Swiatek parla del caso doping: "Sono stata disgustata dal tennis, non è stato facile ricominciare"
TENNIS - In un'intervista concessa in Polonia a TVN24, Iga Swiatek ha parlato in dettaglio del caso legato al test anti-doping fallito che l'ha portata a un mese di squalifica: "Avrei preferito scrivessero 'innocente', ma alla fine è solo burocrazia". E su quanto questa vicenda l'abbia colpita: "Sono stata disgustata dal tennis, uno sport che amo, ma non abbastanza da sacrificare il mio onore".
Iga Swiatek
Credit Foto Getty Images
Iga Swiatek ha rilasciato una lunga intervista in Polonia, a TVN24. La polacca, ex n°1 del mondo, ha parlato con la collega Anita Werner nel programma Fakty po Faktach, toccando nel dettaglio l'ormai famoso test anti-doping fallito che le è costato un mese di sospensione. La polacca ha così riassunto l'episodio: "La più grande lezione e aver capito che nella vita ci sono delle cose che non posso controllare. Sono una persona che controlla praticamente ogni aspetto della sua vita. Ma ho imparato il fatto che il mio destino non è completamente nelle mie mani, e il fatto che possa giocare a tennis non dipende totalmente da me ma anche da cose sulle quali non ho controllo. Mi ha insegnato che quando ciò succede, la devo gestire".
Sulla reazione quando ha scoperto di aver fallito un test anti-doping
"E' stata una reazione molto intensa, un mix di panico e confusione. Ho pianto molto. E' arrivata via e-mail. Di solito riceviamo delle notifiche via e-mail quando ci sono dei problemi o quando dobbiamo completare alcune documentazioni. Ho aperto il messaggio pensando che fosse uno di quei casi, di quando un giocatore deve consegnare della documentazione. Ma appena ho aperto il messaggio ho capito subito che la situazione questa volta era molto più seria. Non sono nemmeno riuscita a finire di leggere il messaggio ed ero già in lacrime. I miei manager, che erano con me, hanno detto che la mia reazione è stata come se mi fosse morto qualcuno o avessi ricevuto una terribile notizia sul mio stato di salute. Sono contenta di non essere stata da sola in quel momento, almeno gli ho potuto dare il telefono subito e fargli vedere cosa stesse accadendo".
Sul mese di sospensione
"Avrei preferito ci fosse stato scrito 'innocente', ma ammetto che per me alla fine questa è solo burocrazia. Quel che mi interessa di più è che possa iniziare la stagione in maniera pulita e concentrarmi solo sul tennis. Quando ho ricevuto poi la comunicazione che la mia sospensione si sarebbe conclusa in una settimana, ho accettato l'intera situazione. Il fatto che abbia ricevuto una squalifica è una semplice formalità. Hanno dovuto seguire le regole perché non sono stata giudicata da una persona, ma semplicemente hanno dovuto seguire le loro procedure che prevedono questi casi. La decisione di sospendermi per un mese è semplicemente dettata dal fatto che esiste questo tipo di procedura e regolamento, a ITIA l'hanno semplicemente seguito".
Sulle differenze con i casi di Sinner e Halep
"So che alla gente piace fare automaticamente dei paragoni con i casi del passato, ma la verità è che ogni singolo caso è differente dall'altro. E anche il processo per provare la tua innocenza può variare da caso a caso. E' difficile fare paragoni tra il mio caso, quello di Sinner, quello di Halep o quello di Majchrzak perché ognuno di questi ha dovuto gestire delle cose differenti. Credo che questa sia una domanda da fare più a ITIA che ai giocatori. Il mio destino, come quello degli altri, passa nelle loro mani e decidono loro che procedura utilizzare a seconda del caso. Dal mio punto di vista credo a questo processo, credo che tutto sia stato fatto secondo le regole e che non giudichino un giocatore in base al suo ranking. Ma ripeto, su questa domanda bisognerebbe chiedere a ITIA".
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Simona Halep și Iga Swiatek.
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Sui costi, quanto è costato difendersi e come ha fatto
"Poche ore dopo la notifica, abbiamo fatto una piccola riunione per capire cosa fare. Ho assunto un avvocato americano specializzato in queste vicende. Il fatto che in carriera abbia guadagnato molto e che mi possa permettere di pagare senza pensare nemmeno un secondo ai soldi, ovviamente ha aiutato. So che molti giocatori questa possibilità non ce l'hanno e capisco che è qualcosa che possa anche frenare un atleta, perché alla fine io ho dovuto pagare per tutto. Ho speso circa 70.000 dollari per un avvocato, più 15.000 euro per i test di laboratorio e gli esperti che hanno fatto le analisi. In più ho perso il prize-money di Cincinnati, ma di quello onestamente non mi interessa. La cosa più importante era provare la mia innocenza. Vi sto dicendo queste cifre affinché la gente possa capire a che genere di problemi possono andare incontro gli atleti, specialmente quelli che non guadagnano quanto guadagno io o che fanno sport dove i guadagni sono minori rispetto al tennis".
Su come riassumerebbe gli ultimi due mesi e mezzo
"Orribili. Sono stati orribili e un grosso dispiacere. All'inizio ho pensato che tutto ciò è successo solo perché gioco a tennis, ho incolpato il tennis. E così anche solo entrare in campo per allenarmi era un dolore per me. Se non fosse stato per il mio sparring partner, Tomek Moczek, penso che avrei proprio smesso di allenarmi. Lui è stato molto bravo perché all'inizio mi ha riportato in campo esattamente come si fa con i bambini, cercando solo di farmi divertire. La verità è che amo giocare a tennis, ma non abbastanza per sacrificare il mio onore come persona e i miei valori. Sono stata messa in una situazione in cui la gente improvvisamente ha iniziato a giudicarmi molto male per quel che era successo, e così per un periodo sono stata disgustata dal tennis. Non potevo controllare tutto questo e al tempo stesso tutto questo accadeva solo perché sono un'atleta. Ho dovuto lavorare molto per non pensare a tutto questo e per ritrovare la gioia nel giocare a tennis".
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Swiatek scopre in diretta che rischia l'eliminazione: "Come la mia vittoria non conta?"
Video credit: Eurosport
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