Murray regala a New York un'altra impresa; Thiem risparmia un set
Aggiornato 02/09/2020 alle 06:11 GMT+2
Infinito Murray: l'ex-numero rischia di cedere in 3 set a Yoshihito Nishioka prima di rimontarlo al quinto, cancellando un match-point nel quarto e risalendo i break in tutti gli ultimi parziali: 4-6, 4-6, 7-6 (5), 7-6 (4), 6-4 in 4 ore e 39 minuti, questa è la prima grande impresa di Murray dall'operazione all'anca. A Dominic Thiem bastano invece 2 set contro l'infortunato Jaime Munar: 7-6, 6-3.
Il quarto dei Fab Four, il più grande difensore del tennis moderno ha vinto quasi tutto nell'era di Federer, Nadal e Djokovic. E stasera, dopo un primo ritiro per doppia operazione all'anca, 600 giorni dopo l'ultimo successo in uno slam, due anni dopo l'ultima partita a New York, ha ricordato perché. Il match dell'Arthur Ashe contro il volitivo Nishioka è il simbolo di una carriera di rimonta e resistenza, spingendosi oltre ogni limite per battere tutti: Andy Murray è tornato a Flushing Meadows con il suo campionario di santa fatica.
Non è più il numero 1 al mondo, non è più il giocatore capace di vincere questo torneo 9 anni fa, non è più il vero Andy Murray che riabbraccia New York pur nell’eco dell’Arthur Ashe, il palco centrale riservato al ritorno del grande campione. Ed è come se fosse rinchiuso in una bolla di tennis splendido che vorrebbe ancora giocare, ma che non gli appartiene più.
Con tutto il rispetto che si deve al più grande difensore moderno di questo sport e all’uomo che ha lasciato un’anca sui campi più importanti del mondo, Andy Murray è stato per 2 set e mezzo preso a pallate da Yoshihito Nishioka, giapponese numero 49 del ranking ATP, più giovane di 9 anni e molto più agile del britannico due volte campione di Wimbledon.
I passanti, i contropiedi, i recuperi e tutto quel che occorre fare da fondo campo è uscito dalle corde mancine di Nishioka: a Murray sono rimasti i punti più belli ricamati a rete che sembravano il canto del cigno, poi all'improvviso, al turning-point del terzo set, sotto di un break, qualcosa è cambiato. È tornata la voglia di compiere un'altra impresa della sue, la prima con la protesi all'anca, iniziando una splendida e oggi sì incredibile rimonta per il nuovo vecchio Murray.
Lo scozzese ha iniziato a tirare più forte di dritto (6 km/h in più dal tie-break del terzo set, addirittura +14 km/h in quello del quarto) e intanto Nishioka s'è un po' inceppato, cedendo un tempo di gioco e un metro di profondità. È venuto infine il "braccino" al comunque talentuoso giapponese al cospetto del campione senza tempo. È finita 4-6, 4-6, 7-6 (5), 7-6 (4), 6-4 in 4 ore e 39 minuti: altro che "Sportify" e viva la grande bellezza del tennis che resiste.
Gli altri match chiave di giornata
Dominic Thiem ha invece risparmiato un set dopo aver dato un paio di spallate allo spagnolo Jaime Munar, che s'è ritirato sul 7-6 (6), 6-3 a favore del tennista austriaco che è numero 2 del torneo e che prima delle precoce eliminazione a Cincy molti davano come unico sfidante all'altezza di Djokovic in questo US Open. Thiem affronterà al secondo turno Sumit Nagal, che ha battuto il tennista di casa Bradley Klahn in 4 set.
Bautista Agut, testa di serie n8, non tradisce le attese e conferma il buon rendimento su questa superficie spazzando via un potenziale cliente scomodo come Sandgren con i soliti 3 perentori set: 6-4, 6-4, 7-6.
Bene anche Auger-Aliassime, che passa in una partita tirara contro Monteiro: il giovane canadese vince il primo e poi due dei tre successivi tie-break, portandosi via il pass per il secondo turno proprio contro Murray: sarà un bellissimo incrocio.
Fatica di più il campione del 2014 di questo torneo, Marin Cilic. Il croato ormai è agli scampoli della carriera ma contro Kudla tira fuori l'orgoglio: Cilic passa al 5° set rimontando da due set a zero sotto; 6-7, 3-6, 7-5, 7-5, 6-3. Per Cilic ora c'è uno tra Gombos e Albot.
Convincente anche la prestazione del russo Rublev, testa di serie n°10, che passa in 3 set su Chardy. Così come quella di un giocatore da tenere estremamente d'occhio su questa superficie così veloce: Milos Raonic. Il canadese regola agevolmente Leo Mayer per 6-3, 6-2, 6-3.
Segnali di vita anche da Dimitrov, testa di serie n°14, che contro Tommy Paul non si fa sorprendere: 6-4, 6-3, 6-1. Insomma, al momento di fare il bilancio, tutte le principali teste di serie della giornata hanno risposto presenti. All'appello mancano solo Berrettini e Medvedev, rispettivamente n°6 e n°3 del seeding, che chiudono sui propri campi un lunghissimo programma di giornata contraddistinto dalla pioggia.
In chiusura non ha nessun problema Danill Medvedev, finalista uscente, che si sbarazza senza problemi dell'argentino Federico Delbonis. Il russo vince per 6-1 6-2 6-4 in un'ora e 48 minuti.
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