario? O forse è stata la frustrazione di aver perso una finale non avendo probabilmente fornito la sua miglior versione a spingerlo verso quelle considerazioni?
Perché da valutare c'è in fondo anche questo. C'è un Sinner che nel discorso in campo diceva "ho dato il massimo oggi, non potevo fare di più", e poi il giocatore che 40 minuti dopo in conferenza stampa adduceva ai già citati "cambiamenti". Far calmare le acque e rifletterci per bene, prendendosi qualche giorno in più, forse la soluzione migliore. Con la consapevolezza che chi gli sta attorno, di certo, saprà ben consigliarlo. Come evidentemente fatto con successo, visti i risultati, fin qui in carriera.
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Sinner: "Alcaraz ha fatto meglio di me oggi, come io ho fatto a Londra"

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