Tennis, si ritira Ashleigh Barty: un elogio all'antidiva dentro un mondo di stereotipi

TENNIS - A 25 anni, da n°1 del mondo e con gli anni migliori e i record ancora tutti davanti, si ritira Ashleigh Barty. Un'uscita di scena unica per un personaggio fuori dagli schemi: antidiva, in un mondo - il tennis femminile - che in Italia (e non solo) vive ancora di stereotipi.

Ashleigh Barty

Credit Foto Getty Images

Se avete fatto questo clic, se siete dentro questo articolo, probabilmente di Ashleigh Barty conoscete già tutto. Non è mai stato, almeno alle nostre latitudini, un personaggio mainstream. Ma nemmeno per sbaglio. Più che altro un feticcio degli appassionati, per una nicchia della nicchia - ossia le giocatrici straniere di tennis femminile in Italia; l’argomento meno mainstream possibile, in una nazione che per la narrazionedi questa disciplina risponde sostanzialmente, in larghissima maggioranza, a un concetto preistorico: l’avvenenza fisica. Non è un caso che se dici ‘tennis femminile’ in Italia, esclusa la golden age delle nostre Schiavone, Pennetta, Vinci ed Errani, hai in epoca recente solo due personaggi: Serena Williams e Maria Sharapova. Della serie: ti piace vincere facile.
No, Ashleigh Barty non sarà mai Serena Williams, tantomeno Maria Sharapova. Casomai ci spostiamo sull’emisfero opposto della vita, lei che dall’emisfero opposto non a caso viene: australiana, aborigena. Siamo proprio geograficamente già lontani sia dal mondo che tanti vorrebbero, che dall'atteggiamento nell'affrontarlo.
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Ashleigh Barty con i suoi cani

Credit Foto Instagram

Anche perché il mondo che tanti vorrebbero, Ashleigh Barty, l’ha sempre rifiutato. Non in segno di sfregio. Non per andare controcorrente. Non di certo per diventare “personaggio”, perché se c’è una sportiva al mondo di cui non è mai fregato nulla di essere personaggio, quella è proprio Ashleigh Barty. E oggi l’hanno capito davvero tutti.
What you see is what you get, dicono nel suo idioma. Quel che vedi è quel che è. E così è stata la Barty: quel che avete visto, è quel che è sempre stato. Nessun compromesso, nessuna recita, nessuna apparenza. Genuinità al cento per centro. Che ritradotto su un carattere sostanzialmente timido e introverso ha fatto della Barty l’antidiva per eccellenza: una leader silenziosa, mica una da copertina per la swimsuit edition di Sport Illustrated.
Non aveva quel tipo di physique du rôle, Ashleigh Barty. E non si può certo fargliene una colpa. Casomani l’opposto: fama e successo non hanno l’hanno cambiata di una virgola. Problematico, certo, se la comunicazione dei tempi in cui viviamo, se le vite prodotto marketing di cui siamo circondati impongono in sostanza di vendere sempre lo stesso tipo di stereotipo di successo. Ashleigh Barty, che personaggio per scelta ha deciso di non esserlo, figuriamoci se potesse diventare 'stereotipo'.
E così, fuori dai confini della nicchia o fuori dal mondo anglosassone, la Barty non ha mai "spaccato". Non dopo Parigi. Non dopo Wimbledon. Nemmeno dopo il successo dello scorso gennaio nella sua Australia. E’ rimasta lì, per noi, pubblico del tennis. Ammirata, per il suo telento cristallino. Venerata, in molti casi, per il suo tennis estroso e divertente, per il suo fare semplice e genuino; senza catalizzare l’attenzione globale che hanno saputo prendersi le Maria o le Serena, ma rimanendo fedele a sé stessa e a ciò che sapeva fare meglio: giocare a tennis.
E così, con la stessa naturalezza con cui si era già ritirata una volta, quando da nicchia della nicchia della nicchia – ossia ottima giocatrice di doppio femminile – aveva salutato tutti per cimentarsi, con discreto successo, nell’amato cricket; allo stesso modo ha chiamato l’amica ed ex compagna di campo Casey Dellacqua per raccontarci in 6 minuti e 7 secondi che a 25 anni, da numero 1 del mondo, con gli anni migliori e una serie di potenziali record ancora tutti davanti, che per lei va bene così, che la sua felicità non dipende dal tennis e dunque arrivederci a tutti.
Un problema, per il circuito femminile. Perché al di là di tutto, dopo anni di ricerca, era finalmente arrivata una n°1 su cui poter comunque costruire qualcosa.
Un peccato, per noi. Perché non solo se ne va la più forte, ma al momento anche la più divertente.
Una gioia, per lei. Perché a una così, davvero, non si può che augurare il meglio.
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Barty: "Lascio il tennis per inseguire altri sogni"

Video credit: SNTV

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