Rafael Nadal nella conferenza post ritiro: "Vincere 14 Slam nello stesso posto può succedere. Ci vorranno almeno 30 anni ma accadrà"
ROLAND GARROS - Rafael Nadal nella conferenza post tributo è stato possibilista riguardo all'eventualità che qualcuno, un giorno, possa eguagliare o superare il suo record di 14 titoli nello stesso Slam: "Non mi considero qualcuno di molto speciale e dunque se ce l’ho fatta io credo che un altro un giorno arriverà e raggiungerà lo stesso obiettivo. Ci vorrà del tempo, almeno 30 anni spero...".
Nadal saluta Parigi per l'ultima volta: il meglio della cerimonia in 7'
Video credit: Eurosport
"Nadal è la storia di questo sport, i 14 titoli che Rafa ha vinto qui al Roland Garros sono qualcosa di inumano..." ha scherzato ieri al termine del suo match d’esordio Jasmine Paolini - che da qualche mese ha scelto proprio uno degli angeli custodi della leggenda di Manacor come coach (lo spagnolo Marc Lopez). Lorenzo Musetti, che ha avuto il privilegio di scaldare lo Chatrier prima del tributo al Re dell’Open di Francia, nell’intervista in campo col nostro Matteo Zorzoli è stato ancor più netto: "Vincere 14 volte questo torneo credo sia uno dei record più assurdi nella storia di tutti gli sport...". 116 partite disputate, 112 vittorie e 14 Coppe dei Moschettieri in bacheca. La prima alzata al cielo a 19 anni, l’ultima a 35 primavere. Per tantissimi un record destinato non essere eguagliato a restare un unicuum nella storia di questo sport ma non per il diretto interessato Rafael Nadal che interrogato in merito a tale primato si è detto più possibilista riguardo all’eventualità che qualcuno possa fare meglio...
"Ho sempre detto la stessa cosa, e anche se so che sarà difficile, credo davvero che sia qualcosa di non impossibile da replicare. Non mi considero qualcuno di molto, molto speciale e dunque se ce l’ho fatta io credo che un altro un giorno arriverà e raggiungerà lo stesso obiettivo. Chiaramente bisogna considerare che molte cose devono venire a tuo favore perché ciò si realizzi, perchè serve una carriera lunga, non contraddistinta da troppi infortuni, anche se anche io qualcuno l’ho dovuto fronteggiare. Mi sono ritirato in questo torneo solo una volta nel 2016, ed è stato l'anno in cui ho avuto le mie occasioni. Bisogna mettere in conto che si possono avere infortuni, si possono anche avere giornate no... Quindi, serve un po' di fortuna, inevitabilmente. Ma vincere 14 titoli Slam nello stesso posto, qui al Roland Garros, è possibile. Ma ci vorrà del tempo, almeno 30 anni spero...".
/origin-imgresizer.eurosport.com/2025/05/26/image-5ee0c1b8-cda0-48c4-8e0f-8ccee0ac3237-85-2560-1440.png)
Federer: "Nadal è un gigante del gioco: è stato bello stare qui con lui"
Video credit: Eurosport
"Avere la mia impronta sul campo più speciale della mia carriera è un privilegio impagabile"
Tra le sorprese più gradite del tributo al campione di Manacor, oltre alla reunion con i rivali di una vita Roger Federer, Nole Djokovic ed Andy Murray, c’è inevitabilmente l’impronta del suo piede e la placca che rimarrà ad imperitura memoria sullo Philippe Chatrier. Un omaggio inatteso e che forse più lo emozionato nel corso di una cerimonia in cui Rafa ha inevitabilmente avuto diversi frangenti per commuoversi e spendere lacrime di gioia ed orgoglio.
"Inizialmente quando ho visto la placca ho pensato fosse temporanea, solo per questa edizione del torneo. Sapere che invece sarà qualcosa rimarrà per sempre, è un regalo che non riesco nemmeno a descrivere a parole. Un onore enorme perchè è letteralmente il campo più importante della mia carriera tennistica. è qualcosa che mi ha davvero toccato. La mia gratitudine verso le persone che hanno reso possibile tutto questo è infinita. Nel corso dei miei 20 anni ho sempre pensato al prossimo allenamento, alla prossima partita. Non ho mai pensato di diventare uno dei migliori giocatori di tutti i tempi. Mi preoccupavo solo di cercare di migliorare ogni singolo giorno. Mi sono sentito così per tutta la mia carriera. Probabilmente passo dopo passo, è per questo che sono riuscito a costruire una carriera così ricca di successi e vittorie. Perché ho sempre avuto dubbi e non mi sono mai considerato così bravo. Per questo ancora oggi, al netto dei numeri, ribadisco il fatto di non essermi mai considerato una persona speciale. Ogni volta che scendevo in campo, avevo la sensazione di poter perdere. E non ho mai perso tale sensazione in tutti gli anni in cui ho giocato. Probabilmente proprio questa sensazione mi ha aiutato nella mia lunga carriera, senza dubbio, è stata qualcosa di molto importante".
