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Serena Williams contro Maria Sharapova: il ritorno della vera rivalità del tennis

Simone Eterno

Aggiornato 04/06/2018 alle 10:43 GMT+2

A due anni e mezzo di distanza dall'ultima volta, e con in mezzo rivoluzioni come gravidanze o squalifiche per doping, riecco Williams contro Sharapova. Entrambe tornate al tennis nonostante i trenta ormai inoltrati, Serena e Maria sono ancora qui perché con qualcosa da dimostrare a se stesse e al mondo intero. E lunedì, come sempre, daranno vita allo scontro più acceso del tennis contemporaneo.

Russia's Maria Sharapova (L) poses ahead of her women's singles final match against Serena Williams

Credit Foto Getty Images

dall’inviato a Parigi – L’ultima volta che si sono incontrate, nel mondo tennistico, lo scenario era lo stesso di sempre. I quarti di finale dell’Australian Open 2016 infatti non lasciarono spazio ad alcun tipo di sorpresa. Finì con Serena a far festa e Maria a leccarsi le ferite.
Un risultato frutto di una promessa. O meglio, ‘un patto del diavolo’ con sé stessi: “Io non perderò mai più contro di lei”. All England Club, luglio 2004. La 17enne russa Maria Sharapova si presentò agli occhi del pianeta per quello che poi si sarebbe rivelata: una macchina perfetta. Forte. Vincente. Bella.
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Maria Sharapova (L) of Russia and Serena Williams of the U.S. hold their respective trophies after their women's final match at the Wimbledon Tennis Championships in London, July 3, 2004. Seventeen-year-old Sharapova won the match.

Credit Foto Eurosport

Inaccettabile per Serena Williams, che con la sua classe e potenza, insieme alla sorella Venus, aveva da pochi anni iniziato a riscrivere le regole di base del tennis in rosa.
Già, anche perché oltre alla sconfitta, dicono le parole della stessa Sharapova, la Williams fu costretta a subire l’onta dell’umiliazione. Non solo, infatti, Maria aveva battuto Serena sul campo; ma fuori – e dentro gli spogliatoi – ne aveva origliato il suo lato più intimo, ovvero quello delle lacrime che seguirono quella sconfitta.
Troppo grande l’umiliazione, con Serena in versione maestro Pai Mei di tarantiniana memoria: inconsolabile. Lei, contro Maria Sharapova, decise in quel momento che non avrebbe più perso. Detto, fatto. 18 partite consecutive lungo un lasso temporale di 14 lunghissimi anni. Diciotto a zero. Più che una promessa, un mantra. Una ragione di vita.
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Tennis great Martina Navratilova stands with Williams of the U.S. as she holds the winner's trophy next to Sharapova of Russia after winning their women's singles final match at the Australian Open 2015 tennis tournament in Melbourne

Credit Foto Le Buzz

Della rivalità e nella contrapposizione tra Serena Williams e Maria Sharapova si potrebbe scrivere un tratto sociologico; la cui partenza sarebbe la domanda cardine sui cui basare gli ultimi 100 anni di storia contemporanea. E non certo solo del tennis. Perché la Williams, che in campo ha vinto 18 titoli slam in più rispetto all’avversaria ed è stata senza dubbio tennista superiore, ha in carriera guadagnato di meno rispetto alla Sharapova?
Una domanda che non lascerebbe troppo spazio a una risposta politically correct; risposta che evidentemente, al di là delle lacrime di Wimbledon, è anche questa da sempre ben presente – risultati alla mano – nella testa della tennista americana ogni qualvolta debba affrontare la sua patinata rivale.
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Roland Garros: Serena Williams-Georges 6-3 6-4, gli highlights

Serena Williams vs Maria Sharapova è stata per questa ragione cardine – e per mille altre – la vera rivalità del tennis contemporaneo. Dove per ‘vera’ si intende quell’accezione di sanissima e salutare incapacità a sopportarti a vicenda che mai ad esempio si è vista nel Fedal che ha animato gli ultimi 13 anni di tennis maschile.
Per questa ragione il match di ottavi di finale di lunedì pomeriggio al Roland Garros è l’ennesimo nuovo evento. E arriva, per giunta, in un momento in cui entrambe le tenniste paiono essere in missione. Nessuna delle due, infatti, probabilmente, sarebbe ancora qui se non avesse qualcosa da dimostrare a se stessa e al mondo del tennis.
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Roland Garros: Sharapova-Karolina Pliskova 6-2, 6-1, highlights

Da una parte Serena, che nove mesi fa dava alla luce la sua primogenita ed è tornata in pista, a 16 mesi dall’ultima volta in uno slam e a 36 candeline, solo per far vedere a tutti quanti chi sia, molto semplicemente, ancora la più forte. Dall’altra Maria. ‘L’inarrestabile’; come recita il titolo dell’autobiografia della russa frutto del periodo di pausa forzata dall’agonismo a causa dell’arcinota squalifica per doping. Come Serena, la Sharapova è tornata per dimostrare al mondo il proprio reale valore. Entrambe, insomma, giocano con il fuoco sacro della competitività e dell’orgoglio che continua a bruciare imperterrito nonostante lo scorrere del tempo, dei titoli in bacheca e soprattutto il rigonfiarsi del portafogli, quest’ultimo spesso sinonimo di acqua corrente sulle braci incandescenti appena citate.
Due anni e mezzo dopo l’ultima volta, con un mare di eventi a sconvolgere le vite di entrambe, le uniche e indiscusse regine recenti del tennis femminile si daranno nuovamente battaglia in quello che è il vero evento della seconda settimana del Roland Garros. Anche perché le parole della stessa Williams, arrivare in conferenza stampa a margine della vittoria al terzo turno contro la tedesca Goerges, non sono certo un appello a seppellire l’ascia di guerra. “Ho letto il suo libro e non pensavo di trovare così tanta roba sul mio riguardo” – ha detto sibillina la Williams, che ha poi aggiunto – “Penso che ciò che succeda in uno spogliatoio dovrebbe restare là dentro e non finire dentro un libro con accezione così negativa”.
Insomma il nuovo dado è stato tratto e la sfida è nuovamente lanciata. La curiosità però è di fatto tutta intorno alla stessa Williams. Riuscirà infatti Serena – apparsa comunque lontana dalla sua miglior forma – a tenere fede ancora una volta al suo ‘patto del diavolo’? Anche perché la diciannovesima sconfitta consecutiva potrebbe essere la più tosta per Maria. L’opinione diffusa si rifà infatti per la siberiana a una sempre domanda: se non ora, quando?
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