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Impressionante prova di forza: Federer ko, Djokovic campione

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 17/05/2015 alle 19:09 GMT+2

Il serbo vince la finale degli Internazionali d'Italia con uno sfoggio di assoluto dominio tennistico: 6-4, 6-3 il punteggio. Per Djokovic è il quarto successo a Roma, il secondo di fila e il prosieguo di un cammino di 22 vittorie consecutive in questo impressionante 2015. Per Federer, invece, Roma si conferma tabù: insieme a Montecarlo resta l'unico Masters che non è ancora riuscito a vincere

Novak Djokovic triumphiert in Rom

Credit Foto AFP

Australian Open, Indian Wells, Miami, Monte Carlo e Roma. Ventidue partite vinte consecutivamente. Una sola finale persa, per giunta in un torneo “minore” come Dubai. Sono questi i numeri della dittatura di Novak Djokovic. E di per sé tutto ciò basterebbe per raccontare quanto fin qui accaduto nel 2015 del tennis professionistico maschile.
Un’annata che sta raccontando di come Novak Djokovic appartenga in questo momento a una categoria superiore per tutti. Lo è per il Nadal parente del giocatore che fu; lo è per l’ottimo Murray di questo inizio di stagione e lo è stato anche oggi per il convincente Roger Federer visto in questa settimana. E’ un no-contest. E in fondo non c’è davvero altro da aggiungere.
A inizio settimana si era discusso dopo le prestazioni a rilento che avevano visto Djokovic traballare più del previsto contro due giocatori come Almagro e Bellucci. Ma quelle, probabilmente, sono la miglior spiegazione a una delle più incredibili qualità cui sta facendo sfoggio quest’anno il serbo: la possibilità di vincere limitandosi.
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Novak Djokovic

Credit Foto Imago

Mi spiego meglio. In questo momento Novak Djokovic sembra essere dotato della paradossale forza di poter capire quale percentuale di sé stesso serva per sconfiggere l’avversario e poi settarsi di conseguenza. Degli esempi? Se per battere Almagro serve il 20%, Djokovic giocherà al 21; se per battere Bellucci il 30%, Djokovic giocherà al 31; se per battere Federer il 90%, Djokovic giocherà al 91 e così via dicendo.
Non c’è altra spiegazione – se non quella delle due settimane di lavoro/riposo/lavoro post successo monegasco – per raccontare quanto sta scrivendo il serbo in questo 2015. La cronaca di questa finale racconta infatti di un Federer che era fin qui ben arrivato e che un gran primo set ha certamente giocato. Ma tutto ciò non è comunque bastato. Non contro un Djokovic capace di togliersi dall’unica vera situazione d’impaccio con il servizio e di sfruttare l’unica palla break arrivata – dopo un’impressionante risposta vincente in allungo – nel decimo game del primo set.
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Novak Djokovic

Credit Foto Reuters

Uno scossone troppo forte persino per uno con l’esperienza e il palmares di Roger Federer. L’impatto di quel primo set portato via in quella maniera ha infatti rispedito in campo lo svizzero con minori sicurezze e, nei primi quattro game del secondo, è stato un dominio del serbo. Djokovic ha preso il break nel secondo gioco e ha rischiato il doppio break anche nel quarto. E da lì in poi è stata pura gestione. D’altra parte lo dice anche il timing: un’ora e quindici minuti. Francamente, non c’è davvero altro da aggiungere.
Si arriva così all’appuntamento più importante dell’anno per il serbo – sua stessa definizione in più e più conferenze stampa – con un Djokovic assoluto dominatore del circuito. E a meno di miracoli o clamorosi scivoloni, ci chiediamo chi e come possa separarlo dalla coppa dei moschettieri. L’unico trofeo che ancora manca nella bacheca di questo fenomeno del tennis.
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Novak Djokovic 2015 Roma LaPresse

Credit Foto LaPresse

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