US Open: l'estetica di Shapovalov si ferma ai quarti, in semi va Carreno Busta
Il canadese incanta per i primi due set, ma nel secondo non porta via la posta. Da lì inizia una battaglia conclusa solo al 5° set e dopo oltre 4 ore. Passa Carreno Busta per 3-6 7-6 7-6 0-6 6-3. Lo spagnolo ritrova semifinale slam 3 anni dopo l'unica raggiunta proprio qui allo US Open.
Denis Shapovalov sconfitto dopo una grande battaglia con Carreno Busta
Credit Foto Getty Images
Dicono che sia l’estetica a vendere i biglietti. E per quanto messo in mostra da Denis Shapovalov nei primi due set dei quarti di finale dello US Open 2020, a questa massima non si può proprio andare contro. Dicono però, anche, e queste solo le statistiche a farlo, che contro la solidità il bello da solo possa non bastare. Se dovessimo scegliere il modo più rapido per raccontarvi in una pillola, dunque, quanto accaduto nella notte, sarebbe questo: sostanza batte bellezza 3-6 7-6 7-6 0-6 6-3.
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Dritto e rovescio: punto straordinario di Shapovalov, suo il primo set
Video credit: Eurosport
Non è bastata la ricerca del bello di Shapovalov per tirare giù la più concreta resistenza di Carreno-Busta. E che sarebbe andata a finire così, al di là dell’incredibile battaglia durata oltre quattro ore lungo cinque set, lo si era in qualche modo già intuito sul finire del secondo set, quando uno Shapovalov quasi al picco del suo gioco si scontrava contro la cruda realtà dei fatti: le sue spinte, le sue traiettorie, i suoi impatti che monopolizzavano le .gif della comunità del tennis su Twitter, stavano già facendo un’enorme fatica. Fatica a tenere i propri turni di servizio – dove Shapovalov ha concesso davvero troppo in termini di doppi falli e game rincorsi poi presi per i capelli –; fatica nel produrre punti semplici.
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Uno, due e tre! Shapovalov insuperabile a rete, Carreno deve cedere
Video credit: Eurosport
Croce e delizia, insomma, Denis Shapovalov: con un tennis capace di catturare gli occhi ma il cui filo del rasoio, spesso – o quasi sempre quanto dall’altra parte trova un avversario solido e abile a muoversi dal fondo – lo costringe e confrontarsi in un territorio che diventa un campo minato. Steccare una palla con quel rovescio diventa più probabile, non trovare di qualche centimetro l’accelerazione giusta, anche. Ed è lì, nel territorio dove sono i punti a contare e non il gesto con cui sono stati prodotti, che si evidenzia l’equivoco di fondo di Shapovalov e del suo tennis difficilissimo.
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Shapovalov è una furia! La frustrazione del canadese dopo aver perso il tiebreak
Video credit: Eurosport
Carreno Busta lo sapeva. E nonostante non sia riuscito a convertire una quantità infinita di palle break – alla fine la sua percentuale sarà un misero 5 su 21 – lo spagnolo è comunque riuscito nel suo obiettivo finale, nella cosa più importante per un tennista: vincere e prendersi il pass per la semifinale. Già, perché se è vero che senza Shapovalov il pubblico europeo non avrebbe probabilmente fatto le 7:10 di un lavorativo mercoledì mattina incollato davanti al televisore, allo spagnolo – e forse anche al suo stesso avversario – questo importa poco: per la seconda volta in semifinale qui allo US Open, 3 anni dopo quel passaggio dimenticato da tantissimi, c’è ancora lui, Pablo Carreno Busta. A Shapovalov e al suo clan invece non restano che le effimere congratulazioni degli esteti per una partita che, più che da raccontare, è stata da guardare.
Tornano dunque buoni gli highlights qui sotto. Per godere dei gesti di Shapovalov; la cui estetica continuerà a strappare biglietti ma che, per ora, non basta a portare via i trofei pesanti. Ci provi ancora, comunque. Gli occhi di tanti, di certo, resteranno dalla sua.
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Highlights | Pablo Carreno Busta - Denis Shapovalov
Video credit: WSC
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