Serena, Sharapova, Vinci e Pennetta: il pagellone della stagione 2015
Dopo i voti al maschile, abbiamo tirato le somme anche della stagione 2015 nel circuito WTA. Dal dominio di Serena Williams alla magica estate newyorchese di Flavia Pennetta e Roberta Vinci. Ma anche la 'prima volta' della Radwanska, le sfortune dell'Azarenka, le sconfitte della Sharapova, 'i lunedì' della Bouchard e il futuro roseo di Belinda Bencic e Garbiñe Muguruza
Serena Williams Sharapova Vinci Pennetta
Credit Foto Eurosport
La vincitrice: Serena Williams
“Tre slam vinti, quattro di seguito e nell’ultimo una semifinale. Dai, è veramente eccezionale. Voglio dire: 21 slam… dai, parlano da soli”. A riassumere, testualmente, la stagione – e la carriera – di Serena Williams ci ha pensato qualche giorno fa Caroline Wozniacki. Negli occhi del mondo sarà anche rimasta la semifinale dello US Open contro Roberta Vinci, ma a freddo, razionalmente, 4 mesi dopo, non ci si può mica nascondere: quella di Serena è stata una stagione strepitosa. E non si può nemmeno parlare di macchia. Non lo è. Il mondo aveva chiesto il grande Slam e Serena giocato con le inevitabili pressioni del suddetto. Ma Melbourne, Parigi, Londra e una stagione da 53-3 non aprono neanche le competizioni: è lei la vincitrice del 2015. Non si può negarlo, ma soprattutto Serena non deve negarlo a sé stessa.
La contenta: Agnieszka Radwanska
Ce l’ha fatta. Personalmente non credevo fosse più possibile, ma mi sbagliavo. Agnieszka Radwanska ha vinto il primo trofeo importante della sua carriera. Certo, non è uno slam, ma non cerchiamo troppo il pelo nell’uovo: le WTA Finals non sono certo da buttare. E non lo sono specialmente in un 2015 che era partito in maniera di-sa-stro-so. Una collaborazione non esattamente funzionante con la Navratilova; mai più di due partite vinte – escluso AusOpen – fino ad aprile (Katowice); e un anno più in generale fatto di tantissimi alti e bassi: il disastro sulla terra, la buona stagione sull’erba, la scadente estate americana… e l’eccezionale cammino in Asia. Ed è proprio dall’estremo oriente che è partita la scalata della Radwanska, culminata con un Masters acciuffato per i capelli e vinto acciuffandolo per i capelli. Insomma, non sarà stato un anno perfetto, ma se c’è una che può definirsi contenta è Maga Aga.
La delusa: Victoria Azarenka
Che fatica il tennis professionistico. Ma che fatica, soprattutto, il circuito WTA. Povera Vika, dall’infortunio la bielorussa non è più stata la stessa ma soprattutto non è più riuscita a rientrare là in alto. Tra sorteggi sfortunati – penso alla Wozniacki al secondo turno in Australia, Serena al terzo in quel del Roland Garros o la Kerber, di nuovo al terzo, a New York – e un’annata comunque ancora contraddistinta da bendaggi, nastri e cerotti, l’Azarenka non è riuscita nell’obiettivo dichiarato di rientrare tra le prime 10 del mondo. Non c’è nemmeno andata vicina. Vika ha chiuso la stagione da 22 del mondo, ‘dandola su’ nel finale e spostando ogni discorso al 2016. Anno in cui la bielorussa chiederà soprattutto due cose: salute e fortuna.
La sconfitta: Maria Sharapova
Sconfitta dall’Avversaria – Serena Williams -; sconfitta dagli infortuni; sconfitta a sorpresa dalla Kvitova in un Masters che sembra essere già suo e sconfitta persino quando fa 2 vittorie su 2… ma le altre le perdono la FedCup. Povera Maria, il 2015 è stato un anno da dimenticare sotto tutti i punti di vista. Dal campo, dove da luglio in poi non l’abbiamo praticamente più vista, a fuori, dove le vicende extra-tennistiche – leggasi Grigor Dimitrov – devono evidentemente aver contribuito a fare la loro parte. La bella Maria, che l’anno scorso aveva chiuso alle spalle dell’irraggiungibile Serena, dal 2015 porta via delusioni addolcite solo dal bel ricordo di una primavera romana. La attendiamo nel 2016: più agguerrita, più cattiva, più sana. Più Maria, insomma.
