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Errani: “Arrabbiata per questa squalifica: la positività è determinata da cibo contaminato ingerito"

Stefano Dolci

Aggiornato 07/08/2017 alle 17:29 GMT+2

Con una lunga lettera postato sui propri account Facebook e Twitter la tennista azzurra racconta tutta la sua frustrazione per la squalifica dell'ITF a seguito della positività al Letrozolo: "Non ho mai assunto sostanze dopanti in vita mia, l'unica spiegazione che mi sono data per questa positività è contaminazione del cibo involontariamente ingerito".

2014, Wta Stoccarda, Sara Errani (imago)

Credit Foto Imago

Frustrata, arrabbiata, amareggiata. Sara Errani in una lunga lettera posta sui propri profili social ufficiali commenta con queste parole la decisione della ITF di sospenderla per due mesi a seguito dalla positività al Letrozolo, farmaco antitumorale appartenente alla classe degli inibitori dell'aromatasi, utilizzato nel trattamento di tumori al seno in fase precoce in donne in post menopausa.

Positiva per aver ingerito involontariamente ingerito il farmaco

La memoria difensiva afferma che la Errani ha ingerito involontariamente un farmaco assunto dalla madre che ha sofferto di una forma di tumore al seno. La 30enne tennista azzurra nella sua dichiarazione parla di contaminazione alimentare da farmaco presente nel domicilio della madre, presso cui fra l’altro il controllo è stato eseguito. Sara per confortare questa tesi, nelle scorse settimane, si è anche sottoposta a controllo del capello, il cui risultato è incompatibile con una assunzione diretta del farmaco. Lo stesso tribunale nelle motivazioni ha confermato che Sara non ha ingerito volontariamente il farmaco, per migliorare le proprie prestazioni atletiche.

Le parole di Sarita

Ciao a tutti
In seguito ad un controllo delle urine effettuato il 6 febbraio scorso, fatto mentre mi trovavo a casa dei miei genitori, sono stata trovata positiva al LETROZOLO, una sostanza che è sulla lista probita dei programmi anti-doping WADA.
Non ho mai assunto, nella mia vita e durante la mia carriera, nessuna sostanza proibita. Dal primo giorno, che sono diventata professionista, non ho mai chiesto una deroga, neppure quando ne avrei avuto bisogno perché malata.
Questa sostanza è tuttavia presente nel Femara, un medicinale che mia madre assume giornalmente dal 2012 a scopo terapeutico, in seguito ad un intervento chirurgico subito per un tumore al seno, ed è quindi presente fra le mura domestiche.
Questo medicinale è molto pericoloso per la salute, se assunto da una persona di sesso femminile che non sia ancora in menopausa. Oltre a sgradevoli effetti collaterali (rischio di tumore alle ovaieriduzione della densità ossea, osteoporosi, gravi eventi cerebrovascolari o cardiovascolari) provoca, se assunto ripetutamente, una sorta di “menopausa chimica”. Allo stesso tempo non sono mai stati dimostrati effetti di miglioramento delle prestazioni fisico/atletiche in persone di sesso femminile.
Assieme ai miei famigliari abbiamo pensato e ripensato, cercando di capire come possa essere successa questo tipo di contaminazione, dato che io sono sicura al 100% di non avere assunto una pastiglia per errore. L’unica ipotesi percorribile è stata quella di un’accidentale contaminazione del cibo consumato all’interno della nostra casa. Questa ipotesi è stata ulteriormente suppotata da un test ai capelli, al quale mi sono volontariamente sottoposta. E’ stato sperimentalmente verificato che l’assunzione di una quantità pari o superiore a quella di una singola compressa di Fermara produce una quantità di Letrozolo rilevabile nei capelli di chi l’assume. Nei miei capelli non ne è stata trovata la minima traccia.
Questo evidenzia che la quantità che ho involontariamente ingerito era inferiore a quella di una singola compressa, in accordo con un’ingestione accidentale di una porzione di cibo contaminato. I risultati di questi esperimenti non sono stati ammessi come prove a mio favore, per via di un cavillo legale.
Ho dettagliatamente esposto le circostanze al Tribunale, che ha convenuto sui seguenti punti
La contaminazione del cibo è stata la causa della mia positività al test
Non c’è evidenza che io abbia intenzionalmente violato le regole antidoping
Non c’è evidenza che il letrozolo migliori le prestazioni atletiche di una tennista di sesso femminile
Nonostante ciò il Tribunale Indipendente ha sancito nei miei confronti una squalifica di 2 mesi, oltre alla revoca dei prize money e dei punti ottenuti dal 16 febbraio al 7 giugno.
Questo mi fa sentire estremamente frustrata, ma posso solamente cercare di essere forte ed aspettare che questo periodo arrivi a conclusione. Sono molto arrabbiata ma allo stesso tempo in pace con la mia coscienza, assolutamente consapevole di non aver fatto nulla male e di non aver commesso nessuna negligenza nei confronti del programma anti-doping.
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