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Roland Garros - Djokovic-Alcaraz, questa volta è diverso

Simone Eterno

Aggiornato 09/06/2023 alle 12:11 GMT+2

ROLAND GARROS 2023 - Djokovic e Alcaraz si incrociano per la seconda volta in carriera, ma la viglia è scossa da un ribaltone che fino a qualche tempo fa sembrava semplicemente utopistico: il giocatore favorito della vigilia non è il serbo. E non importano le 45 semifinali slam della carriera e i 22 titoli in bacheca. I bookies - e non solo - sono stati folgorati dalla strabordanza di Alcaraz.

Carlos Alcaraz und Novak Djokovic bei den French Open

Credit Foto Getty Images

"Io ho giocato 2 semifinali slam, lui 45”. A riportare tutti con i piedi per terra ci prova lui stesso, il diretto interessato, Carlos Alcaraz. Il suo Roland Garros è stato fin qui tracimante, tanto da sovvertire persino gli algoritmi della vigilia di quei termometri chiamati bookies. Se prima di questo torneo il favorito alla vittoria finale, dati alla mano, era Novak Djokovic, 13 giorni stellari di un giovane campione i cui limiti sono indefiniti come mare e cielo all’orizzonte, hanno costretto alle rivalutazioni persino coloro che credevano di aver visto già tutto. Sì perché fino a poco tempo fa c’erano regole non scritte. Nadal a Parigi, e in generale Djokovic in tutti gli slam. Dietro, poi, tutti quanti gli altri. Il cammino però di Carlos Alcaraz in questo Roland Garros 2023 ha costretto a rivalutare ogni cosa. Troppo strabordante il suo tennis. Troppe soluzioni per fare il punto. Troppi avversari di valore fin qui letteralmente scherzati – citofonare Shapovalov, Musetti o Tsitsipas per ulteriori informazioni. Carlos Alcaraz insomma si è palesato come troppo. Per tutti. E con questa novità, appunto, sembra doverci convivere alla vigilia anche Novak Djokovic, netto sfavorito per coloro che con i numeri fanno business.
Si è arrivati così all’imponderabile, al dover considerare ‘sfavorito’ un tennista, Djokovic, che in fondo è persino riuscito a levare una record a Nadal in quel di Parigi: 17 volte ai quarti di finale del Roland Garros in carriera; Rafa si è fermato a 16. E’ anche in queste curiosità che si misura l’eccezionalità di Alcaraz in questa vigilia, la cartina tornasole di aver fatto fin qui qualcosa di speciale, qualcosa che non è passato inosservato.
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Alcaraz "alla Nadal", dritto in corsa da perdere la testa

Perché c’è modo e ‘modo’ di vincere, e quello di Carlos Alcaraz ha riempito gli occhi degli appassionati e non solo, che una tale concentrazione di superiorità e capacità balistiche, di completezza tecnica e idee, non la vedevano da tempo. O meglio: probabilmente non l'avevano proprio mai registrata. Nessuno, infatti, era mai sembrato così completo e così quadrato alla sua età. Nemmeno la Santa Trinità tennistica, monopolista di un'era già definita irripetibile e quasi certamente ineguagliabile nella sua complessità. Eppure, all'orizzonte, mentre ancora del tutto non è svanita la luce sul tramonto delle divinità più amate, luminosa compare già la stella Alcaraz, nuovo punto cardinale del tennis contemporaneo.
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Carlos Alcaraz

Credit Foto Getty Images

Chi lo sa se Carlitos saprà tracciare la strada come magnificamente hanno fatto i suoi predecessori, quei Federer, Nadal e Djokovic, divinità baciate da ambizione e longevità - i veri due ingredienti chiave per il successo nel tempo. Ancora non sappiamo se faranno parte del ‘menù Alcaraz’; sappiamo, però, già oggi, che avrebbe le carte in regola per farlo se fisico e testa lo accompagneranno in questo viaggio che è solo agli inizi. E’ questa l’impressione comune, condivisa da molti e registrata chiaramente in questo Roland Garros da coi numeri ci lavora.
Anche perché, dall’altro lato del campo, il veterano, il campione, l’ostacolo che ha cancellato insieme agli altri due un’intera generazione di tennisti – cercate campioni nati tra il 1990 e il 1999, troverete Thiem, Medvedev e poi il deserto – pare aver iniziato anch’egli a dover convivere con un concetto inviso tanto ai fenomeni quanto ai comuni mortali: il tempo passa per tutti. “Non c’è tempo per stare qui a elencare tutti i miei mini acciacchi”, ha detto Novak Djokovic in conferenza stampa, a cui poi ha aggiunto “devo accettare il fatto che il mio fisico non risponde più come prima”. E anche di questo se ne sono accorti in tanti. Da quel gomito, che da Monte Carlo ormai non gli fa più ‘camminare’ la palla come un tempo, a tutte le altre sfumature viste lungo una stagione sul rosso priva di soddisfazioni. Cinque partite vinte sulla terra. Djokovic insomma è arrivato a Parigi senza nulla in mano, come quando quasi 20 anni fa si scriveva 'vamos Nole' col pennarello sulle scarpe, consapevole che quello era l'inizio di un viaggio e questo, curva più curva meno, è comprensibilmente lo strappo finale prima del traguardo. Un Djokovic dunque, dati alla mano, più vulnerabile che mai sulla carta. E che più vulnerabile poi è stato anche in campo, checché ne dica un cammino più ruffiano che reale nei suoi punteggi.
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Novak Djokovic