La delusione: Eugenie Bouchard
Avete presente uno di quei video che girano sui social il lunedì mattina, dove qualcuno sbatte più volte ripetutamente contro qualcosa o una determinata situazione va talmente storta da essere ridicola? Ecco, mettiamola così: il 2015 di Genie è stato di 330 lunedì. Francamente ne abbiamo viste di tutti i colori. Da strette di mano mancate a partite giocate in maniera indegna; da allenatori “rubati” a iscrizioni improbabili fino al gran finale: lo scivolone nel buio degli spogliatoi dello US Open e la denuncia alla USTA. Una stagione fantozziana quella della Bouchard che è passata così da 2 semifinali e una finale slam nel 2014, ai 1064 punti che valgono il 49esimo posto del 2015. Per intenderci: la nostra Karin Knapp ne ha fatti 1031 e sta 2 posti più indietro. Fate voi.
La sorpresa: Roberta Vinci
Se all’appassionato di tennis delle Isole Tonga, piuttosto che quello di Stoccolma o Palermo chiedete 'qual è stata la più grande sorpresa di questa stagione?', vi farà un solo nome: Roberta Vinci. La semifinale dell’Open degli Stati Uniti 2015 è stata ‘troppo’. Troppo grande, troppo unica, e da italiani, suvvia, permettetecelo, troppo bella. Che ha combinato Robertina quell’undici settembre ancora è da capire; ma quel che è certo è che non è arrivato per caso e il magico cammino di New York ci è apparso come il giusto traguardo di una meravigliosa carriera che si chiuderà l’anno prossimo. E poco importa se magari non riuscirà mai a sfondare quel maledetto muro della Top10… scommettiamo che tra 10 anni a Tonga l’appassionato di tennis si ricorderà ancora di una certa ‘Roberta Vinci’?
L’italiana: Flavia Pennetta
Quali celebrazioni scrivere ancora che non siano già state fatte? Flavia Pennetta, signori. Sentite come suona bene: la campionessa del torneo singolare femminile dell’Open degli Stati Uniti anno 2015. Ci mancherai, Flavia!
La giovane: Garbiñe Muguruza
Il futuro è già domani. Una carriera in ascesa dall’ingresso tra le professioniste a questo finale di 2015: davanti a lei solo Serena Williams e Simona Halep. Il suo cammino a Wimbledon è stato uno dei momenti tennisticamente più alti di questa stagione; e più in generale è stata proprio Garbiñe a regalarci la sensazione di essere di fronte a una ragazza pronta a prendersi il palcoscenico. E’ vero, in tutto l’anno alla fine ha vinto un solo titolo (Pechino), ma il presentimento è che nel 2016 la musica sarà parecchio diversa…
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Serena Williams e Garbiñe Muguruza alla premiazione di Wimbledon 2015 (foto Eurosport)
Credit Foto Eurosport
‘Oldie but goldie’: Venus Williams
Toh, Venus! A completare il grande 2015 della famiglia Williams c’è anche la buona Venere. Sì perché nell’anno in cui si è parlato solo di Serena, dei suoi titoli e del suo Grande Slam sfiorato, a 35 anni Venus ha scritto una delle migliori stagioni della sua carriera. La maggiore delle sorelle Williams ha aperto l’anno vincendo – Auckland – e ha chiuso facendo la stessa cosa nel Masters B di Zhuhai. Nel mezzo tanta, tantissima continuità lungo tutto il corso della stagione e anche negli slam, dove è stata fermata 2 volte su 4 da sua sorella. Insomma, con 3 titoli e un finale in crescendo Venus a 35 anni e 4 mesi ha chiuso la stagione al numero 7 del mondo: non era in Top10 dal marzo del 2011.
La teenager: Belinda Bencic
Il futuro è già domani, II tempo. Se Garbiñe Muguruza è pronta a prendersi la scena, Belinda Bencic sarà la giocatrice che proverà a contendergliela. Diciotto anni compiuti a marzo, ancor più della rivale spagnola la Bencic ha messo in mostra un grado di maturità impressionante per una ragazzina del 1997. In questo 2015 il tennis femminile ha conosciuto il suo nuovo baby fenomeno e il torneo di Toronto con Bouchard, Wozniacki, Lisicki, Ivanovic, Serena Williams e Simona Halep messe in fila una dopo l’altra, è senza ombra di dubbio il più grande cammino che si sia visto quest’anno (e non solo…). Nel 2016 è attesa dalla sfida più difficile: confermarsi. In bocca al lupo.
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Belinda Bencic
Credit Foto LaPresse
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