/origin-imgresizer.eurosport.com/2025/05/25/image-d67f8991-bb45-4a0b-9708-ead70ccd5a7b-85-2560-1440.jpeg)
L'impronta di Nadal per sempre a Parigi: Rafa non trattiene le lacrime
Video credit: Eurosport
"Se mio figlio vorrà giocare a tennis lo sosterrò, lo sosterrò in qualunque cosa vorrà fare"
A Nadal è anche stato chiesto in merito al figlio e a quale sarà l’atteggiamento se gli chiederà, un giorno, di ripercorrere le sue stesse orme.
"Se mio figlio vivrà la carriera tennistica come l'ho vissuta io, dovrà inevitabilmente sacrificare delle cose, anche se io non ho mai pensato di aver fatto molti sacrifici. Non ho mai avuto la sensazione di aver perso una parte della mia vita diventando un tennista professionista. Semplicemente non ero in grado di fare tutte le cose che i miei amici facevano ogni fine settimana, ma ero in grado di fare tutto il resto, e l’ho fatto. E allo stesso tempo, quando fai quello che davvero vuoi fare non fai sacrifici. Chiaramente lavori sodo, ti impegni più che puoi. Ma fai quello che vuoi fare. Quindi, diciamo che se mio figlio la penserà così, lo sosterrò. Non credo che ciò accadrà, ma di sicuro lo sosterrò in qualsiasi cosa vorrà fare".
/origin-imgresizer.eurosport.com/2025/05/25/image-f82a212f-ab97-46ca-b7b2-a19ef84e9d30-85-2560-1440.jpeg)
Rafael Nadal
Credit Foto Getty Images
"Vedere i miei tre grandi rivali in campo, è un bel messaggio: non serve odiare il proprio avversario per batterlo"
"Avere i miei tre più grandi rivali in campo con me oggi ha significato molto. E allo stesso tempo è un grande messaggio per il mondo, penso, che anche quando sono in atto rivalità, anche fra le più dure nella storia del nostro sport si può essere buoni colleghi ed è possibile rispettarsi. Non è necessario odiare l'avversario per cercare di batterlo con tutte le proprie forze. Questo è il messaggio che penso abbiamo mostrato alla gente, alle nuove generazioni e penso sia la nostra eredità. Perchè i risultati sono importanti ma sono solo risultati, è il resto che rimane... Chi mi ha sorpreso più vedere dei tre vedere qui? Beh Novak è iscritto al torneo, quindi per lui era più facile. Ma allo stesso tempo, Andy e Roger, che sono venuti apposta, significano molto per me, perché alla fine rappresentano una parte molto importante della mia carriera tennistica, perché ci siamo spinti a vicenda al limite... In un certo senso, quando si è solo in due, si può perdere un po' la motivazione, a volte perché l'altro inizia a perdere o si infortuna. Ma quando si è in quattro, non puoi mai rilassarti perché uno avrebbe vinto un torneo. In termini di intensità questo essere rivali non ci ha mai permesso di rilassarci o di prenderci una pausa nel migliorare il nostro gioco. Abbiamo realizzato i nostri sogni. E probabilmente è proprio grazie a questo rivalità a quattro che abbiamo portato i nostri numeri a un altro livello. E credo che tutto ciò funga da sprone anche ai giocatori della nuova generazione. E sono convinto che anche a loro accadrà questo...".
/origin-imgresizer.eurosport.com/2025/05/25/image-248c7db0-73d0-4f4b-a805-ce3b2d518414-85-2560-1440.jpeg)
I Big 4 si riuniscono per l'omaggio a Nadal: abbracci e risate
Video credit: Eurosport
"Mi interessa essere ricordato come una persona che la gente è contenta di rincontrare più che come un campione"
"Quando sei in pensione e non vai in giro per un po', se senti che le persone che lavorano dietro le quinte nei tornei che sanno davvero come sei, nella vita reale e sono felice di rincontrarti o abbracciarti è la cosa più bella. Finora ho avuto questa sensazione quasi ovunque e mi rende felice perché i risultati sono importanti e restano per carità ma è alle persone con cui vivi il quotidiano che non puoi mentire e se queste sono felici di rivederti è la cosa che davvero conta".
/origin-imgresizer.eurosport.com/2025/05/25/image-25d6a1d2-2f23-43d0-b8ce-613eafdc0c4e-85-2560-1440.jpeg)
Il saluto al Re: Nadal torna in campo allo Chatrier, pubblico in delirio
Video credit: Eurosport
Contenuti correlati
Pubblicità
Pubblicità
/origin-imgresizer.eurosport.com/2024/09/16/image-bfd0c702-0076-466b-a2a9-dd88be3d050c-68-310-310.jpeg)