Credit Foto Getty Images

Dietro il solo set perso fin qui, si nascondono infatti le quasi 3 ore impiegate per regolare Davidovich-Fokina nei primi due set; o le fatiche con Khachanov, per 2 ore e 14 mai costretto nemmeno a dover gestire una palla break prima di rivelarsi un po’ troppo molle sul più bello. Certo, poi, Djokovic resta Djokovic, direte voi. E come darvi torto. L’accesso alla 45esima semifinale slam è il solito biglietto da visita a chi osa dubitare. Ma che in tanti pensino che tutto ciò rischi di non bastare con Alcaraz, questo Alcaraz, non è certo frutto di un’allucinazione collettiva. Ma un dato di fatto: lo spagnolo paga 1.50, Novak Djokovic vincente vale quasi tre volte la vostra posta.
Che cosa dirà in campo, che cosa sarà il grado di inventarsi l’eterno campione di fronte all’ambizione di un giovane fuoriclasse apparso inarrestabile è il vero fascino di questa partita. Scoprire, insomma, se Novak Djokovic avrà nascosto da qualche parte l’ennesimo gioco di prestigio di una carriera il cui sovvertire gerarchie apparentemente consolidate e inscalfibili è stato leitmotiv; e al tempo stesso se Carlos Alcaraz avrà le ‘palle’ di essere così sfrontato anche di fronte a chi, di questo sport, ha riscritto tutti numeri e record. Alcaraz-Djokovic, insomma, è la partita dell’anno. Anche perché, nell’unico precedente, un anno fa a Madrid, non hanno deluso le attese: 3 ore e 35 minuti per 3 long set tiratissimi. Vi serve davvero altro?
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Tennis 360, Ep. 9: Djokovic va, 45 semifinali slam e un nuovo segnale

Roland Garros 2023: dove guardarlo in tv e live streaming

Il Roland Garros 2023 sarà trasmesso in esclusiva su Eurosport 1 ed Eurosport 2, oltre ovviamente a Discovery+, la nostra piattaforma streaming con tutti i campi a disposizione a partire già dalle qualificazioni al torneo al via lunedì 22 maggio alle ore 10:00. Il main draw invece prenderà il via domenica 28 maggio con i primi match del tabellone principale. Solo con la nostra piattaforma in live streaming digitale si potrà godere della copertura totale dei campi per seguire tutti i tuoi tennisti preferiti con un'offerta unica nel suo genere. Anche gli abbonati a DAZN, Sky (canali 210 e 211), e Tim Vision avranno a disposizione i due canali lineari di Eurosport 1 ed Eurosport 2 e potranno gustarsi il secondo Slam stagionale a partire dal 28 maggio 2023, giorno di inizio torneo del tabellone principale.

A quanto ammonta il montepremi?

Per questa edizione 2023 gli organizzatori hanno annunciato un sostanzioso aumento del : un +12,3% rispetto allo scorso anno, per un totale di 49,6 milioni di euro! Un ritocco al rialzo per ogni singolo traguardo raggiunto, dal primo turno di qualificazioni al vincitore finale, che incasserà nel singolare femminile e maschile ben 2,3 milioni di euro. Il prize money dei singolari è così suddiviso:
  • Vittoria 2,300,000
  • Finale 1,150,000
  • Semifinale 630,000
  • Quarti di Finale 400.000
  • Ottavi di Finale 240.000
  • Terzo Turno 142.000
  • Secondo Turno 97.000
  • Primo Turno 69.000
  • QUALIFICAZIONI
  • Turno decisivo 34.000
  • Secondo Turno 22.000
  • Primo Turno 16,000

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